ATP/WTA Miami. (S)punti tecnici dei quarti

(S)punti Tecnici

ATP/WTA Miami. (S)punti tecnici dei quarti

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TENNIS ATP/WTA MIAMI – Nella quarta puntata della nostra rubrica tecnica analizziamo la grande linearità del gioco e l’atteggiamento mentale di Kei Nishikori, nonché le soluzioni in campo di Aga e Dominika.

La disarmante (e vincente) linearità di Kei

Il giapponese Kei Nishikori è uno dei giocatori più regolari del circuito. Non parlo di semplice buona percentuale tra vincenti ed errori, anche perchè Kei non è certo uno che non prova a tirare l’accelerazione, anzi lo fa spesso e volentieri. La sua regolarità è di un altro tipo, riguarda le caratteristiche di gioco, e soprattutto il carattere e la gestione del match dal punto di vista mentale.
“Lineare” è la parola migliore per descriverlo, a mio avviso.

Questo perchè Nishikori porta in campo con sé, oltre al suo buonissimo e tipicamente “moderno” tennis di velocità e pressione da fondocampo, un atteggiamento davvero “zen”, molto orientale nel senso migliore del termine. Velocità di gambe, dritto e (specialmente) rovescio bimane di grande qualità, unite a una flemma da monaco buddista.

Lui fa il suo, senza variazioni o fiammate, apparentemente indifferente all’andamento della partita, dall’inizio alla fine. Questo può essere un limite nel momento in cui ci si trova nella necessità di salire con l’intensità, di provare qualcosa di più arrischiato per trovare le aperture e comandare la partita, ma come si è visto prima con David Ferrer (rimontato e sconfitto con match-point annullati) e poi stanotte con Roger Federer (rimontato e sconfitto dopo essere stato due volte sotto di un set e un break), altrettanto spesso una granitica solidità mentale, fisica e tattica può risultare vincente.

Per un set e mezzo, Kei ha subito un buonissimo Federer, ha incassato vincenti e lampi di classe senza fare una piega, e lentamente ma inesorabilmente ha iniziato a scavare crepe decisive nelle certezze dello svizzero. Il quale, da parte sua, non ha saputo sottrarsi alla ragnatela dei palleggi, e si è ritrovato quasi senza rendersene conto a giocare esattamente come il giapponese, scambiando in accelerazione da fondo, e rinunciando progressivamente ai tagli e alle verticalizzazioni.

Quando uno come Nishikori entra in fase “pilota automatico”, o sei capace di inventarti le variazioni decisive quando conta, oppure prima o poi vai sotto, ed è quello che è successo a Roger. Anche perchè anticipare in controbalzo da fondo una, due, tre, cinque palle consecutive, senza però trovare angoli e spazi determinanti, diventa un esercizio di stile fine a se stesso, e porta inevitabilmente all’errore.

Bellissimo risultato per Kei, che se quest’anno continuerà così potrebbe nuovamente avvicinare la top-10 (best ranking 11 a giugno 2013). Riguardo a Federer, un deciso passo indietro rispetto alle ultime buone prestazioni: l’aspetto positivo è che stanotte lo svizzero ha semplicemente interpretato male la partita da punto di vista tecnico-tattico, ma il fisico e i colpi ci sono. Doveva solo usarli meglio.

La grande battaglia di Agnieszka e Dominika

Precedentemente, durante la serata, Aga Radwanska e Dominika Cibulkova avevano dato vita a un match tra i più appassionanti del torneo (insieme a quello tra Venus Williams e la stessa Cibulkova – un caso, oppure Dominika sta davvero diventando una gran giocatrice?).
Più potenti e carichi di spin i colpi di “Cipollina”, più leggeri ma più anticipati e precisi quelli della “maga”, notevoli difficoltà a causa del vento con il servizio per entrambe: le due campionesse hanno messo in campo, senza risparmiarsi, quello che avevano.

Per la prima parte della partita, Aga gliene ha combinate letteralmente di tutti i colori: anticipi, contropiede, finte, drop shot, volée, e soprattutto grandi slice che schizzavano bassissimi a togliere certezze e ritmo. Dominika è arrivata al limite dell’esasperazione, andando definitivamente in confusione sul 4-5 nel secondo set dopo aver già perso il primo: errori clamorosi, chiusure mancate, ingenuità da junior, ed ecco serviti tre match-point.

Qui, forse per l’adrenalina e la paura, come un computer che dopo essere stato affetto da un virus che ne comprometteva le capacità di calcolo, viene finalmente resettato e riavviato, la Cibulkova è ripartita a razzo. Ha annullato i match-point, e conquistato il set al tie-break, a suon di vincenti a tutto braccio sulle righe, e non far toccare la palla alla Radwanska per intere sequenza di punti non è per nulla facile.

Da lì, “Cipollina” non si è più fermata, andando definitivamente sopra all’avversaria fisicamente e come pesantezza di palla, e chiudendo 6-3 non prima comunque di aver subito qualche invenzione, da autentica “maga”, da parte di una Radwanska che non ha mai mollato.

Tecnicamente, il gioco di gambe di Aga e Dominika è quanto di meglio si possa vedere oggi nel circuito femminile: appoggi rapidissimi, flessione irreale delle ginocchia che arrivano a toccare il terreno non ogni tanto, ma quasi sempre, posizioni incredibilmente aggressive in ribattuta, diagonali e recuperi perfetti anche quando estremi.Un balletto frenetico e godibilissimo.

One-Handed Backhand appreciation corner

Cala il sipario, e la notte più oscura, su Miami.
Il Vecchio Jedi si è fatto irretire dal Guerriero del Sol Levante, che si candida a diventare una delle Nemesi Bimani più insidiose, avendo sconfitto nello stesso torneo, dopo L’Apprendista Bulgaro, anche il Maestro Rossocrociato.
Non gioiscano, però, le orde della barbarie bimane: l’america è loro, per adesso, ma i Cavalieri della Luce sono pronti a dare battaglia in tutta l’europa, a partire da Montecarlo.
Con il cuore gonfio di tristezza, e l’anima attanagliata dal Lato Oscuro, chiudiamo qui questa sotto-rubrica. Riprenderemo a sostenere la One-Handed Band sulla terra rossa, sempre e comunque, perchè la Gloria e la Leggenda sono difficili da afferrare, ma quando ci si riesce impugnando eastern a una mano, la Storia stessa sorride soddisfatta.

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