Montecarlo: Federer trema ma è semifinale, Tsonga ko al terzo, Djokovic a fatica

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Montecarlo: Federer trema ma è semifinale, Tsonga ko al terzo, Djokovic a fatica

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TENNIS ATP MONTECARLO – Federer trema contro Tsonga ma poi si aggiudica il match per 2-6 7-6 6-1. Per la prima volta ci saranno due svizzeri in semifinale a Montecarlo. Djokovic vince dopo avere visto i sorci verdi contro un Garcia Lopez stratosferico, autentica rivelazione del torneo avendo eliminato Dolgopolov e Berdych. Ascolta audio

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MONTECARLO
R. Federer b. J. W. Tsonga 2-6 7-6 6-1
, in 2 ore e 25 minuti

Dopo aver perso il primo set 6-2 e avendo avuto a disposizione ben 13 palle break non sfruttate, il campione svizzero supera il momento di crisi, vince la seconda frazione al tie-break per 8 punti a 6 e vola verso la semifinale monegasca aggiudicandosi il terzo parziale con un perentorio 6-1. Se ieri Tsonga aveva beneficiato della defaillance di Fognini, oggi è lui a subire il tracollo psicologico nel terzo. Ora Federer aspetta il vincente tra Nole Djokovic e Garcia-Lopez.

In una giornata nuvolosa e alquanto fredda, ma con un pubblico accesissimo sugli spalti, lo choc della sconfitta di Rafa Nadal per mano del connazionale David Ferrer, dopo averlo dominato 10 anni sulla terra rossa, è ancora sulla bocca di tutti. In tribuna stampa, anche se Federer e Tsonga cominciano a giocare, non si parla d’altro. Anche perché il match, per ora, non subisce scossoni particolari.

E difatti fino al 2-2 prevale la regola dei servizi; i due estraggono dal cilindro il loro miglior tennis e Tsonga spinge moltissimo, facendo muovere Federer da una parte all’altra del campo.

Federer è carico, tonico anche se ci sono le prime avvisaglie di una certa imprecisione. Federer incorre in qualche errore tant’è che, quando ha la possibilità di strappare il servizio a Jo sul 2-1, esclama un sonorissimo “Come on!“, a dimostrazione che la carica e la tensione stanno inevitabilmente influenzando il gioco dello svizzero. La possibilità di brekkare il francese sfuma e Jo sale 3-2.

Da questo momento, l’ex n. 1 del mondo entra in una fase molto critica. Lo smalto non è più quello dei primissimi punti; Roger comincia a steccare la palla ma soprattutto commette numerosi gratuiti. Tsonga sale dunque 4-2, 5-2 per poi chiudere il set 6-2 in 35 minuti.

L’elvetico appare disattento, distratto mentre Tsonga resta estremamente concentrato mettendo a segno bei dritti vincenti e, soprattutto, prendendo molto spesso la rete per poi chiudere il punto. Federer ha tantissime occasioni per strappargli il servizio ma non c’è niente da fare, non riesce ad ottimizzare i vantaggi e le palle break se ne vanno, una dopo l’altra, inesorabilmente. Tanti i rovesci dell’elvetico sparacchiati fuori, tanti i dritti imprecisi.

Tsonga continua a mantenere alto il proprio livello di gioco mentre Roger appare ancora un po’ frastornato. Comunque, gli resta attaccato nello score. Entrambi si aggiudicano i propri turni di servizio nonostante Roger abbia avuto a disposizione numorose palle game mai trasformate : insomma quest’oggi il break non s’ha da fare per Roger Federer.

Ce ne sono ben 13 lasciate sfumare da Roger dal primo set fino alla fine del secondo cacciandole in rete, o andando fuori giri di dritto o di rovescio. Certo, il vincitore di 17 slam delizia spesso e volentieri il pubblico con magie sopraffine, come un pallonetto calibratissimo che supera il francese o deliziose volée appoggiate a fil di rete, contro le quali nulla può il tennista di Le Mans.

La tensione sale. Roger appare sempre più nervoso e, cosa alquanto rara e che probabilmente non succedeva da anni, gli viene attribuito un warning per “ball abuse” dopo aver lanciato una palla fuori dal campo in gesto di stizza dopo aver perso l’ennesima palla break.

Insomma, i due arrivano in perfetto equilibrio fino al 6-6 ed è tie-break.

E qui il match comincia a virare.

Tsonga gioca male ed è disattento nei punti decisivi. Adesso è lui a sentire la tensione. Roger sale rapidamente 6-3 avendo a disposizione ben 3 setpoint. Ma non è ancora finita. Ecco che lo svizzero commette ancora alcuni gratuiti e Tsonga recupera fino a 6-5. Ma questa volta, l’ex n. 1 del mondo infligge la zampata finale al transalpino e chiude il secondo parziale per 8 punti a 6.

Tutto da rifare dunque.

Tuttavia, pare che per Jo sia troppo tardi.
Federer ora ha il vento in poppa mentre il francese perde totalmente il controllo del suo tennis. È impreciso e si fa letteralmente sovrastare da Roger che risale in cattedra, deciso e “graffiante”.

In men che non si dica lo svizzero si ritrova 5-0.

Jo ha un sussulto d’orgoglio; fa un passo in avanti sull’1-5 ma si ferma qui. Roger Federer centra la semifinale di Montecarlo vincendo 6-1 al terzo set. In tutto sono state 17 su 19 le possibilità mancate da Roger per strappare la battuta a Jo.

Per la prima volta nella storia ci saranno due svizzeri in semifinale qui a Montecarlo. Un’ulteriore conferma, oggi più che mai, dellattuale stato di grazia che sta vivendo il tennis svizzero: “Certo è favoloso” ha commentato Federer in conferenza stampa “Ma abbiamo avuto già un momento fantastico  quando Stan è entrato nei Top 10 arrivando in finale a Roma, era un periodo molto positivo per la Svizzera. Oggi Stan è n. 3 e io 4 ed è buono perché siamo sempre lontani in tabellone ed possiamo avanzare entrambi. Da sei, nove mesi Stan sta facendo cose eccezionali e io mi sono ripreso dal periodo difficile dell’anno scorso”.

 

 

(Laura Guidobaldi)

 

N. Djokovic b. G. Garcia-Lopez 4-6 6-3 6-1 in 2 ore e 12 minuti

Stavolta Djokovic non ha giocato per tre quarti d’ora, anzi, se l’è vista davvero brutta. Dopo essere stato in campo in tutto 1 ora e 32 minuti nei due match precedenti, trova molte difficoltà, come se l’eccessiva facilità con cui è arrivato ai quarti non l’avesse sufficientemente rodato. Contro un Garcia Lopez che ha giocato la partita della vita, è partito eccessivamente tranquillo e ha perso il primo set. Sembrava un semplice incidente di percorso ma per vincere il secondo ha sudato le proverbiali sette camicie, salvando tre palle break prima di togliere il servizio all’avversario all’ottavo gioco. Nel terzo set la situazione torna a seguire le gerarchie della classifica, ma anche qui per esultare deve faticare fino alla fine, anche sotto 4-0 Garcia Lopez ha lottato come un leone. Novak però a quel punto non ha più fatto sconti e ha chiuso 6-1, dopo un’estenuante battaglia di 2 ore e 12 minuti.

C’era già stato un precedente che poteva insinuare in Djokovic il sospetto che Garcia Lopez non nutrisse particolari complessi nei suoi confronti: nove anni fa, nel 2005 a Wimbledon, lo spagnolo aveva vinto i primi due set e Nole era riuscito a venirne a capo solo dopo due sofferti tie-break e per 6-4 al quinto. Da allora in poi, però, il serbo aveva vinto sempre agevolmente le ultime tre partite concedendo pochi games, 6-4 6-4 a Dubai, 6-2 6-3 a Shanghai e 6-1 6-2 l’ultima volta tre anni fa a Madrid. Stasera è stato del tutto diverso.

Djokovic gioca sotto gli occhi di Boris Becker, presente in tribuna, contro un avversario che fa 31 anni a Giugno, è il n. 38 del ranking, a Montecarlo al massimo era arrivato al terzo turno nel 2007, sconfitto da Kohlschreiber. Si gioca con la luce dei riflettori, un inedito per il Principato.

Nel primo set il giustiziere dei più quotati Dolgopolov e Berdych conferma di essere in stato di grazia e rifila un doppio break al campione in carica del torneo, salendo 4-1. Nole rimedia in parte togliendo il servizio all’avversario nel gioco successivo, sul 4-5 ha una palla break ma non la sfrutta e cede per 6-4.

Nel secondo parziale, sul 2 pari Garcia Lopez ha una palla break sul 30-40, scambio lunghissimo concluso con un rovescio a rete dello spagnolo: Nole tira un sospiro di sollievo. Poi si costruisce bene il punto facendo muovere l’avversario e chiudendo con un facile smash a rete. Ma l’iberico continua a martellare col rovescio a una mano estremamente continuo. Djokovic deve concentrarsi al massimo, se si scompone sono guai! Alternando molto la direzione dei colpi Novak sembra avere la meglio, ma lo spagnolo è un muro, rimanda tutto di là, e con qualità. Alla fine il serbo si salva con un servizio solido e chiude con un serve&volley eccellente, 3-2 per lui. Già, eccellente: è l’unico modo che il n. 2 ha di giocare se vuole uscire da una situazione imprevista e terribilmente complessa. Nole sbaglia molto, diverse palle sono lunghe, un drop-shot di quelli che di solito non sbaglia non passa la rete. Per fare il punto lo deve fare tre o quattro volte, il muro iberico sembra davvero imperforabile!

Sul 3 pari, Garcia Lopez ha altre due palle break sul 15-40: la prima se ne va perché il rovescio lungo linea dell’iberico è fuori di un niente, nella seconda è bravo Djokovic a variare la direzione dei colpi fino all’errore dell’avversario (dopo una vita…). Il serbo si è salvato ancora, 4-3 per lui. Chi soffre di più nei propri turni di battuta è proprio il giocatore favorito! Sul 15-30, Nole manda malamente in rete un dritto da metà campo e reagisce con un sorriso incredulo. Poi però ha il grande merito di sfruttare l’unica palla break a favore sul 30-40, dopo l’ennesimo scambio estenuante chiuso da Garcia Lopez a terra, esausto. Sul 5-3 il serbo serve per il set e non fallisce, ritrovando la sua classe quando più conta: un set pari.

Terzo set: nel game d’avvio Novak in risposta è determinatissimo e si porta sullo 0-40. Centra il break con una risposta strettissima al secondo tentativo. Il trentenne iberico ha cambiato maglia, è passato dal bianco al giallo fosforescente (in linea con l’improvvisata sessione serale), continua a spingere e variare alla grande ma trova un Djokovic che non sbaglia quasi più nulla. Sul 2-0 30 pari Djoko ottiene una palla break: il pubblico incita lo spagnolo ma dopo l’ennesimo scambio prolungato e durissimo il primo a cedere è proprio lui. Doppio break, 3-0 e servizio Nole. Il vincitore di Casablanca non si arrende ma sul 5-1 salva due match point prima di cedere al terzo, tra gli applausi meritatissimi del pubblico.

(Ruggero Canevazzi)

In aggiornamento

 

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