Stan Smith, leggenda della Davis

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Stan Smith, leggenda della Davis

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TENNIS – Nonostante i due Slam vinti in carriera (Us Open ’71 e Wimbledon ’72), Stan Smith sarà per sempre ricordato come uomo Davis per il suo fondamentale contributo, con sette coppe vinte in dieci partecipazioni: nel giorno del suo 67 esimo compleanno riviviamo la storica finale vinta nel 1972 contro la Romania. 

“Si tratta di uno dei più grandi giocatori di Coppa Davis della storia, ha vinto Wimbledon e gli Us Open, con Bob Lutz ha formato un doppio memorabile; quello che colpisce di Stan Smith è che ha vinto un’accentuata goffaggine adolescenziale, riuscendo a diventare un tennista di alto livello, dotato peraltro di un ottimo serve&volley e capace di mettere una storica griffe nel quinto successo consecutivo degli Usa nella Davis del 1972”.

Pensieri e parole di Bud Collins tratti dalla sua famosa enciclopedia del tennis. Parole più che mai d’attualità se non altro perché si parla di Stan Smith, tennista statunitense protagonista degli anni ’70; è notizia di pochi giorni infatti che, dopo qualche stagione di assenza, la sneaker icona di adidas Originals e a lui intitolata, tornerà sul mercato.
Non si scandalizzino gli amanti del tennis, non s’interroghino sul paragone azzardato. Dagli elogi di Collins alle scarpe “Stan Smith” il passo è breve e forse un pelo beffardo ma questo lo sa anche lui, anche Stan. E lo sa per esperienza personale fin da quando suo figlio guardandolo con innocente candore gli chiese: ”Papà, ma sei nato prima tu o le scarpe che portano il tuo nome?”.
Un sorriso amaro, forse, quello di suo padre; il suo nome sarebbe stato per sempre indissolubilmente legato alla calzatura punta di diamante di Adidas.
Come svilire una leggenda in una scarpa dunque.

Ma Stan Smith meriterebbe di essere ricordato per ben altro dato che, come testimoniato dall’incipit di Collins, nella finale di Coppa Davis tra Romania e USA si concesse il lusso di scrivere la storia .

Correva l’anno 1972 e la pressione del rumeno Ion Tiriac aveva avuto il suo peso nel convincere l’ITF a eliminare il Challenge Round da quella che è passata alla storia come la prima competizione tennistica tra nazioni ad essere disputata con il nuovo formato; a rendere epici i contorni della sfida contribuirono il tremendo attentato di “Settembre nero” durante le Olimpiadi di Monaco di Baviera e lo scempio del “teatrino” di arbitri e giudici di linea che chiamavano fuori qualsiasi palla degli americani.
Al Club Sportif Progresul di Bucarest la Romania si presentava agguerrita dopo le sconfitte in finale del 1969 e dell’anno prima, rimediate proprio contro Smith e compagni; Nastase e Tiriac aizzavano la folla e in ogni dove tutti erano convinti della vittoria dei padroni di casa, ma in vero si sarebbe consumato di lì a poco l’ennesimo dramma sportivo. Terza finale, terza sconfitta. E da quel giorno mai più i rumeni sarebbero riusciti a centrare la qualificazione per l’atto conclusivo del torneo.
E dire che Tiriac era riuscito a riportare in parità il punteggio dopo aver rimontato di due set Tom Gorman imponendosi 4-6, 3-6, 6-4, 6-3, 6-2 mentre i 7 mila tifosi di casa facevano di tutto per distrarre lo statunitense al servizio. Nel primo match invece Smith si era imposto 11-9, 6-2, 6-3 su Nastase, nonostante quest’ultimo avesse servito invano per il primo set sul 9-8; e nel doppio in coppia con Van Dillen aveva confezionato il bis battendo nuovamente Nastase coudiuvato da Tiriac (con cui aveva vinto il Roland Garros nel 1970).

Ma veniamo al dunque, la partita decisiva; lo spannung risolutivo dell’incontro tra le due Nazioni. Nel match tra Smith e Tiriac, quest’ultimo vittima di un crampo, si fa incautamente massaggiare da un raccattapalle ma nonostante “l’aiuto” esterno, le chiamate arbitrali dichiaratamente avverse e tifosi decisamente ostili e quasi scorretti, l’americano riesce ad imporsi in rimonta in 5 set. “Pensavo che non mi avrebbero fatto vincere”, le parole dell’americano.
Nel punteggio finale 4-6, 6-2, 6-4, 2-6, 6-0 spicca l’ultimo set d’antologia; uno dei migliori parziali mai giocati nella storia del tennis. Quinto set memorabile, quinta Davis consecutiva per gli Usa e per Smith che riesce a mettere la sua impronta in tutti e tre i match vittoriosi.
Alla stretta di mano con l’avversario Smith dichiarò di aver perso molto del rispetto che nutriva nei suoi confronti ma Arthur Ashe, che quel giorno rimase sconvolto per le conclamate ingiustizie, si sarebbe così espresso anni dopo: “Ion è così, non è disonesto, non farebbe mai qualcosa di volutamente scorretto. Ma è abituato a credere che sia giusto piegare le regole per arrivare alla vittoria”.

Nel 1972 Smith aveva vinto anche Wimbledon, suo secondo Slam dopo gli UsOpen del 1971, e lo aveva fatto superando Nastase. Corsi e ricorsi certo, ma nessun successo precedente o futuro rispetto a quell’impresa ha mai cambiato di una sola virgola la sua storia. Tutto quello che era avvenuto prima, tutto quello che venne dopo. Niente di tutto questo.
Stan sarebbe stato ricordato per sempre come l’uomo della Davis, con 10 partecipazioni e contributi decisivi alla vittoria della Coppa in ben 7 edizioni; quando poi nell’edizione seguente del torneo avrebbe perso la sua prima partita (con Newcombe al quinto) delle cinque finali di Davis disputate , non lo avrebbe fatto notare nessuno. Era già leggenda.

Nel 1987 è stato inserito nella  International Tennis Hall of Fame. Bud Collins scrive di lui così: “Uno sportivo notevole, sempre concentrato e spesso vincitore. Non è un caso che sia stato inserito nella Top 40 dei più grandi giocatori di tennis di tutti i tempi nella rivista di Tennis Magazine del 2005”.
Ed oggi che la scarpa è tornata prepotentemente alla ribalta  irrompendo sul mercato, sembra quasi di rivederlo tornare a giocare sui campi da tennis con la stessa fierezza di un tempo e la stessa accattivante presunzione dei vincenti.

Per Collins “non è mai stato il migliore, ma è sempre stato tra i migliori,“ ma non chiamatelo eterno secondo perché Stan si è consacrato leggenda prima di molti ed oggi che le sue Adidas sono tornate, è il caso di dirlo: “Bentornato Stan”.
Ma forse non se n’era mai andato e non lo farà mai.

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CARRIERA E STATISTICHE DI STAN SMITH:

SINGOLARE

Migliori risultati negli Slam

Australian Open 3T (1970 – 1975)
Roland Garros QF (1971-1972)
Wimbledon W (1972)
Us Open W (1971)

Dettaglio

Vittorie/Sconfitte 658-271 (70.82%)
Match vinti/Persi al 5 set 15-15 (50%)
Titoli vinti sul cemento 13
Titoli vinti sulla terra 5
Titoli vinti sull’erba 4
Titoli vinti sul sintetico 12
Titoli vinti Indoor 21
Titoli vinti Outdoor 15
Best ranking 3° (23-8-13)
Prize Money 1.774.811 (Singolare e Doppio)

DOPPIO

Vittorie/Sconfitte  552-200 (73.40 %)
Best Ranking 5° (9-4-79)

COPPA DAVIS

Partecipazioni 1968-1969-70-71-72-73-75-77-79-81
Vittorie 15 nel singolare e 20 nel doppio
Sconfitte 5 nel singolare e 3 nel doppio

DI SEGUITO L’ELENCO DEI TITOLI VINTI NELLO SPECIFICO:

Titoli vinti nel Singolare (37)

1969 (1) Melbourne (Outdoor/Erba)

1970 (4) Masters  (Indoor/Sintetico) , Stockholm Open  (Indoor/Cemento) , Phoenix  (Outdoor/Cemento) , Hampton  (Indoor/Sintetico)

1971 (4) US Open  (Outdoor/Erba) , Cincinnati  (Outdoor/Terra) , London / Queen’s Club  (/) , Paris  (Outdoor/Terra)

1972 (9) Stockholm  (Indoor/Cemento) , Paris Indoor  (Indoor/Cemento) , Los Angeles WCT  (Outdoor/Cemento) , Sacramento  (Outdoor/) , Wimbledon  (Outdoor/Erba) , Washington  (Indoor/Sintetico) , Hampton  (Indoor/Cemento) , New York  (Indoor/) , Salisbury  (Indoor/Cemento)

1973 (8) Bastad  (Outdoor/Terra) , Dallas WCT  (Indoor/Sintetico) , Gothenberg WCT  (Indoor/Sintetico) , Brussels WCT  (Indoor/Sintetico) , Munich WCT  (Indoor/Sintetico) , St. Louis WCT  (Indoor/Sintetico) , Atlanta WCT  (Outdoor/Terra) , Philadelphia WCT  (Indoor/Sintetico)

1974 (4) Chicago  (Indoor/Sintetico) , Nottingham  (Outdoor/Erba) , St. Louis WCT  (Outdoor/Terra) , Hempstead WCT  (Outdoor/Cemento)

1975 (1) Sydney Indoor  (Indoor/Cemento)

1977 (1) Los Angeles PSW  (Indoor/Sintetico)

1978 (2) Vienna  (Indoor/Cemento) , Atlanta  (Outdoor/Cemento)

1979 (2) Vienna  (Indoor/Cemento) , Cleveland  (Outdoor/Cemento)

1980 (1) Frankfurt  (Indoor/Sintetico)

Titoli vinti nel doppio (53)

1968 (1) US Open  (w/Lutz, Outdoor/Erba)

1970 (3) Stockholm Open  (w/Ashe, Indoor/Cemento) , Berkeley  (w/Lutz, Outdoor/Cemento) , Australian Open (w/Lutz, Outdoor/Erba)

1971 (3) Stockholm Open  (w/Gorman, Indoor/Cemento) , Cincinnati  (w/Van Dillen, Outdoor/Terra) , Paris (w/Gorman, Outdoor/Terra)

1972 (2) Nice  (w/Kodes, Outdoor/Terra) , Madrid  (w/Nastase, Outdoor/Terra)

1973 (5) San Francisco  (w/Emerson, Indoor/Sintetico) , Bastad  (w/Pilic, Outdoor/Terra) , World Doubles WCT  (w/Lutz, Indoor/Sintetico) , Johannesburg WCT  (w/Lutz, Outdoor/Cemento) , Brussels WCT (w/Lutz, Indoor/Sintetico)

1974 (5) San Francisco  (w/Lutz, Indoor/Sintetico) , US Open  (w/Lutz, Outdoor/Erba) , Boston (w/Lutz, Outdoor/Terra) , New Orleans WCT  (w/Lutz, /) , Atlanta WCT  (w/Lutz, Outdoor/Terra)

1975 (5) Columbus  (w/Lutz, Outdoor/Cemento) , Washington  (w/Lutz, Outdoor/Terra) , Houston (w/Lutz, Outdoor/Terra) , Tokyo Indoor  (w/Lutz, Indoor/Sintetico) , Fort Worth WCT (w/Lutz, Outdoor/Cemento)

1976 (5) Wembley  (w/Tanner, Indoor/Sintetico) , Los Angeles  (w/Lutz, Indoor/Sintetico) , Cincinnati  (w/Van Dillen, Outdoor/Terra) , Rome WCT  (w/Lutz, Outdoor/Terra) , Indianapolis WCT (w/Lutz, Indoor/Sintetico)

1977 (6) Johannesburg WCT  (w/Lutz, Outdoor/Cemento) , Maui  (w/Lutz, Outdoor/Cemento) , Columbus (w/Lutz, Outdoor/Terra) , Las Vegas  (w/Lutz, Outdoor/Cemento) , Washington Indoor (w/Lutz, Indoor/Sintetico) , Hampton  (w/Mayer, Indoor/Sintetico)

1978 (3) US Open  (w/Lutz, Outdoor/Cemento) , Washington Indoor  (w/Lutz, Indoor/Sintetico) , Springfield (w/Lutz, Indoor/Sintetico)

1979 (6) Cologne  (w/Mayer, Indoor/Cemento) , Cleveland  (w/Lutz, Outdoor/Cemento) , Newport (w/Lutz, Outdoor/Erba) , Washington Indoor  (w/Lutz, Indoor/Sintetico) , Denver (w/Lutz, Indoor/Sintetico) , Birmingham  (w/Stockton, Indoor/Sintetico)

1980 (6) Johannesburg  (w/Lutz, Outdoor/Cemento) , Vienna  (w/Lutz, Indoor/Cemento) , US Open (w/Lutz, Outdoor/Cemento) , Las Vegas  (w/Lutz, Outdoor/Cemento) , Frankfurt  (w/Amritraj, Indoor/Sintetico) , Rotterdam  (w/Amritraj, Indoor/Sintetico)

1983 (2) Vienna  (w/Purcell, Indoor/Cemento) , Caracas  (w/Fillol Sr., Outdoor/Cemento)

1984 (1) Columbus  (w/Mayer, Outdoor/Cemento)

Si consiglia la lettura di Stan Smith’s Winning Doubles. Stan Smith Champaign, IL: Human Kinetics (2002)

Andrea Pagnozzi

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