Serena, Novak, combattendo i loro demoni

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Serena, Novak, combattendo i loro demoni

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TENNIS- Un articolo su US Today riporta le ansie e i dubbi dei tennisti prima che scendano in campo. Chiara Bracco

 

Sono passati quasi due mesi dalla conclusione del primo attesissimo appuntamento della stagione tennistica. Le due afose settimane dello Slam Australiano si sono concluse, lasciandoci tante incredibili ma anche dolci sorprese. Un simpatico articolo riporta su US Today alcune delle ansie e degli incubi  ricorrenti che i nostri eroi muniti di racchetta affrontano in privato, ancora prima di scendere in campo.Prima che tutto venga lasciato da parte, perché conta solo giocare e vincere.

Serena Williams ha salutato in anticipo il caldo di Melbourne per mano della serba Ana Ivanovic. Non ha raggiunto una finale tanto desiderata, nel secondo torneo dello Slam dopo Wimbledon a darle le maggiori soddisfazioni, con ben quattro vittorie. Eppure, proprio la finale Australiana sembra quella più ricorrente nel peggiore incubo dell’americana. Il sogno ricorrente, che la tormenta,  è quello di raggiungere la finale, di dover lasciare improvvisamente il paese, non riuscendo a tornare in tempo per disputarla e quindi di perderla: “E’ il sogno peggiore che abbia mai fatto, è davvero inquietante”, racconta la numero 1 del mondo.

Le interviste fatte a più di una dozzina di tennisti professionisti rivelano che i temi ricorrenti dei loro sogni sono sempre gli stessi: arrivare in ritardo, l’imbarazzo, la mancanza di preparazione, l’impossibilità di affrontare situazioni impossibili.
JoAnn Dahlkoetter, uno psicologo sportivo, autore di Your Performing Edge , un libro che spiega passo dopo passo, il programma adatto da seguire per incanalare la propria energia e per superare in maniera brillante i più difficili ostacoli che un atleta professionista deve affrontare in carriera,  dice: “ Gli atleti sono dei perfezionisti, se qualcosa nella loro routine non va per il verso giusto, si stressano”.

Emerge così che spesso l’americano John Isner, sogna di presentarsi in campo con due scarpe dello stesso tipo, o Tim Smyczek, si ritrova a giocare finalmente in un grande stadio, per scoprire alla fine di non aver dimenticato solo le scarpe, ma di essere completamente nudo.

Il sogno più esilarante lo racconta la ex numero 1 del mondo Jelena Jankovic, che debutta a Wimbledon per scoprire che il suo avversario sarebbe stato Andy Roddick: “ pensavo qualcosa come, E adesso come farò a rispondere al suo servizio?”

Jeff Greenwald, psicoterapeuta e consulente presso la San Francisco Bay Area, spiega che i sogni più inquieti ripercorrono lo stato di stess, la vulnerabilità e le incertezze che molti atleti hanno e sentono, ma che spesso filtrano ed eliminano per affrontare un match. È un modo normale per elaborare i dubbi. “

Questi atleti affrontano sempre la paura del fallimento. Il cervello vuole conoscere il risultato e lo sport ha questa lacuna, in cui sei in attesa e devi anticiparlo. Il subconscio si nutre di queste ansie”.
Mike Bryan, numero 1 nel ranking di doppio con il gemello Bob, racconta di fare un sogno ricorrente, in cui è costretto a giocare il quinto set decisivo di un incontro in singolare di Davis Cup: “ Zoppico intorno al campo, in preda ai crampi, il pubblico mi fischia, Bob è li di lato che scuote la testa. Mi sveglio sudato”.

La coppia più chiacchierata del tennis invece, quella formata dalla russa Maria Sharapova e dal bulgaro Grigor Dimitrov, oltre a condividere la stessa professione, sembra condividere anche lo stesso incubo. Si perdono in un labirinto di corridoi e non riescono a trovare la strada per il campo.

Un certo numero di atleti invece, sembra filtrare tutto. Molti dicono di non ricordare i sogni, altri invece fanno dei sogni ricorrenti che non hanno a che fare con il tennis.

Fra questi, il numero 2 del mondo Novak Djokovic, che dice di sognare spesso degli animali, di correre con loro, di scappare da loro, di comunicare con loro.” Degli animali enormi, spesso mi trovo in acqua con degli squali”.

Forse sorprenderà un po’ che Roger Federer, visto il carattere combattivo che dimostra sul campo, difficilmente si sveglia una volta a letto. “ Ho sempre dormito bene fin da quando ero un ragazzino” racconta il 17 volte vincitore di Slam, “non ricordo mai i sogni”. Ma quelli da sveglio? Quello è differente. Federer a volte inizia a pensare che aprirà la sua borsa prima di un match e troverà le corde delle racchette tagliate.
“Le controllo. A volte le controllo due volte. Ma questo non è un sogno. È paranoia”.

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