ATP Montecarlo interviste, Djokovic: "Tornerò a giocare solo quando sarò guarito al 100%"

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ATP Montecarlo interviste, Djokovic: “Tornerò a giocare solo quando sarò guarito al 100%”

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TENNIS ATP MONTECARLO – R. Federer b. N. Djokovic 7-5  6-2. L’intervista del dopo partita.

Nel primo set hai provato. Nel secondo sembrava che non potessi fare di più. Per te com’è andata?
Beh, per me è una partita da dimenticare. È una sfortuna che quando giochi a questo livello contro Roger, in un gran torneo, tu non sia in grado di fare il tuo gioco perché qualcos’altro si sta portando via le tue energie e i tuoi sforzi. Questo infortunio va avanti da 10 giorni e ho provato a non pensarci e a non parlarne, ho fatto tutto ciò che potevo, ho fatto tutti i giorni dei trattamenti medici, ho provato diverse terapie, infiltrazioni e così via. Ma alla fine della giornata, alla fine di questo torneo, una semifinale è un buon risultato. Sono dispiaciuto di non aver giocato bene come avrei voluto. Se fossi stato sano abbastanza…  Dalla fine del primo set e per tutto il secondo ogni colpo era doloroso, specialmente il servizio. Non potevo fare più di questo. Ho davvero fatto del mio meglio. Non sto cercando di togliere nulla alla vittoria di Roger. Merita di essere in finale, su questo non c’è dubbio. Sono solo molto dispiaciuto di non essere stato in grado di sforzarmi di più.

Conoscendo tutti i problemi che i tennisti hanno al polso,  cosa pensi di fare adesso? Riposarti? Aspettare un grande evento quando sarai completamente pronto?
Beh, la cosa buona è che non ho bisogno di un intervento chirurgico. Non ho alcuna lesione o cose del genere. Vedrò i dottori stasera e domani farò un’altra risonanza, vedremo se qualcosa è cambiato in questi ultimi sette giorni da quando ho fatto la prima. Adesso mi riposerò. Non potrò giocare per un po’. Non so per quanto ancora. Non è più nelle mie mani la decisione. Mi riposerò e vedremo quando sarà guarita al 100%, allora tornerò sui campi.

Hai mai considerato l’idea di ritirarti in qualche momento durante il match, preoccupato magari di peggiorare la condizione continuando?
Non volevo ritirarmi perché le persone iniziano a dire diverse cose su di me e i miei ritiri. Questa è stata la principale motivazione. Ho cercato di tenere duro, qualunque cosa avessi, e volevo giocare fino alla fine.

Il dolore è venuto fuori oggi o ne hai sofferto anche nei giorni passati e non hai voluto che si sapesse?
Il dolore c’è stato ogni singolo giorno negli ultimi 10 giorni. Ad un certo punto è stato molto forte. La cosa buona è che fra il primo e il secondo match c’è stato un giorno di riposo e non mi sono allenato e ho potuto recuperare un po’. E poi ho ripreso a giocare. Le condizioni di ieri, una partita lunga, degli scambi lungi, le palle pesanti, non hanno decisamente aiutato la condizione del braccio. Da ieri sera è come oggi.

Cercando di essere precisi, possiamo scrivere o dire che si tratta di tendinite o qualcosa di diverso?
Davvero non so quale sia la diagnosi, ad essere onesto. Ho sentito molte cose in questi 10 giorni. Credetemi, è complicato. Puoi chiedere al medico ufficiale.

Questo problema che hai, è la prima volta che ti succede nella tua carriera?
Si.

Credi possa essere collegato alle superfici in cemento o ad un momento in particolare?
No, questa è la prima volta sinceramente. Credo che come tennista, è probabile che si abbia sempre qualcosa al braccio, per quanto tu possa essere forte. È normale. Colpiamo centinaia di palline ogni giorno. È normale sentire qualche dolore qui e lì, ma in pochi giorni va via. Fai molto stretching. O fai molti trattamenti. Ho fatto sempre le stesse cose. Succede. Adesso dobbiamo scoprire le cause.

Hai detto prima che non volevi ritirarti e saltare il torneo. Credi sia la forza del tuo carattere, della tua personalità? Allo stesso tempo, credi sia una cosa negativa? In passato, con la caviglia, hai giocato con la caviglia perché dovevi giocare ancora e ancora. Cosa ci dici di questo lato della tua personalità?
Ascolta, non mi pento di nulla di ciò che ho fatto nella mia vita. Ho creduto che fosse la cosa giusta da fare. L’anno scorso ho giocato con un infortunio alla caviglia, ma ho vinto il torneo. Ed è stata l’unica volta in cui sono riuscito a vincere questo torneo che è uno dei miei preferiti. C’è anche qualcosa di positivo in quello che fai. Cerco di approcciarmi alla vita in questo modo. Sono un atleta professionista. Lotto. Competo. Non mi piace ritirarmi dai tornei. Non mi piace ritirarmi dalle partite. Mi piace giocare fino all’ultimo punto. Quando stringo la mano all’avversario dopo aver perso una partita, lì è quando si conclude il mio torneo. Farò qualunque cosa in mio potere per giocare un torneo nel mondo dove devo giocare, specialmente qui che sono a casa. Ho avuto due settimane fra Miami e Montecarlo. Non è che fossi stanco o ho fatto un viaggio o qualcosa del genere. A volte succede e basta. A volte non puoi prevederlo.

Per quanto riguarda l’infortunio in sé. Ricordi quando è stata la prima volta che l’hai notato? È stato in allenamento o in partita?
Beh, un insieme di cose. È successo in due giorni. Ovviamente mi sono allenato molto. Forse ho iniziato forzando troppo. Anche il passaggio dal cemento alla terra, con palline differenti, ha contribuito.

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