Il mercoledì nero delle due Williams La rivolta delle donne contro le gerarchie

Editoriali del Direttore

Il mercoledì nero delle due Williams La rivolta delle donne contro le gerarchie

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TENNIS ROLAND GARROS – Non hanno perso solo le sorellone, ma altre 4 teste di serie, inclusa Flavia Pennetta. Addio sogni da top-ten. Il ko di Youzhny e Dolgopolov non vale quelli di Serena e Li Na. Attesa per Nadal-Thiem e 5 azzurri.

Ubaldo commenta la quarta giornata del Roland Garros

Il Roland Garros ricorda ancora il suo Mardi Noir, il martedì nero del 1990, quando le prime due teste di serie Stefan Edberg e Boris Becker persero rispettivamente da due giocatori della stessa pregiata classe 1971, Sergi Bruguera e Goran Ivanisevic (del ’71 era anche Pete Sampras…).

Quello di oggi potrebbe essere ricordato come il mercoledì nero delle due Williams, che peraltro avevano già vissuto la sventura di perdere nello stesso giorno già al Roland Garros 2008 e a Wimbledon 2011. Solo che nel 2008 fu un terzo turno e nel 2011 un quarto.

Insomma, per la povera (si fa per dire) mamma Oracene sorpresa più volte ieri dalle telecamere con gli occhi chiusi (dormiva o preferiva non vedere le prove disastrose delle figlie, soprattutto quella di Serena), non si ricordano giornate peggiori in uno Slam.
Anche perchè in 54 precedenti Slam Serena non aveva mai beccato un 6-2 6-2. Onore al merito della bella e simpatica Garbine Muguruza, bella stangona di Caracas ancora incerta se optare per un passaporto della natia Venuezuela o piuttosto per la Spagna dove risiede più spesso (e dove le faranno ponti d’oro soprattutto adesso: vedrete che sceglierà la Spagna), però Serena è stata inguardabile.

Se penso che nelle previsioni della vigilia, soprattutto sui media americani, tanti avevano pronostictao un probabile scontro al terzo turno fra le due sorellone e invece non c’è arrivata nessuna delle due…beh guai a sbilanciarsi nei pronostici, vero?

Un ex media pr della Wta che non cito perchè non voglio metterlo in imbarazzo, mi ha detto: “Scommetterei quel che ho in tasca che Serena aveva il suo ciclo mestruale. Non hai idea di quante volte mi sono trovato, nel mio vecchio lavoro, a venire a sapere che quella era la principale ragione di tante sconfitte apparentemente altrimenti inspiegabili. Alcune donne ne soffrono di più, altre di meno. Justine Henin era una di quelle che ne risentiva di più. Sospetto che anche Steffi Graf, quel giorno che perse da Arantxa Sanchez qui al Roland Garros ebbe quel problema. Mi dicono che in passato c’erano alcune tenniste che tenevano addirittura il conto dei cicli delle avversarie…”.

L’avevo sentito dire anch’io. Sembra che Chris Evert fosse una di quelle.

Ciclo o non ciclo fatto sta che una volta le gerarchie femminile venivano molto più rispettate di quelle maschili, chi era più forte vinceva quasi sempre, soprattutto nei primi turni.

E’ famosa la frase che pronunciava spesso Rino Tommasi nel corso delle sue prime telecronache: “Il torneo femminile negli Slam dovrebbe cominciare dai quarti di finale”. Qualche anno più tardi avrebbe corretto il tiro: “Dovrebbe cominciare dagli ottavi di finale”.
Ora però si esagera se nell’arco di due giorni schizzano fuori la favorita n.1 (Serena) e la favorita n.2 (Li Na), e con la Schiavone sono già tre le ex campionesse del Roland Garros (degli ultimi 4 anni) che sono volate fuori dal torneo.

Al punto in cui siamo mi auguro che questo giovedì ne salti fuori una quarta, che pure mi sta simpatica: Svetlana Kuznetsova, campionessa del 2004, alle prese con la nostra Camila Giorgi.

Una partita in cui, davvero, può succedere di tutto. Pallate, pallate, pallate. Caterve di errori e, speriamo, di vincenti.

Ci sono state altre eliminazioni di teste coronate, Lisicki (n.18) e Cornet (n.20 ad opera della Taylor Townsend, una delle tenniste più sovrappeso del circuito, oltre 80 chili, ma con un braccio ed un talento spettacolare), Vesnina (n.32), ma l’altra corona più luccicante dopo quella di Serena poggiava purtroppo sulla testa della nostra Flavia Pennetta, n.12 (ma attualmente n.9 nella race e n.10 virtuale nel ranking Wta) che per aver perso un match che pareva vinto sul 7-5, 3-0 (con due palle per il 4-2, una per il 4-3), ha probabilmente compromesso le sue chances di diventare davvero ancora top-ten, lei che nel 2009 era stata la prima italiana a sfondare il “Muro Proibito”.

E’ venuta in sala con le lacrime sotto pelle, ed ha fatto un grande sforzo per trattenersi. Non è riuscita però a dare la spiegazione più genuina, sincera e spontanea per la sua sconfitta: “Ho perso perchè…sono cretina!”.

Ovvio che non lo è, ma altrettanto ovvio che a perdere un match così contro la n.91 del mondo che non le stava procurando seri problemi nel secondo set – Flavia aveva fatto 7 games di fila dal 3-5 al 7-5 3-0 – uno si vorrebbe prendere a schiaffi.

Faceva sinceramente tenerezza. Qualsiasi domanda le venisse fatta, come quella, peraltro legittima “Pensi di aver fatto un passo indietro?” fatta da un collega, era per lei come una stilettata nel costato.

Non vi dico la sua reazione alla domanda iniziale dell’unico collega non italiano: “Ti dispiace avere perso?”.

Beh, sarebbe stato da strozzare. Flavia, se avesse potuto, lo avrebbe fatto volentieri. E noi, per solidarietà, pure.

Al terzo turno Flavia avrebbe avuto la Bouchard che, come abbiamo visto a Roma, sulla terra rossa non è granchè. Da mangiarsi le mani, insomma. C’è ancora una minima chance per Flavia di insediarsi al decimo posto delle classifiche mondiali, ed è già stato scritto da chi ha curato la cronaca del suo match: occorrerebbe che Ana Ivanovic perdesse con la Svitolina o al turno successivo con la vincente di Safarova-Dellacqua. Se non fosse che le ex campionesse del Roland Garros stanno avendo vita difficile, direi che le chances di Flavia sono pressochè nulle. A meno che anche Ana non abbia problemi fisici.

Però 20/30 anni fa si vede che il gap fra le prime della classe e le altre era più profondo. Non c’era malanno fisico che potesse alterare certe gerarchie, assai ben definite.

Il bilancio azzurro vede adesso crescere il deficit, dopo il ko della Penna: 8 sconfitte e 6 vittorie. Ma dall’incombente giovedì , salvo che per il quasi proibitivo scontro fra Bolelli e David Ferrer, potrebbero venire fuori anche 4 vittorie nei restanti incontri con alle prese i tennisti italiani. Se non fosse che Sara Errani non mi è parsa brillantissima al primo turno con la Keys (che pareva in grado di dominarla dall’1-5 al 5 pari del primo set e poi nel secondo vinto 6-3, prima del 6-1 a favore di Saretta), direi che il suo match con la Pfitzenmayer è quello che dei cinque ci pare il più agevole sulla carta, seguito forse da Fognini-Bellucci anche se il brasiliano è mancino e a Fabio i mancini un po’ di fastidio lo danno (ma Bellucci perdeva da Fabio quando Fabio non era Fabio e quando lui era migliore di oggi: contro Becker non m’è piaciuto per nulla), poi ex aequo come coefficiente di difficoltà da Giorgi-Kuznetsova e Seppi-Monaco.

Spero ardentemente che Sara torni ad essere la miglior Sara: la sconfitta di Li Na, che presidiava la sua stessa metà di tabellone (con la Jankovic possibile avversaria in ottavi se Sara vince questo giovedì e poi batte la vincente di Flipkens-Glushko, sempre che la serba non perda dalla Nara o dalla Cirstea), spalanca un posto per le semifinali della parte bassa. Laddove ancora sono tante le buone gocatrici ancora in lizza: dall’alto in particolare Kvitova, Ivanovic, Stephens e Halep.

Tutte queste ragazze, oltre a quella della metà superiore del tabellone orfano della superfavorita Serena Williams, adesso possono sognare il grande exploit, il trionfo al Roland Garros.

Forse Maria Sharapova, già campionessa qui nonchè finalista un anno fa, sogna ad occhi aperti più di altre.

Fra gli uomini invece le sconfitte di Youzhny n.15 (battuto dall’immarcescibile Stepanek, incurante dei 35 anni e apparentemente anche della conclusione della love-story con Petra Kvitova, e prima del matrimonio con Nicole Vaidisova…sarebbe capacissimo di provare a consolare Caroline Wozniacki, sedotta e abbandonata da quel mascalzone di McIlroy) e di Dolgopolov n.20 (due set di abbrivio non gli sono sono bastati per aver ragione di Granollers) non hanno spostato minimamente gli equilibri.

Con Klizan (che al primo turno aveva eliminato Nshikori) loro sono i soli outsider giunti al terzo turno nella metà bassa del tabellone, quella nella quale agli estremi troviamo Berdych e Djokovic. Il primo si è distratto per un set con il kazako Nedyyesov che non è malaccio, il secondo ha passeggiato sul francese Chardy che pure a Roma aveva sorpreso un Federer in tono dimesso ma che contro DjokerNole in 8 confronti non aveva mai vinto.

Questo giovedì, al di là degli italiani, l’incontro che più pare intrigante è quello fra Rafa Nadal e l’austriaco Dominic Thiem. E se la sorpresa stavolta fosse al maschile?

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