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L’erba di Wimbledon allunga la vita? Federer ci spera
TENNIS – In uno sport sempre più caratterizzato dall’atletismo, uno studio recentemente fatto potrebbe rovesciare i favori del pronostico dell’imminente torneo di Wimbledon portando qualche “vecchietto” alla ribalta. Da Radek Stepanek a Feliciano Lopez oltre ovviamente al sette volte campione Roger Federer.
Federico Carnesecchi
Più si invecchia, più si gioca meglio: almeno sull’erba.
L’assunto avrebbe dell’incredibile pensando a come gli atleti siano tirati a lucido nei tempi moderni, ma un interessante studio dimostra che non è necessariamente così.
La ricerca ivi effettuata induce a svolgere una breve riflessione.
Se è vero, infatti, che le ultime dieci edizioni di Wimbledon maschile e femminile sono quasi sempre state vinte dal giocatore o dalla giocatrice più forti, la ricerca menzionata dimostra come, passati i 27 anni, sull’erba il gioco – specialmente delle tenniste – migliori.
I fattori possono essere diversi ma il dato è certamente interessante e a Wimbledon parrebbe trovare conferma.
Analizzando, infatti, i Championships degli ultimi dieci anni (escludendo le vittorie over 27 di Roger Federer e Serena Williams), abbiamo avuto dei validi riscontri.
Partendo dall’edizione del 2004 troviamo nei quarti di finale femminili ben due giocatrici di anni 28: Lindsay Davenport e Jennifer Capriati.
Nel Wimbledon 2005 è lo svedese Thomas Johansson a raggiungere, all’età di 30 anni, la semifinale perdendo da Andy Roddick.
Nell’edizione del 2006 un altro svedese all’alba dei 34 anni avrebbe raggiunto la semifinale : Jonas Bjorkman.
Nell’anno solare 2008, come dimenticare un eroico Rainer Schuttler agguantare la semifinale a 32 anni ed una coraggiosa Tamarine Tanasugarn irrompere nei quarti di finale a 31 anni?
E ancora, risultati brillanti di campioni over 27 si sono verificati nel 2009 – uno splendido Tommy Haas in semi a 31 anni – e nel 2011 anno in cui l’americano Mardy Fish diede filo da torcere a Rafa Nadal nei quarti.
Nel 2012 fu Mikhail Youzhny a raggiungere i quarti e nel 2013 toccò a Marion Martoli vincere l’edizione.
A questa breve carrellata va ricordata la sempiterna Kimiko Date che nel 2013, alla tenera età di 43 anni, raggiunse il terzo turno del torneo lasciando a bocca aperta esperti del mestiere e scommettitori più o meno occasionali.
Il perché di questo miglioramento sull’erba oltre ad una certa età può essere dovuto a più fattori: ad esempio, la maggior esperienza che un giocatore od una giocatrice con gli anni acquisiscono e nel gestire i rimbalzi irregolari della pallina a fronte dell’inesperienza delle giovani leve.
Senza nulla togliere alle quote che i bookmakers assegnano ai potenziali vincitori, chi scrive sarebbe contento se una simpatica “vecchietta” o un arzillo “vecchietto” andassero avanti anche nella prossima edizione di Wimbledon ribaltando – per un solo attimo – le gerarchie imposte, in parte, anche dall’età.
Federico Carnesecchi