Camila Giorgi: cambiare gioco o no?

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Camila Giorgi: cambiare gioco o no?

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TENNIS AL FEMMINILE – Con la finale di Katowice, Camila Giorgi ha raggiunto il miglior ranking in carriera: numero 54. Quando scende in campo, il suo tennis estremo non manca mai di suscitare discussioni. Deve cambiare modo di giocare o no?

Sono passati già diversi anni dalla prima volta in cui ho visto giocare Camila Giorgi. Era la fine del 2009: si trattava della finale di un torneo da 50.000 dollari a Toronto: il torneo era ripreso da una semplice webcam fissa. In seguito l’ho rivista solo sporadicamente (in qualche ITF americano coperto da streaming), di certo non con l’assiduità di alcuni appassionati. Tanto è vero che conoscevo abbastanza poco Camila prima del suo exploit di Wimbledon 2012, quando vinse sei partite di fila (tre di qualificazione e tre di tabellone principale) sconfiggendo fra le altre Pennetta e Petrova, prima di fermarsi solo al quarto turno contro Agnieszka Radwanska.

Da allora l’ho seguita con più frequenza, anche se va detto che Giorgi non ha giocato moltissimo, avendo più volte dovuto fermarsi per problemi fisici. Se all’inizio averla vista poche volte a distanza di molti mesi non mi ha aiutato a conoscerla a fondo, mi ha forse consentito di individuare più facilmente i suoi cambiamenti.

Lo dico perché non credo che negli anni sia rimasta sempre la stessa giocatrice; secondo me con il tempo ha arricchito gli schemi di gioco, lavorando sulla costruzione dello scambio e non più sulla pura velocità di palla come faceva da giovanissima. Adesso varia molto di più le geometrie utilizzando (sia di dritto che di rovescio) colpi incrociati, lungolinea e anche inside-out, mentre agli inizi a me sembrava fosse più ripetitiva e meno completa.
È migliorata nelle esecuzioni in avanzamento e oggi cerca di frequente la rete; in più nella presa di posizione fa sempre il passo avanti tra il primo colpo di volo e quelli successivi, cosa che invece continua a mancare anche a tenniste che sono ai vertici del ranking.

Malgrado questo, leggo molte opinioni che la descrivono come una giocatrice scriteriata, una sorta di colpitrice folle che dovrebbe fare tabula rasa del suo modo di stare in campo per ricostruire da zero un tennis più razionale. Ma è vero?

Anticipo subito che per me si tratta di esagerazioni, e che tutto sommato il gioco di Camila è anche più sensato di quanto potrebbe sembrare a prima vista.
Lo dico perché non credo esista un tipo di tennis ideale, un unico modello da perseguire: al contrario, penso che ognuno dovrebbe cercare il gioco più consono alle proprie caratteristiche. E il tennis di Camila è abbastanza anomalo e particolare anche perché lei dispone di doti fisico-tecniche altrettanto anomale e particolari.
Ad esempio a me non viene in mente un’altra giocatrice reattiva e guizzante quanto lei: quando è in campo sembra quasi avere un metabolismo accelerato, più veloce di quello di tutte le sue avversarie.

Di queste specificità penso si dovrebbe tener conto quando si valutano le sue scelte. Prima di provare ad analizzare la situazione partendo da qualche dato statistico, mi sento di esprimere anch’io una critica su una questione che non credo possa emergere attraverso i numeri. A mio avviso dovrebbe rivedere la tendenza a spingere al massimo quando si ritrova con il campo aperto per chiudere uno scambio quasi certamente vinto.

Il suo è un tipo di gioco che destabilizza l’avversaria, per cui spesso le capita di avere a disposizione grandi porzioni di campo sguarnito; ecco, forse in questi casi sarebbe sufficiente collocare la palla con un semplice appoggio, senza correre troppi rischi. Questa propensione ad esagerare in situazioni di assoluto dominio (incorrendo poi in gratuiti) a mio avviso le è costata la partita contro Alizè Cornet ai recenti Australian Open.
Ma rispetto alle scelte tattiche è un aspetto marginale. Comincerei invece a ragionare sui fondamentali di gioco, che incidono profondamente sulla costruzione del punto.

– Servizio
Giorgi è in grado di servire vicino ai 190 Km/h. E’ chiaro che se si riesce a mettere in campo una prima a quelle velocità è molto probabile ottenere il punto: se non direttamente, quantomeno nello sviluppo dello scambio.
Ma cosa fare sulla seconda? Spingere quasi allo stesso modo per provare a non stravolgere troppo il proprio copione tattico, oppure prediligere una opzione più prudente per non commettere tanti doppi falli?
Visto che Camila è spesso accusata di commetterne troppi, credo che la questione vada approfondita. Nel tennis femminile, in caso di seconda palla, molte volte la risposta diventa un colpo più aggressivo della battuta stessa, e quindi è fondamentale la scelta al servizio.

E, come sempre, anche nella stagione 2014 in pochissime sono riuscite a raggiungere la soglia del 50% di punti vinti sulla propria seconda palla. Per la precisione, con i dati fino al 4 aprile 2014, si tratta di solo quattro giocatrici. In ordine crescente: Alison Van Uytvank (50% di punti vinti sulla seconda), Kurumi Nara (50,2%), Serena Williams (51,8) e infine, prima assoluta del circuito WTA, Camila Giorgi (53%).

Numeri Camila Giorgi
Di fronte a questi dati, direi che diventa abbastanza problematico sostenere che Camila sbagli nella gestione della seconda di servizio. Proprio questo alto rendimento sulla seconda potrebbe indurla a modificare alcune scelte sulla prima di servizio: forse potrebbe addirittura rischiare di più (e non lo dico per paradosso o provocazione), cercando più spesso l’ace invece di una prima incisiva ma controllata.

Sappiamo ad esempio che dispone di una botta centrale che grazie alla grande velocità si trasforma quasi sempre in punto; nel match di domenica contro Cornet a Katowice a mio avviso avrebbe potuto tentarla più spesso.
Considerato il servizio che possiede, penso avrebbe la possibilità di entrare nelle prime dieci in classifica anche per quanto riguarda i punti vinti sulla prima, classifica in cui oggi non compare.

– Risposta
Per quando riguarda la risposta, credo che si debba tenere conto che Giorgi non ha una grande esperienza nel circuito e quindi mediamente conosce poco le sue avversarie; forse in qualche caso avanzare la posizione di risposta progressivamente nel corso del match potrebbe consentirle di prendere la misura del servizio da fronteggiare. Ma non è detto che una scelta del genere sia di sicuro produttiva.
Mi spiego: nel tennis femminile in risposta è fondamentale non lasciare troppo spazio all’avversaria; e sulla seconda di servizio è quasi obbligatorio essere aggressive. Rinunciarci in nome di una maggiore quantità di palle tenute in campo potrebbe non risultare vantaggioso nell’equilibrio complessivo del confronto.
Questo tenendo conto non solo degli aspetti tecnici, ma anche di quelli psicologici. Infatti se da un lato arretrando si può ridurre il numero dei propri errori, dall’altro questa mossa potrebbe però rendere più tranquilla l’avversaria, facendola di conseguenza servire meglio.

– Palleggio da fondo
Giorgi tira forte, molto forte: notazione banale, evidente ed incontrovertibile. Però la velocità di palla in sé non è tutto. A mio avviso Camila è in grado di essere particolarmente incisiva anche perché gioca con un anticipo esasperato, togliendo ulteriore tempo alle avversarie. Per questo c’è chi cita Agassi; chi Monica Seles, che rispetto alle sue contemporanee aveva fatto non uno, ma due passi avanti nella posizione di gioco, rivoluzionando così il tennis dell’epoca.
Oppure si potrebbe ricordare la Li di qualche anno fa (prima del cambio di allenatore) che faceva concorrenza a Kim Clijsters in quanto a palleggio vorticoso attaccata alla linea di fondo. L’estrema incisività del palleggio di Giorgi è quindi la somma di due componenti: anticipo e velocità di palla. E una è conseguenza dell’altro: la velocità di palla si ottiene anche appoggiandosi sui colpi altrui, e prima si intercetta la palla, maggiore è la velocità che si riceve e quindi si restituisce. Anche per questo Camila riesce a tirare fortissimo, pur senza avere la potenza fisica di Serena o le lunghe leve di Sharapova o Ivanovic.

Però giocare cosi aggressivamente comporta alcune conseguenze. Intanto significa prendersi rischi costanti anche su palle che se affrontate un paio di metri più indietro sarebbero meno difficili. E poi significa dover accettare di colpire senza permettersi di scegliere tra dritto e rovescio quando la palla arriva in zona centrale. E infatti, se ci avete fatto caso, direi che nessuna tennista gioca così tanti rovesci anomali quanto Camila.

Questo è diretta conseguenza della sua posizione estremamente avanzata. Quasi tutti i giocatori si prendono il tempo per fare un passo laterale e utilizzare preferibilmente il dritto; ma non Giorgi che, aggredendo il più possibile la palla, in diverse occasioni si ritrova a dover colpire di rovescio anche dal centro. E quindi se da lì vuole mandare la palla verso la sua sinistra è obbligata all’inside-out. Colpo che del resto esegue con estrema naturalezza.
Anche in questo caso: arretrare di qualche centimetro o no?

La storia degli ultimi anni di Slam femminili ci ha detto che hanno sempre fatto più strada le interpreti aggressive rispetto a quelle che si basano su un gioco più prudente e sul basso numero di gratuiti.
“Mettendo la testa a posto” e normalizzando il suo tennis, quasi certamente Camila taglierebbe i picchi più bassi ma anche quelli più alti di rendimento; questo potrebbe ridurre le giornate-no e quindi alcune sconfitte con giocatrici di bassa classifica; ma poi temo si perderebbe anche la possibilità di puntare davvero in alto. Non per niente Giorgi ha un ottimo record con le giocatrici di alta classifica. Ne varrebbe la pena? E’ una scelta che probabilmente dipende dalla grandezza delle sue ambizioni.
In chiusura vorrei affrontare due ultimi aspetti.

Il primo è il controllo della velocità di palla. C’è chi dice: perché tirare sempre a tutta? Qualche volta potrebbe provare a gestire di più il palleggio. A Katowice a volte lo ha fatto contro Roberta Vinci. Però Roberta è un’avversaria particolare, perché si sa che dalla parte del rovescio ben difficilmente cercherà di aggredire, e perciò giocandole su quel lato conta soprattutto evitare di sbagliare. Ma contro altre giocatrici se si offre una palla troppo tenera sono dolori. Occorre quindi ridurre solo parzialmente la velocità di palla, diciamo a tre quarti.
Ma questa operazione è tutt’altro che semplice perché significa aggiustare la chiusura del colpo in funzione della minore spinta.
Insomma, non è detto che cambiando la normale meccanica di esecuzione si limitino gli errori. Ad esempio questo è un problema che hanno anche giocatrici di vertice come Li Na (che se smette di spingere con il dritto tende a perderne il controllo) o come Kvitova (che quando non è in forma se gioca in trattenuta si ritrova addirittura a colpire troppo piano).
In questo secondo me Camila assomiglia abbastanza a Li Na, con conseguenti errori sul dritto. E’ evidente quindi che se la percentuale di errori non cala davvero, tanto vale colpire cercando il punto.

L’ultimo aspetto che vorrei affrontare è la capacità difensiva. Ne sento parlare poco, mentre secondo me in questo potrebbe avere interessanti margini di miglioramento. Lo dico perché Camila ha un’eccellente mobilità, e quindi dispone della dote più importante per diventare una ottima giocatrice in difesa. Però si può essere anche velocissime di gambe, ma quando è l’avversaria che comanda, in alcune situazioni rimandare colpi tesi e veloci diventa un autogol, visto che in questo modo ci si nega la possibilità di ritornare nella giusta posizione per coprire il campo.
Se è l’avversaria ad avere in mano il gioco, penso bisognerebbe cercare soluzioni per non assecondarla, altrimenti si finisce solo per correre sempre di più, e l’unica possibilità di vincere lo scambio è sperare nel gratuito altrui, perché tatticamente il punto è perso.
Non so se al momento le mancano tecnicamente i colpi di contenimento, o se si tratta solo della difficoltà di valutare quando utilizzarli, ma resta il fatto che non si vedono praticamente mai.
Lavorare su questa area di gioco non credo comporterebbe grandi trasformazioni tattiche, ma probabilmente le consentirebbe di aumentare la possibilità di vincere alcuni scambi. Se lo fa Serena Williams, credo che anche Camila nelle situazioni più difficili potrebbe accettare di rifugiarsi in qualche lob difensivo o in qualche back in allungo.

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