Wimbledon interviste, Federer: "A Wimbledon dipende tutto dal mio gioco, sono io il riferimento per tutti"

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Wimbledon interviste, Federer: “A Wimbledon dipende tutto dal mio gioco, sono io il riferimento per tutti”

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TENNIS WIMBLEDON CHAMPIONSHIPS – Intervista pre-torneo a Roger Federer.

Tornare qui, dove hai ottenuto tanti prestigiosi successi, deve suscitarti ricordi speciali.
Sì, assolutamente. Ricordi di quando ero bambino e seguivo i miei idoli, fino al successo da junior nel ’98, la vittoria contro Sampras nel 2001, anche alcune sconfitte dure che mi hanno comunque formato. Poi il mio primo titolo nel 2003; anche gli ultimi anni sono stati splendidi, in ogni caso. È un piacere sentirmi in forma e pronta per provarci ancora una volta.

Rispetto agli anni migliori, in cui facevi incetta di Majors, com’è cambiato il tuo approccio e il tuo desiderio di vincerli?
Non credo sia cambiato molto, almeno la preparazione resta sempre la stessa. Certo le sensazioni era diverse prima di vincere per la prima volta, ma credo che dal 2004 ad oggi mi sia sempre sentito uguale, sempre come un contendente al titolo.  Col passare degli anni credo si apprezzino le cose sempre di più, per cui ci si sente ancora più contenti di essere ogni anno parte di questa magnifica esperienza.

Hai portato l’intera famiglia con te, come a Parigi? Hai avuto del tempo da passare con loro?
Sì, anche se ad Halle sono stato piuttosto impegnato, ho giocato molto. Ho avuto due giorni di riposo dopo il torneo ed è stato bello condividerli con loro. Non mi sto allenando molto neanche in questi giorni, al massimo due ore al giorno, ma ci sono tutti gli esercizi e lo stretching da fare, quindi passa almeno mezza giornata, ogni volta. In ogni caso, trovo sempre tempo per passare qualche ora con i bimbi.

Pensi che questa superficie rappresenti la migliore opportunità che hai per vincere uno Slam?
Non per forza. Di sicuro credo che se tutto va per il verso giusto, sull’erba posso vincere, mentre a Parigi molto dipende da Rafa, è lui il riferimento. Qui invece credo dipenda da me e dal mio gioco, e questo mi motiva ulteriormente, e mi sento meglio rispetto all’anno scorso.

Non devi dimostrare nulla di certo, ma senti di dover riscattare la prestazione dell’anno scorso?
Credo che l’anno scorso non era nelle condizioni necessarie per vincere il torneo, ma sentivo di poter raggiungere quanto meno le semifinali e magari sperare che il tabellone mi desse una mano; l’anno scorso ho avuto parecchi problemi prima di Wimbledon, ed in un certo senso li ho accusati, e Stakhovsky giocò alla grande, fu anche merito suo.  Quest’anno mi sento bene, tutto sta funzionando come vorrei, la risposta, il serve&volley, le discese a rete, anche il rovescio, perciò mentalmente sono meno teso, so di essere dove volevo.  Di certo voglio fare meglio dello scorso anno. Halle .i ha aiutato a capire che su erba mi sento bene.

Hai avuto modo di analizzare meglio il match con Stakhovsky?
Sì, già la settimana successiva all’incontro, poi non ne ho avuto più bisogno; ho fallito, sono tornato al lavoro. Dopo le sconfitte estive ho capito avrei avuto bisogno di modificare e migliorare la mia schedule e il mio allenamento, e adesso nove mesi dopo mi sento molto meglio e pronto. Sono assolutamente sereno, posso accettare queste sconfitte, anche se sono dure, sono parte della carriera di un tennista.

Hai qualche idea sullo stato di forma in cui si presenterà Rafa? Gli ultimi anni lo abbiamo visto a malapena vincere un match.
Non mi aspettavo di vederlo perdere al primo turno l’anno scorso, ad essere onesti, ma sono cose che capitano. Credo potrebbe essere più vulnerabile nei primi turni, ma questo capita a tutti, non siamo abituati a questa erba così nuova, nelle fasi finali del torneo viene fuori un po’ più di terra ed è più facile muoversi, i rimbalzi diventano meno imprevedibili. Non ho controllato il suo tabellone, ma credo che se passa i primi turni, lo vedremo arrivare in fondo.

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