Hillsborough: il pomeriggio che sconvolse l’Inghilterra

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Hillsborough: il pomeriggio che sconvolse l’Inghilterra

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NON SOLO TENNIS – Il 15 aprile 1989 si consuma una delle tragedie più assurde della storia dello sport: 96 tifosi del Liverpool perdono la vita nella strage di Hillsborough.

Sono le 14:37 del 13 aprile 2014. Ad Anfield Road il Liverpool si gioca una bella fetta di scudetto contro il Manchester City. Sarà una delle partite più belle della stagione, vinta dai Reds per 3-2 dopo che i Citizens avevano sfiorato una clamorosa rimonta. Per Steven Gerrard, capitano e bandiera del Liverpool, è una delle giornate più emozionanti della sua vita, lui che di battaglie ne ha vinte (e perse) tante. Il capitano, al triplice fischio, si lascia andare ad un pianto liberatorio ma subito dopo rimette i panni da condottiero e carica i suoi compagni. Dovesse vincere il titolo, il Liverpool conquisterebbe il campionato inglese dopo ventiquattro anni. Un digiuno intollerabile per la seconda squadra più titolata d’Inghilterra. Ma la domenica di Anfield è significativa soprattutto per una ricorrenza che ha segnato la vita Steven Gerrard e di tutti i tifosi dei Reds: la strage di Hillsborough.

Venticinque anni fa a Sheffield persero la vita 96 persone e altre 766 rimasero ferite. La dinamica della tragedia è sconcertante per chi è abituato a seguir il calcio inglese di oggi: tifosi ammassati senza possibilità di fuga e schiacciati contro le pareti laterali e le recinzioni che dividevano gli spalti dal campo, un’atmosfera di follia e di panico che degenerò presto in una carneficina sotto gli occhi impotenti della polizia. A Sheffield, quel 15 aprile, si giocava la semifinale di FA Cup, la più antica competizione di calcio, tra il Nottingham Forest e il Liverpool. Il clima è quello delle grandi occasioni: per la rivalità tra le due squadre, certo, ma anche perché le squadre inglesi sono state escluse dalle competizioni europee a seguito della strage dell’Heysel di tre anni prima.

Mancano quindici minuti all’inizio del match i tifosi del Liverpool faticano ad entrare nello stadio. A loro è stata riservata la tribuna di Lepping Lane, 14.600 posti, mentre a quelli del Nottingham è riservata la più capiente Spion Kop End. Per un motivo che non si è mai chiarito, al Nottingham vengono riservati più posti.
A causa dei lavori in corso sull’autostrada M62 molti tifosi sono arrivati in ritardo e si stanno accalcando davanti allo stadio di Hillsborough. Siccome la Lepping Lane ha solo sei ingressi e i tifosi del Liverpool ancora fuori dallo stadio sono tantissimi, la polizia decide di aprire il Gate C, nella speranza che la folla riesca a defluire. È un’idea catastrofica. I tifosi dei Reds cominciano ad ammassarsi verso il Gate C che dà accesso solo alla parte centrale della tribuna e quello che viene a crearsi è un imbuto mortale. La calca comincia a diventare asfissiante e la polizia non riesce a porre rimedio alla situazione disastrosa che ha creato.

Quando le forze dell’ordine si rendono conto di cosa sta succedendo, il dramma è già iniziato. Alcuni tifosi provano a salvarsi dalla calca umana rifugiandosi sul settore nord mentre altri cercano salvezza verso sud, dove la strada è sbarrata dai “Fences”, le grate dotate di spunzoni voluti da Margaret Thatcher in anni in cui il governo inglese non riusciva a trovare contromisure adatte al fenomeno degli hooligan. Mentre la situazione sta degenerando, Ray Lewis, arbitro della partita, dà il via al match. Sembra tutto tranquillo perché nessuno si è davvero accorto di quello che sta accadendo nella Lepping Lane. Ma sei minuti dopo un ufficiale di polizia chiede all’arbitro di interrompere la partita perché alcuni tifosi stanno invadendo il campo. La polizia fraintende la situazione ed è un errore che aggiunge ulteriore dramma a quel pomeriggio. Pensando che l’invasione fosse stata fatta per destabilizzare l’incontro e non per cercare una via di fuga, le forze dell’ordine cominciano a caricare violentemente i tifosi, che in questo modo si trovano sempre più schiacciati nell’inferno e senza possibilità di salvarsi. Quando ci si accorge che la realtà è un’altra, è davvero troppo tardi. Il bilancio è agghiacciante ed è una delle cicatrici più impresse nella memoria collettiva del popolo inglese. Quella domenica morirono 94 persone schiacciate e soffocate mente altre due morirono successivamente. Una macelleria sociale.

Per quasi vent’anni i tifosi del Liverpool vengono considerati i veri responsabili della strage. Erano anni di piombo, gli anni ’80 del calcio inglese: il governo Thatcher non sapeva come risolvere un problema crescente come quello degli hooligan e a poco servirono le leggi che bandivano la vendita di alcool negli stadi o che aumentavano enormemente la discrezionalità dei tribunali. Un pugno di ferro che aveva contribuito in maniera decisiva ad aumentare l’allarmismo nei confronti degli hooligan.
Dopo la tragedia, la Camera dei Lord chiese a Peter Taylor di redigere un rapporto su quanto successo a Hillsborough. Dal rapporto Taylor nacque la spinta che porterà alla nascita della moderna Premier League nella stagione 1992-1993, aiutata da molti finanziamenti pubblici che permisero una migliore organizzazione. Ai club di prima e seconda divisione venne imposto di prevedere solo posti a sedere nei propri stadi anche se il rapporto Taylor non trovava nei posti in piedi la principale causa del disastro. Pur condannando le forze di polizia per la gestione disastrosa, il rapporto Taylor venne quasi ignorato nelle indagini successive. Anche se sembrava palese che la responsabilità andasse ricercata nella disorganizzazione della polizia e nell’obsolescenza dello stadio, per molti anni non si fece chiarezza su quanto era accaduto quel pomeriggio. Ci sono voluti ben vent’anni prima che la polizia venisse considerata la principale responsabile. In mezzo ci fu una vergognosa inchiesta del “Sun” (datata 19 aprile 1989) chiamata “The Truth” che dipingeva i tifosi del Liverpool come un manipolo di ubriachi che si erano massacrati tra loro.

La prima pagina del "Sun" il 19 aprile 1989

La prima pagina del “Sun” il 19 aprile 1989

Quella verità fittizia non verrà mai perdonata al tabloid, che data la sua enorme distribuzione in Inghilterra, contribuì a modificare la percezione collettiva dei fatti di Hillsborough. Lo stesso 19 aprile i tifosi del Milan, durante la semifinale di Coppa dei Campioni tra i rossoneri e il Real Madrid, intonarono il celeberrimo coro dei tifosi del Liverpool, “You’ll never walk alone”.

Nel 2012 l’Hillsborough Independent Panel rende noto un nuovo rapporto di 395 pagine. E la verità viene finalmente a galla. Dal rapporto emerge che dei 94 morti di quel giorno, 41 potevano essere salvate con dei soccorsi tempestivi. Secondo i rapporti dell’epoca alle 15:15 quelle persone erano già morte mentre, secondo il report del 2012, 59 di loro erano ancora in vita. Dalla seconda inchiesta emerge come la polizia del South Yorkshire ebbe responsabilità enormi nella dinamica della tragedia e, ancora peggio, si rese colpevole dell’insabbiamento di alcune prove. Il collegamento tra questi insabbiamenti ed una Margaret Thatcher alla disperata ricerca di legittimare delle misure sempre più restrittive non fu mai trovato ma il sospetto, come il dolore, rimane vivo anche nei nostri giorni. Tant’è che l’anno scorso, dopo la morte della Lady di Ferro, nessuno volle dedicare un minuto di silenzio a Thatcher preferendo omaggiare le vittime di Hillsborough. Diradata la nebbia che si era depositata sui fatti, James Cameron, premier inglese, chiese scusa due volte ai parenti delle vittime per la “doppia ingiustizia: l’incapacità di proteggere le vite dei loro cari e l’imperdonabile attesa per arrivare alla verità”.

Venticinque anni dopo, la strage di Hillsborough rimane una ferita profonda. Una ferita che il Liverpool FC decise di commemorare modificando il proprio stemma, aggiungendo due fiamme per ciascun lato.
C’è chi dice che quel tragico pomeriggio venne sfruttato dal governo Thatcher per allontanare i ceti più poveri dagli stadi a favore delle classi più agiate. Anche se il modello del calcio inglese è ormai considerato uno dei migliori per la civiltà, chi ha vissuto quel pomeriggio non potrà mai dimenticare gli orrori che vennero provocati forse dalla negligenza o forse da una psicosi da hooligan. Non lo potrà dimenticare la Premier League, nata da quella tragedia e che ogni anno onora i 96 di Hillsborough facendo partire i match con sette minuti di ritardo. Non lo potrà dimenticare la Kop dei tifosi del Liverpool, il cui orologio è fermo alle 15:06, l’ora in cui Ray Lewis interruppe la semifinale di Hillsborough. E non lo potrà dimenticare il capitano del Liverpool Steven Gerrard, Red da sempre, che in quel 15 aprile 1989 perse un cugino.

Qui la puntata di Match of the Day, il programma calcistico della BBC, che racconta quel giorno.

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