La forza contro la ragione

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La forza contro la ragione

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TENNIS – Nella finale femminile di Wimbledon si affrontano Serena Williams e Agnieszka Radwanska. Due giocatrici tanto diverse quanto pregevoli. Serena rincorre il 14° slam, Aga può entrare nella storia come la prima polacca a vincere un major.

Serena Williams USA (6) vs Agnieszka Radwanska POL (3)

La finale femminile di Wimbledon 2012 sarà senza dubbio all’insegna del contrasto. Eh già, perché sabato, a contendersi il meraviglioso piatto d’oro dei Championships ci saranno due tenniste davvero diverse l’una dall’altra, per tanti motivi.

A cominciare dalla differenza d’età e, di conseguenza, dal passato tennistico. Serena Williams, 30 anni e attuale n. 6 del ranking, è una delle stelle del circuito ormai da più di dieci anni; le sue gesta tennistiche le hanno valso l’onore di entrare nell’Olimpo del tennis. Considerata ormai una delle giocatrici più forti della storia di questo sport, Serena possiede un palmares degno di una vera “dea” della racchetta – come del resto quello di sua sorella (che di divino ha perfino il nome !) Dopo essere stata più volte n. 1 del mondo, dopo 41 titoli in singolare, tra cui 13 slam (e, sempre negli slam, 12 titoli in doppio con Venus e 2 in doppio misto), per l’americana si tratta della settima finale a Wimbledon e la possibilità di conquistare per la quinta volta il celebre trofeo dell’All England Club.

Dall’altra parte della rete ci sarà una tennista molto più giovane: Agnieszka Radwanska. Polacca di Cracovia, Aga ha “appena” 23 anni, 10 titoli conquistati fino ad ora e, sabato, disputerà la sua prima finale slam. Certo, l’esperienza e l’abitudine di Serena ai grandi appuntamenti Agnieszka non ce l’ha e la Williams parte senza dubbio favorita. Del resto i loro due precedenti, nel 2008, a Berlino e a Wimbledon, hanno visto la statunitense nettamente vittoriosa sulla polacca. Tuttavia, la Radwanska, da poco n. 3 del ranking, ormai da due anni è una delle tenniste più competitive e temibili del circuito e ha dimostrato di avere grandissima maturità e intelligenza tattica. Aga n. 1 lo è già stata a livello juniores nel 2006, dopo aver vinto proprio Wimbledon e il Roland Garros. Se vincesse sabato, sarebbe la prima polacca a diventare n. 1 del ranking. Soltanto un’altra polacca, Jadwiga Jedrzejowska, negli anni Trenta, era riuscita ad accedere a tre finali slam.

Se dovesse perdere, Agnieszka salirebbe al n. 2 dietro l’Azarenka. Serena sarà comunque n. 4, anche in caso di vittoria. Contro Angelique Kerber, in semifinale, la Radwanska ha fatto valere ancora una volta la sua grande calma e lucidità, riuscendo a spiazzare il “bum bum” della tedesca, offrendo un tennis vario e ordinatissimo. Serena, dal canto suo, ha confermato che, quando è in forma, è ancora lei la vera n. 1, surclassando una giocatrice come l’Azarenka che non scherza in quanto a personalità e tenacia. La Williams ha travolto l’avversaria soprattutto grazie al servizio, mettendo a segno ben 24 ace e sfoderando tutta l’aggressività e la potenza di cui è capace.

E qui sta forse la vera grande differenza tra le due finaliste di quest’anno ai Championships. Serena si distingue soprattutto per la sua grande forza e potenza, la spinta e l’affondo quando prende possesso del campo. La polacca, al contrario, non è certo potente. Tuttavia, ha altre risorse che la rendono pericolosa. Prima fra tutte la grandisima forza mentale, l’intelligenza tattica, un tennis ordinato, a volte perfino “chirurgico”, dotato, inoltre di quelle variazioni che riescono molto spesso a mandare in tilt anche le tenniste più esperte. Ma attenzione: Aga può tirar fuori anche una prima di servizio insidiosa e pesante, anche se dovrà fare attenzione alla risposta di Serena sulla sua seconda. Sa essere estremamente “diligente” e concreta, fino a diventare una vera “ragioniera” della racchetta, sfoderando arguti contropiedi e combinazioni inattese di smorzata e lob.

Questo è reso possibile da una grande mano e dal tocco sopraffino di cui è dotata. In campo è serafica e silenziosissima, al contrario di Serena che si fa notare non solo grazie al suo grande tennis ma anche per la sua personalità vivace, la sua impulsività, sfogando la sua grinta con veri e propri “ruggiti” e sfociando, a volte, perfino nell’aggressività verbale quando si sente lesa dai giudizi arbitrali. Certo, Agnieszka dovrà cercare di far muovere il più possibile l’americana e spiazzarla variando gli effetti dei colpi e le geometrie; ma se la Williams comincerà a condurre il gioco, sarà dfficile per la polacca arginarne la potenza e mettere a segno le sue variazioni. Soprattutto se la statunitense sarà ancora così devastante con il servizio.

Serenona, massiccia, potente e plateale contro l’esile, minuta e timida Aga, che non ha quasi esultato dopo la vittoria sulla Kerber, ma che non ha mancato di salutare il suo angolo con uno sguardo colmo di soddisfazione, angolo nel quale non mancava neanche sua sorella Urszula, più giovane di Agnieszka e anche lei professionista del circuito (ora n. 54) e vittoriosa, nel 2007, del torneo juniores di Wimbledon (anche se, almeno per adesso, molto meno competitiva della sorella). Ma anche nel box di Serena c’era Venus, come sempre molto vicina e legatissima alla sorella.

E forse, l’attaccamento agli affetti familiari e il fatto di condividere con una sorella la vita del circuito (anche se Urszula è molto più giovane e non ha certo il trascorso tennistico di Venus !) è uno dei rari punti in comune tra le due avversarie che si affronteranno in finale. Insomma, la forza e la vivacità di una grande n. 1 e il talento e la ponderatezza di una probabile futura n. 1 saranno grandi protagonisti sull’erba “magica” e tanto amata del centrale di Wimbledon. Già, perché la predilezione per il manto verde di Church Road è certamente condivisa da entrambe.

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