Dominic Thiem, il nuovo che avanza veloce

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Dominic Thiem, il nuovo che avanza veloce

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TENNIS PERSONAGGI – Il ventenne di Vienna dal rovescio classico e potente brucia le tappe: è nei primi 80 del mondo ma il limite sembra molto più alto. Quanto?  

Dominic Thiem, il nome nuovo. La speranza di tanti appassionati, non solo dei “puristi” di un gioco classico. Il 20enne austriaco sta impressionando gli addetti ai lavori. Se n’è parlato negli ultimi mesi, fin troppo poco in realtà negli anni addietro, da Junior. Ma Dominic, detto “Dominator”, è un talento vero destinato ad abitare i piani alti del tennis mondiale nel prossimo futuro.

Cresciuto alla scuola tennistica di Gunter Bresnik, suo attuale coach, sin dall’età di 12 anni a Vienna, Thiem ha la racchetta nel Dna: sia il padre Wolfgang che la madre Karin sono maestri di tennis da decenni. Lo stesso Bresnik – uno che ha allenato Becker, Mansdorf e Pat McEnroe – è sinonimo di garanzia. Lo ha plasmato a tal punto da “ribaltarlo” rispetto agli inizi bimani e difensivi. Con queste premesse, Dominic è diventato grande potendo lavorare con calma e dedizione su un talento decisamente fuori dalla norma.

Dotato ora di uno splendido rovescio a una mano, Thiem ha una prima di servizio piatta e devastante. Anche il dritto è un fondamentale solido. Su questa base, l’austriaco ha ampi margini di miglioramento. I risultati, però, stanno già arrivando e nelle ultime stagioni non si ricordano ventenni tanto competitivi e in piena scalata nel ranking. Dopo Barcellona, dove ha preso uno scalpo importante sul rosso, Granollers, si è attestato al numero 70 Atp, migliorando il suo best (79 lo scorso marzo). A fine 2013 Thiem era oltre il numero cento e avere raggiunto queste vette in poco tempo è sinonimo di forza, determinazione oltre a doti naturali. A fine 2012, tornando indietro nel tempo, era addirittura over 300. Il salto da Junior a pro è stato duro, secondo il ventenne austriaco, ma propedeutico a una buona crescita. Niente male per un ragazzo che, parlando invece di centimetri, crebbe di 16 centimetri tra i 16 e 17 anni, subendone le conseguenze fisiche e psicologiche.

Andy Murray, quest’anno a Rotterdam, è andato vicino a perdervi e si è detto davvero molto impressionato dal gioco di Dominic, esplosivo e robusto. Dove può arrivare? Top ten? Quasi scontato. Top cinque? Probabile. Numero uno? Si vedrà. Si diceva così anche di Grigor Dimitrov, poi persosi tra crisi fisiche, motivazionali e sentimentali prima di arrivare finalmente appena dietro ai migliori. Ciò dimostra che talento ed estetica da soli non bastano, serve tanto altro (e ogni volta che si fa questa considerazione, non si può non pensare a Roger Federer, a quanto abbia fatto e quanto tutto ciò risulti pazzesco). La sconfitta patita al terzo turno a Barcellona per mano di Giraldo è un esempio lampante.

Il 2014 comunque è stato finora buono per il viennese: 5 vittorie a fronte di 8 sconfitte, qualificazioni superate a Doha, Melbourne, Rotterdam, Miami e Indian Wells. Tutti tornei importanti. Thiem è a caccia di soddisfazioni sulla terra europea, ma non è certo qui che si deciderà il suo futuro. Il ragazzo è destinato a traguardi ben più prestigiosi, se tutto filerà come deve, nella logica delle cose. Diamogli solo un po’ di Thiem… po. Nemmeno troppo.

Stefano Bolotta

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