Dimitrov, dopo il Queen’s sognare è lecito?

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Dimitrov, dopo il Queen’s sognare è lecito?

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TENNIS – Grigor Dimitrov è reduce da una fantastica settimana al Queen’s dove ha vinto il suo quarto titolo in carriera e primo sul’erba. A Wimbledon però non è mai andato oltre il secondo turno, sarà questo l’anno decisivo? 

Dove può arrivare Grigor Dimitrov è una delle domande più frequenti nel circuito dei maschietti, dopo il Queen’s la domanda è diventata più dettagliata perdendo i contorni della carriera e soffermandosi sui Championship ormai alle porte.

Dopo una stagione sulla terra rossa che, Roma a parte, poteva sicuramente dare di più al bulgaro (soprattutto Roland Garros) l’erba adesso sembra sia arrivata come una sorta di alleata al numero tredici al mondo che cerca con il suo gioco a tutto campo di primeggiare sui campi nobili del circuito. Al Queen’s come detto ci è riuscito, e anche bene. Ha battuto gente del calibro di Wawrinka (o il fratello di Stan, visto le ultime prestazioni) e Feliciano Lopez. Il secondo soprattutto su questi campi dice sempre la sua. In finale ha annullato perfino un match point nel secondo set e successivamente nel terzo ha recuperato dal break di svantaggio con la complicità però del suo avversario che nonostante qualche passaggio a vuoto viaggiava spedito verso il trofeo.

Quella del 2014 sarà la quinta apparizione del bulgaro a Wimbledon. Non è mai andato oltre il secondo turno, l’anno scorso dopo aver battuto Bolelli perse la maratona al quinto set con lo sloveno Grega Zemlja che s’impose 11-9. Dodici mesi fa quando si presentò ai cancelli dell’All England club il ranking non era certo quello di oggi, era appena fuori dalla top 30 e soprattutto non era mai arrivato davanti a tutti alla fine di un torneo. Quest’anno i titoli sono già tre (aggiunti a Stoccolma 2013), tutti su superfici diverse a testimoniare che il ragazzo gioca bene un po’ ovunque. La posizione in classifica anche la dice lunga sui passi in avanti fatti dall’allievo di Roger Rasheed anche se deve ancora assaporare il gusto della top ten. Questo traguardo però arriverà, lui lo sa come del resto anche coach e addetti ai lavori lo sanno. Farlo arrivare dopo Wimbledon sarebbe di certo più suggestivo, le chance ci sono visto i pochissimi punti da difendere, toccherà al bulgaro non tremare questa volta e soprattutto rimettere in campo due settimane stile Aussie 2014 dove solo Rafa gli chiuse le porte della competizione ai quarti di finale.

Sarà d’accordo l’amata Maria Sharapova che al Queen’s l’abbiamo vista più che tesa nell’angolo del bulgaro. Maria si che Wimbledon l’ha vinto, quando era ancora all’inizio della sua carriera e soprattutto quando ancora doveva operarsi alla spalla. Chissà se avrà dato qualche consiglio al suo boyfriend su come avere successo sull’erba più amata dati tennisti, boyfriend che ultimamente ha sentito il bisogno di elogiare la siberiana pubblicamente per tutti i consigli che gli ha dato da quando stanno insieme.

Il gioco non manca lo si è visto al Queen’s: talento, varietà di colpi e gran mobilità sono armi importanti per far bene sull’erba sacra di Wimbledon. Uno etichettato come “baby Federer” poi non dovrebbe avere problemi a giocare bene su questa superficie, questa ovviamene può essere una battuta nella quale però trovare sempre un pizzico di verità. Essere avvicinati a chi questo torneo l’ha vinto sette volte vuol dire di conseguenza poter quantomeno far bene. Roger vinse il suo primo Wimbledon a 22 anni, Dimitrov dunque è già fuori con i suoi 23. Inoltre il bulgaro ha come maggior successo il 500 di Acapulco e si aspetta ancora l’acuto in un Master 1000. Vederlo trionfare a Wimbledon è pura fantasia, è vero che sognare non costa nulla ma probabilmente è meglio tenere i piedi per terra e innanzitutto riscattare il bruttissimo Roland Garros. La seconda settimana come obiettivo può già andare bene e una volta raggiunta quella a quel punto si che si può anche sognare un exploit giocando senza aver nulla da perdere.

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