Panfili, medico di Djokovic: "L'infortunio al polso era dovuto alla cervicale"

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Panfili, medico di Djokovic: “L’infortunio al polso era dovuto alla cervicale”

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TENNIS INTERVISTE – Si racconta il Professore che ha cambiato la vita di Novak Djokovic negli ultimi due anni risolvendo i suoi problemi cervicali e non solo, rendendolo un atleta praticamente perfetto. Leggi l’intervista al presidente ATP Chris Kermode che parla del successo del tennis maschile e degli Internazionali d’Italia

Parla di Novak Djokovic e lo paragona subito a una “macchina perfetta“. Se così fosse, il professor Adolfo Panfili – noto chirurgo ortopedico e padre italiano della medicina ortomolecolare – è il capomeccanico che negli ultimi due anni ha migliorato carrozzeria e carburante del serbo numero 2 al mondo. L’uomo che, in questa fase delicata di stagione, ha rimesso in pista il serbo dopo il problema al polso destro che lo ha limitato a Montecarlo ed escluso dal Masters 1000 di Madrid: “Credeva che si trattasse di una borsite, da lì la necessità di riposare. Quando è arrivato a Roma, però, l’ho visitato e ho notato subito un problema cervicale. E’ bastata una rapida manipolazione per cancellare il dolore”.

Il primo contatto tra Panfili e Djokovic è di due anni fa: “Novak soffriva di problemi cervicali durante il servizio, al primo controllo è emersa una discopatia e per questo si è sottoposto a due facili interventi di chirurgia robotica. Trattandosi di un atleta perfezionista, mi ha poi chiesto di seguirlo a Wimbledon, agli Us Open e a Montreal“. Viaggiare al fianco di ‘Nole’ non è facile. «Appena sbarcati a Londra, si è messo in contatto con un famoso biological farmer per avere solo prodotti naturali. Ricordo una sera, però, in cui è andato a una cena di gala e dopo aver mangiato un piatto simile alla coda alla vaccinara è stato male. La mattina seguente lo abbiamo rimesso in sesto».
A Montreal, un altro episodio curioso: “Nella finale contro Nadal viene colpito molto forte da una palla, ma nessuno si preoccupa. Sono io che decido di fare subito una risonanza e scopriamo che l’ematoma è serio”. Sempre in Canada, “Djokovic mi chiede di accompagnarlo in un tempio buddista, dove si mette a fare yoga con straordinaria elasticità”.

Panfili è tra i medici che il 24 luglio scorso, presso l’istituto di Medicina e Scienza dello Sport del Coni, a Roma, sottopongono Novak Djokovic a una serie di test e valutazioni funzionali per tratteggiare il suo profilo atletico. “Novak è straordinario, mi ricorda il pilota Joide Scheckter. E’ forse l’atleta più performante per esplosività. Abbiamo utilizzato una smart shirt per misurare, attraverso dei trasmettitori, dati come l’elevazione, la temperatura corporea, la resistenza allo stress, la fluidità dei movimenti. Anche al collo, naturalmente. Attraverso i test siamo riusciti a migliorare le capacità balistiche, trovando un valido rimedio alla sua tendenza ipoglicemica. Non è solo questione di celiachia, di eliminare glutine e caseina (come ha suggerito per primo il nutrizionista serbo Igor Cetojevic, ndr).

Se parliamo di macchine, è come se Djokovic avesse un serbatoio piccolo: grazie un test sugli amminoacidi gli abbiamo preparato un cocktail multivitaminico per migliorare la resistenza. A questo, Novak aggiunge un rispetto della dieta da vero integralista”. Insomma, gli ingredienti per vincere il primo Roland Garros ci sono tutti.

Claudio Lenzi (La Gazzetta Dello Sport)

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