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07/05/2010 19:03 CEST - Intervento al polso

Operacion Del Potro

Update: la foto di Del Potro dopo l'operazione, il resoconto e il video intervista (in spagnolo) al suo rientro in Argentina. Annuncio a sorpresa di Juan Martin alla radio: l'argentino si è sottoposto a un intervento al polso negli Stati Uniti. Il campione di Tandil sarà fuori per almeno tre mesi, incertezza sul suo futuro. Francesco Ferrando

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Del Potro

UPDATE: Il video del rientro e, in fondo all'articolo, il resoconto delle dichiarazioni di Juan Martin al rientro a Buenos Aires.

«Cari amici, ho deciso di scrivervi perchè voglio che veniate a conoscenza di ciò che sto passando dalle mie stesse parole. Oggi sono stato operato al tendine dell'estensore carpale del polso destro. Durante quest'anno, ho cercato di evitare la chirurgia con diversi trattamenti, ma evidentemente la lesione era più grave del previsto.»

Inizia così il comunicato che Juan Martin Del Potro ha inviato all'emittente radiofonica Rock & Pop e che fa finalmente luce sulle reali condizioni del suo problema al polso. Una vicenda piena di ombre e incertezze, che ha avuto inizio proprio quando il Gigante di Tandil aveva raggiunto, a soli ventun'anni le vette del tennis mondiale, come spesso accade nelle sceneggiature dei film drammatici.

Come documentato dalla Naciòn, i primi segnali arrivano col ritiro durante l'esibizione a Kooyong, a stagione appena iniziata. I problemi al polso si ripresentano nei primi, durissimi, incontri a Melbourne, fino alla sconfitta contro Marin Cilic. «Posso anche aver sentito dolore, non è per questo che ho perso» dichiara subito il buon Juan Martin, che da lì a poco sarebbe rientrato a Buenos Aires per effettuare controlli presso il dottor Gonzalo Gomez, suo medico di fiducia. L'argentino si mostra comunque fiducioso di scendere in campo durante l'incontro di Davis contro la Svezia, per poi volare a Marsiglia, per il suo primo torneo indoor della stagione.

Ma, dopo i primi accertamenti, Delpo torna ad allenarsi, scoprendo presto che qualcosa non va. Si sottopone ad altri esami, che evidenziano un edema all'osso cubitale del polso. «Siamo sorpresi, perchè stava lavorando molto bene. Nell'ultimo allenamento ha sentito un dolore, abbiamo indagato ed è uscita fuori la lesione. Ora la cosa importante è che recuperi e torni a giocare senza fastidi» spiega il suo coach Franco Davin. Il dottor Gomez ordina a un mese di riposo assoluto, fisioterapia e riabilitazione. L'argentino rinuncia alla Coppa Davis e si ritira dal 250 di Marsiglia, posticipando il suo rientro a Indian Wells o, al più tardi, a Miami.

Passano i giorni, il Gigante di Tandil indossa una fasciatura rigida e per quasi un mese se ne va in giro con il polso steccato. Gli esami danno qualche risultato incoraggiante, tanto che dichiara di sentirsi meglio, ma non solo. Viene fuori che il problema risale addirittura a Miami 2009 e si era ripresentato a Shanghai. Ammette anche di aver lavorato su alcuni aspetti tecnici per ridurre i rischi al polso, proprio durante la off-season. Ma, tutto sommato, si dice ottimista e attribuisce il fastidio alle fatiche della stagione passata e al poco tempo per recuperare.

I fantasmi cominciano a comparire alla vigilia di Miami: la lesione non si è riassorbita al cento per cento e i medici consigliano a Delpo di aspettare ancora, fino all'inizio della stagione sulla terra. Il recuperò c'è, ma non è sufficiente e la data del rientro si sposta un'altra volta: Juan Martin deve rinunciare anche a Montecarlo e Barcellona. Decide allora di partire per il lago Ontario, negli stati Uniti, dove incontra il dottor Richard Berger, uno dei maggiori specialisti in chirurgia della mano, famoso per aver salvato la carriera alla stella del baseball Jayson Werth.

Dagli esami effettuati sembra che l'infiammazione sia ormai minima, ma il fastidio persiste e Del Potro non riesce ad allenarsi. I mesi di stop diventano presto tre. Qualcuno all'interno del suo staff parla di una stagione da dedicare ormai solo al recupero. Altri, invece, dicono che l'edema sia ormai quasi guarito e che a vederlo il suo dritto sia potente come sempre, ma non si senta ancora a suo agio in campo. Un mese dopo, la data di rientro non è ancora stata fissata e cominciano a circolare voci di un problema che va al di là del polso, addirittura di una presunta "sindrome da palcoscenico".


Il suo staff si chiude a riccio, nessuno parla senza il permesso del padre Daniel e la pressione inizia a farsi pesante. Da parte della stampa e del pubblico, certo, ma anche da parte degli sponsor e della Federazione Argentina, alla quale Del Potro aveva dato la sua disponibilità per un progetto di borse di studio per giovani tennisti. Il suo manager Colombini parla poco e quando lo fa tende a minimizzare; la stessa cosa fa il suo collega locale, proprio mentre si scopre che l'argentino è di nuovo negli Stati Uniti, alla Mayo Clinic, per sottoporsi a nuovi esami. La domanda diventa allora spontanea: se non è così grave, perchè non torna a giocare? Oppure il problema al polso è più importante di quanto si credeva?

Ai primi di maggio i nodi vengono al pettine: un comunicato arriva dritto alla redazione del programma radiofonico d'attualità "No somos Nadie". Juan Martin è stato sottoposto a un'operazione chirurgica, l'intervento ha riguardato il tendine cubitale dell'estensore del carpo. É il terzo quadro clinico in meno di un mese: prima un'infiammazione, poi la rottura della fibrocartilagine triangolare, infine il tendine. Il tempo di rientro nel circuito è imprecisato ma, sostengono alcuni medici interpellati dalla Naciòn, sarà come minimo di tre mesi. Il che mette a forte rischio anche la difesa del titolo a Flushing Meadows.

Dopo oltre tre mesi di diagnosi incerte, trattamenti e rientri posticipati, il calvario per l'argentino non è ancora finito. Al di là dei dubbi sulle varie diagnosi, nella speranza che si a fatta chiarezza almeno su quello, tutta questa confusione non ha fatto bene all'argentino. Non hanno giovato le voci di problemi psicologici apparse sui giornali, così come non è stato utile il muro opposto dal suo clan. Ma quello che conta ora per Del Potro è recuperare non una stagione, ma forse una carriera. L'opinione comune dei medici è che l'intervento, di per sé, non garantisca che il dolore scompaia: questo sarà possibile scoprirlo solo col tempo.

Come ha dichiarato Roger Federer a questo proposito, gli infortuni al polso sono molto delicati per un tennista, anche da un punto di vista mentale. A Juan Martin servono cure e tempo, ma soprattutto sostegno, come dichiara lui stesso nella chiusura del comunicato radiofonico, che ci auguriamo possa essere di buon auspicio: «Sono grato a tutti coloro che mi hanno dato appoggio incondizionato: a quelli che ho incontrato per le strade nel mio paese e a chi mi ha incoraggiato su Internet, da tutto il mondo. Ora ne ho bisogno più che mai. La forza che mi danno sarà una grande motivazione per tornare. Così sarà e assieme ne godremo i frutti.»

Ora ci sono tutti i presupposti per sperare in una ripresa, l'intervento sembra essere perfettamente riuscito e Del Potro si mostra abbastanza sereno al suo ritorno a Buenos Aires: «L'operazione mi dà maggiore tranquillità. Non importa in che posizione del ranking mi ritroverò al rientro, penso solo a tornare su un campo e divertirmi di nuovo. Il fatto di avere un lungo periodo a disposizione mi lascia un po' più sereno. Ora tornerò a Tandil, per riposare e stare un po' con la mia famiglia e i miei amici.» L'argentino ha ringraziato poi i colleghi che gli hanno espresso solidarietà, Federer, Nadal e Murray in particolare, e spiegato il silenzio di questi mesi, rispondendo anche a chi aveva parlato di sindrome da panico: «Io cerco sempre di tenere un profilo basso. Non ho comunicato nulla finché non ho avuto qualcosa da dire, quando sono stato operato ho voluto parlare a tutti i miei fan e alla gente che era interessata a quello che stavo passando. »

Francesco Ferrando

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Tratto da: On This Day in Tennis History di Randy Walker