RG, pagellone: Nadal la nona è da 10, Fognini bocciato

Roland Garros

RG, pagellone: Nadal la nona è da 10, Fognini bocciato

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TENNIS ROLAND GARROS – E’ arrivato il momento di dare i voti ai protagonisti (in positivo ed in negativo) di questo Roland Garros: promosso anche Murray, Gulbis la rivelazione, Raonic si conferma. Bocciati Federer e Ferrer, disastrosi Wawrinka e Dimitrov.

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Rafael Nadal 10

10 ovvero 9 (Roland Garros) + 1 (del mondo confermato).

Cosa dire? Ha perso una partita in dieci anni a Porte d’Auteuil ma questa vittoria secondo me vale qualcosa in più delle altre otto. Perché per la prima volta Rafa arrivava a Parigi senza certezze, con tre sconfitte tra Montecarlo (Ferrer), Barcellona (Almagro) e Roma (Djokovic) e con la vittoria di Madrid macchiata dall’infortunio di Nishikori che lo stava dominando.

Ma Nadal ha dimostrato per l’ennesima volta che il tennis 3 su 5 soprattutto sulla terra è un altro sport, uno sport nel quale non ha rivali. Quello che è apparso evidente osservandolo da vicino per tutto il torneo è stata la trasformazione tra il Nadal dei primi turni e quello delle fasi finali. Anzi io credo che il vero Nadal si sia palesato a Parigi solo all’inizio del secondo set con Ferrer. Sino a li il gemello scarso era stato sufficiente per gli allenamenti con Ginepri, Mayer, Thiem e Lajovic. Giocato un primo set pessimo con Ferrer, Rafa ha capito che era arrivato il momento di fare sul serio. Tre errori gratuiti nei due set finali contro David, poi massacro di Murray in semifinale con il diritto assolutamente devastate.

In finale Rafa è venuto fuori alla distanza dopo un primo set nel quale aveva comunque avuto le sue chance. Ma dal campo la sensazione  di ineluttabilità è stata netta: più il match andava avanti più Nadal allungava le mani verso la coppa. Si scriverà e si parlerà a lungo dei 14 slam e della possibilità che arrivi ai 17 di Federer. Non ci si deve però assuefare al fatto che Nadal sia imbattibile: nove vittorie al Roland Garros ( per ora…) erano una cosa fino a qualche anno fa inconcepibile. Lui l’ha resa reale.

Novak Djokovic 7,5

Sicuramente il suo tabellone è stato più complicato di quello di Nadal ma resta la sensazione che per Nole questa sia una grande occasione mancata. Aveva un grosso vantaggio psicologico sul suo avversario, le quattro vittorie di fila, ed anche i vantaggio aritmetico, il set di vantaggio nella finale. Ma Novak è mancato, soprattutto fisicamente, quando avrebbe dovuto schiacciare Nadal, ovvero ad inizio secondo set. Quando ha affossato in rete la facile volée di rovescio concedendo il break ad inizio terzo set la sensazione che il match fosse finito è stata chiarissima. Nole è stato bravissimo a rimanere aggrappato alla partita per un’altra ora e mezza con tutto l’orgoglio di cui è capace, ma a quel punto contro quel Nadal era impotente.

Già nei match con Raonic e Gulbis avevo notato che lo stato di forma pazzesco con cui Nole era arrivato a Parigi stava lentamente scemando e in finale vi è stata la conferma, complice anche il caldo. Anche se in conferenza dopo il match il serbo è stato ironico e corretto allo stesso tempo. “Se avessi potuto vincere con altre condizioni meteo? Beh, anche se fossi stato mancino magari avrei vinto il torneo”. Ma insomma, comunque perdere in finale a Parigi contro Nadal non può considerarsi un risultato negativo: è già successo otto volte..

Ernests Gulbis 8,5

È stato il personaggio del torneo, non c’è dubbio, e la speranza è che questo  sia solo  l’inizio della nuova carriera per il lettone arrivato con qualche anno di ritardo tra i primi 10 del mondo. I cinque set con Federer sono stati di sicuro il match del torneo, ma la vittoria perentoria con Berdych due giorni dopo è il segnale che qualcosa finalmente è scattato nella mente di Ernests, dopo tanti stravizi, dedito alla vita da professionista, non ha fallito la classica prova del nove come tante volte in passato. Ha strappato un servizio a Nole e comunque fatto capire che può ancora salire di livello e continuità.

Protagonista in campo e mai banale al microfono, uno dei pochi che valeva la pena seguire in conferenza stampa. ” Odio gli stupidi” è una perla di saggezza, originale ( e discutibile) il suo pensiero sul tennis femminile  ( “sconsiglierei alle mie figlie di giocare a tennis…quando fanno i figli?”)che tanto ha infastidito le colleghe.

Roger Federer 5

Per carità, si può perdere con questo Gulbis. O meglio, questo Federer sulla terra può perdere una partita del genere. Detto che ammirarlo da vicino (soprattutto sul Lenglen) è sempre uno spettacolo unico, la sensazione è stata quella di vedere un Roger in vacanza a Parigi per ricaricare le batterie in previsione di Wimbledon, il vero obiettivo stagionale.

Avrebbe potuto anche vincerla la partita con il lettone se non avesse sbagliato la direzione dello smash sul primo set point nel secondo set, ma dove sarebbe potuto arrivare? Alla fine non è parso così disperato per la sconfitta  e questo vorrà dire qualcosa.

Andy Murray 7,5

La terra non è mai stata la sua superficie e non va dimenticato che veniva da un lungo stop, a suo dire causato proprio dalla difficoltà della sua schiena di assorbire i campi sul rosso. Mezzo voto in meno per la resa incondizionata con Nadal, perché Rafa sarà stato pure ingiocabile ma Andy non può fare solo 10 punti in risposta in una partita! Mi è piaciuta molto la capacità di lottare mostrata contro Kohlschreiber e Monfils, anche se le partite se l’è complicate un po’ da solo.

Gli inglesi si sono entusiasmati: “Murathon” e “Rolandy Garros” prima del brutto risveglio in semifinale. Il suo gioco di gambe visto dal campo numero 1 è stata una delle cose più belle del torneo. La scelta di Amélie è coraggiosa ma mi piace molto, anche per i luogo e il tempo dell’annuncio. Vedremo un Andy più spesso a rete?

Stanislas Wawrinka 4

L’uomo nuovo, quello che mandava in pensione i Fab4, il “favorito di riserva” del Roland Garros. Macché! Dopo Montecarlo Stan non ne ha imbroccata una e la resa incondizionata con Garcia Lopez é stata clamorosa. Non è facile vincere uno slam e lui c’è riuscito ma forse è più difficile assorbire mentalmente il successo e concentrarsi sul campo. In ogni caso la grande delusione del torneo.

Milos Raonic 7,5

Che il canadese avesse imparato a giocare anche sulla terra lo avevamo capito già a Roma. Le sapienti mani di Piatti e Ljubicic stanno plasmando quello che ha tutte le carte in regola per diventare il prossimo invitato al tavolo dei big.

Sorvolati senza patemi i giovani Kyrgios e Vesely, Milos si è imbattuto nella bagarre di un match al quinto contro un francese (Simon) sullo Chatrier. Il modo in cui ne è venuto fuori è la dimostrazione che oltre al tennis c’è anche qualcos’altro. Con Nole ha lottato ma non è ancora pronto per quei livelli. La sensazione è che ci arriverà presto.

Grigor Dimitrov 4

Dopo la semifinale di Roma era attesissimo qui, al pari di Raonic, come rappresentante della new generation. Sbattuto fuori subito da Karlovic, che servirà pure a 230 km/h ma sulla terra…

Insomma male, molto male, si sarà consolato con il torneo femminile ma occhio che il confronto nella coppia rischia di diventare imbarazzante!

David Ferrer 5

Non era facile confermare la finale dello scorso anno ma con Rafa non mi è proprio piaciuto. È entrato in campo per una volta convinto di poterlo battere, forte del precedente di Montecarlo e del cattivo stato di forma di Nadal fino a quel punto.

Per un set ha dominato poi sono tornati i fantasmi di sempre. Perché è stato lui a regalare all’inizio di secondo set  quando Nadal ancora arrancava e a liquefarsi piano piano fino alla patetica resa finale (60 61).

Non ci saranno più tante occasioni così, caro David.

Fabio Fognini  4,5

Mezzo voto in meno per le solite sceneggiate ( anche se è da oscar la richiesta all’arbitro di “spostare il sole”) e per la clamorosa occasione persa con il tabellone che si era aperto almeno fino si quarti e forse anche più in la.

Perché il problema è sempre lo stesso, Fabio ha un tennis pazzesco nettamente superiore non solo ai mediocri Beck e Bellucci liquidati nei primi due turni, ma anche e soprattutto a Monfils!  Perché si è fatto trascinare nella bagarre in un match che aveva in pugno? Perché ha perso la testa come al solito? Perché ha abboccato alle buffonate e ai tranelli del francese? Eppure gli era da poco successa la stessa cosa con Klizan a Monaco e conosceva benissimo Gael. Insomma, ennesima occasione sprecata. E mi dispiace dover ribadire quanto detto un mese fa: la programmazione non è stata delle migliori, Fabio è arrivato a Parigi avendo giocato troppo.

Andreas Seppi 6,5

Un buon torneo quello dell’altoatesino. Giraldo era uno spauracchio, il più forte trai giocatori non inseriti tra le teste di serie e in grande fiducia dopo le ultime settimane, le migliori della carriera. Andres lo ha battuto nettamente e si è confermato contro Monaco. Contro Ferrer non aveva chance, il suo gioco non può infastidire lo spagnolo e sarebbe stato ingeneroso chiedergli di più.

Gli altri italiani: bravi a qualificarsi Starace (6,5) dopo tanta sfortuna ma contro Tursunov ha potuto poco, Arnaboldi (7) al suo primo main-draw in uno slam e Bolelli (6,5) che vinto il derby si è arreso a Ferrer. Poca resistenza opposta da Volandri (5) al non irresistibile sulla terra  Querrey e da Lorenzi (5,5) a Bautista Agut.

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