La "famiglia" Fognini funziona: Fabio rimonta, Flavia torna n.1 d'Italia

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La “famiglia” Fognini funziona: Fabio rimonta, Flavia torna n.1 d’Italia

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WIMBLEDON TENNIS CHAMPIONSHIPS – Le vittorie di Pennetta e Fognini bilanciano le sconfitte di Filippo Volandri (scontata ma è la 18.ma di fila al primo turno – un record) e quella inattesa di Andreas Seppi, un anno fa negli ottavi, che ora scende a n.43.

Il commento di Ubaldo Scanagatta e Stefano Tarantino da Wimbledon

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Le storie dello sport sono quasi sempre incentrate su chi vince. Sono i direttori dei giornali che credono di conoscere i lettori perchè constatano che con le vittorie calcistiche della squadra locale si vendono più copie.
Ne so qualcosa avendo lavorato a lungo per La Nazione di Firenze: se la Fiorentina aveva vinto al lunedì vendevamo anche 20.000 copie in più rispetto a quando la squadra viola aveva perso.
Se poi chi vince è un giocatore, Fabio Fognini, ormai famoso oltre che per i suoi risultati anche per le sue sceneggiate, le ammonizioni e i penalty point – anche oggi! – le racchette che volano sull’erba e lui stesso che vi si sdraia in preda allo sconforto quando le chiamate del signor Keothavong non lo soddisfano, è scontato che domani sui giornali italiani si leggerà quasi solo di lui.
Anche perchè ha rimontato per la quarta volta un handicap di due set a zero dopo che aveva fatto appena 3 games (6-2,6-1) nei primi due set contro il qualificato americano di origini ucraine, Alex Kuznetsov, n.148 del mondo.
A Fognini l’impresa era riuscita altre tre volte, come ha ben scritto Stefano Tarantino nella sua cronaca. Ma oggi ad un certo punto l’exploit è sembrato quasi più impossibile delle altre volte. E’ stato quando Fognini ha dato in escandescenze per aver subito il break nel quinto game del quinto set, a seguito di un penalty point inflittogli da Wayne McKewan per l’ennesimo lancio della racchetta. Fabio, rivolgendosi verso la panchina dei suoi tifosi (Barazzutti compreso) alle spalle della sua seggiolina al cambio campo, gridava: “questa racchetta te la spacco in testa”. E buon per lui, allora, che Mc Kewan non capisce una parola di italiano…
Mc Kewan è lo stesso che in un incontro di semifinale di Coppa Davis a Nantes fece un overrule di un match di Furlan contro l’Italia – che era avanti 2-0 sulla Francia dopo le prime due giornate – e lo fece sbagliandosi clamorosamente. Ricordo bene che capitan Panatta avrebbe voluto rovesciarlo dal seggiolone!
Ma se Mc Kewan conoscesse l’italiano, Fognini a quel punto poteva rimediare addirittura la squalifica!
Solo che il nostro è talmente folle che dopo un break subito a quel modo e l’ira incontrollabile…è riuscito a fare il controbreak subito dopo. 3 pari e partita riaperta. Fino alla vittoria. E al prossimo turno avrà il tedesco Puetz, n.251 del mondo e non un ragazzino di primo pelo: ha 26 anni. “Non lo conosco proprio” ha detto Fognini che ha anche aggiunto a proposito de penalty point: “Ormai gli arbitri mi hanno preso un po’ di mira”. E ci credo. Come ha aggiunto egli stesso “però è colpa mia, loro fanno il loro lavoro”.
Ha vinto anche la sua fidanzata, Flavia Pennetta, 6-2,6-3 sulla Cepelova in una giornata che diventa incredibilmente felice per tutto il clan Fognini: infatti Flavia, n.12 Wta, è tornata due settimane fa n.1 d’Italia e gioca il suo primo Slam da prima della classe tra le azzurre – l’ultimo furono gli Australian Open 2010 – mentre Sara Errani è scesa al n.14. Stasera Sara ha mancato il matchpoint sul 6-5 quando serviva lei (non che sia un gran vantaggio…) contro la Garcia, francese come l’allenatore della Roma a dispetto del cognome spagnoleggiante.
Sara lo scorso anno perse al primo turno dalla Puig. Quindi se portasse a casa questa partita, sospesa prima per pioggia e poi oscurità sul 6-2, 6-7, potrebbe recuperare qualche punto importante. Flavia per far meglio invece deve andare oltre gli ottavi. Intanto ha l’americana Davis.
“12 mesi in cui sono risalita da sottoterra alle stelle” dice lei che arrivò qui a Wimbledon un anno fa dicendo di non essere nemmeno sicura che avrebbe continuato a giocare a tennis…se a fine anno non fosse riuscita a riconquistare una classifica decente.
“Mi piacerebbe dare una mano al tennis italiano, da tecnica,” diceva pensando già all’avvenire post-agonistico.
Gli ottavi dell’anno scorso in questo torneo (favorita in parte dal ritiro della Azarenka, ma lei poi battè la Cornet – e al primo turno aveva battuto la britannica recentemente scomparsa, Baltacha), in cui avrebbe potuto battere anche la Flipkens contro la quale non giocò invece bene, e poi la semifinale all’US open, le hanno consentito di “svoltare”.

“Oggi ho detto a mio padre che si congratulava perchè ero tornata fcra le top-ten: ‘perfetto, ora posso ritirarmi!’ E lui: ‘No Flavia, no, ma che dici!? Insomma questi 12 mesi sono stati…un anno meraviglioso!”.

Con Flavia, che non risponde a un paio di simpatiche “provocazioni” –  ‘Beh è stato anche l’anno di questa nuova love-story…’ – si accenna anche all’ipotesi di lei coach di Fabio Fognini sulla falsariga della coppia Murray-Mauresmo.
Non so perché a Andy sia venuta in mente quest’idea di Amelie, però credo che possa aver influito il fatto che lei in questo genere di situazioni, grandi pressioni, ci si sia trovata, le abbia già vissute”.
– Beh e tu Flavia non potresti domani allenare un uomo?
Gli occhi di Flavia si illuminano, come colpiti da un’improvvisa folgorazione: “Sai chi potrebbe allenare bene degli uomini, sì insomma più da capitano di Coppa Davis che di Fed Cup? Francesca Schiavone! Perchè lei va giù dritta, dice le cose in maniera forte…Noi donne siamo più delicate, abbiamo bisogno di sentirsi dire frasi più smussate di quelle che si possono dire ai maschi. Francesca ha una personalità forte…e certo tutte noi chissà quanto potremo giocare ancora, magari arriveremo alle Olimpiadi, magari no, chi può saperlo?”.
Beh, se non ci fossero state due vittorie su quattro incontri portati a termine, avremmo dovuto scrivere qualcosa di più anche sugli sconfitti. Ma Andreas Seppi ha i suoi alibi, “Sono stato fermo per 8 giorni a letto con una sinusite, antibiotici a tutta randa, sono arrivato qui solo venerdì sennò avrei giocato un torneo sull’erba come ho sempre fatto in passato per preparare Wimbledon (anche con eccellenti risultati; n.d.Ubs)…ciononostante sono arrabbiato perché questa partita avrei dovuta vincerla lo stesso. Ora sono in pratica n.43 ma rischio di scendere intorno a 50 se quelli vicino al mio ranking vanno avanti. Giocherò 3 tornei, Amburgo (salto Stoccarda perchè devo fare dei carichi di lavoro che non ho fatto ultimamente), Umago e Kitzbuhel per cercare di recuperare la classifica, altrimenti addio testa di serie all’US open“.
Per la verità una storia a parte avrebbe meritato Filippo Volandri: nessuno ha mai perso 18 partite di fila al primo turno.
Ha giocato meglio di tante altre volte, anche se non così bene come quando nel 2004, dopo l’unica vittoria sull’erba di Wimbledon a spese della wild card inglese Jamie Delgado trascinò non ricordo più come (e come sia stato possibile…) Goran Ivanisevic al quinto set: “Persi 6-4 al quinto” ricorda bene Filippo con malcelato orgoglio.
Nessuno ha mai perso 18 Slam di fila al primo turno. A 17 era arrivato Marin, un giocatore per metà spagnolo e per metà costaricense. Il passaporto era quello della Costarica.
Per un giocatore come Volandri, che è stato anche n.25 del mondo, questo è chiaramente un record che avrebbe preferito non detenere: “Sono stato davvero sfortunato, ho avuto dei sorteggi incredibili, vai a vedere, vai a vedere – ripete – e vedrai che forse il peggior classificato che ho incontrato è proprio RogerVasselin oggi…ho perso da Berdych l’anno dopo che ha fatto finale qui (2010 la finale, 2011 il match cui si riferisce Filippo “Mi pare d’aver giocato sul centre court o sul n.1, insomma il campo più importante che mi è toccato qui…”), e poi mi sono toccati quando Isner, quando Querrey, Del Potro, due volte Chardy, Tsonga…insomma tutti giocatori forti, difficili da battere.
Il francese di oggi RogerVasselin è n.50. Ma, seguendo il consiglio di Filippo, sono andato a vedere i suoi 18 giustizieri: Kiefer, Wimbledon 2007; Llodra, Us Open 2007; Grosjean, Australian 2008; Andujar, Roland Garros 2008; Reynolds, Us Open 2008…poi ci sono due anni di problemi fisici e di squalifica per aver fatto uso di un medicinale antiasmatico e di classifica in caduta libera, quindi rieccoci agli Slam nel 2011: Andreev, Australian open 2011; Clement, Roland Garros 2011; Berdych, Wimbledon 2011; Del Potro, US Open 2011; Raonic, Australian Open 2012; Haas, Roland Garros 2012; Chardy, Wimbledon 2012; ancora Chardy, Us Open 2012; Simon, Australian Open 2013; Isner, Us Open 2013; Tsonga, Australian Open 2014; Querrey, Roland Garros 2014; e Roger Vasselin oggi.
Beh, insomma qualche sconfitta era evitabile (Andujar non è un fenomeno), però è vero che i sorteggi non l’hanno certo aiutato.
Ciò detto però anche i primi turni portano in cassaforte tanti bei soldini: qui oggi 27.000 sterline, pari a circa 32.000 euro e spiccioli.
“Per fare 30.000 euro nei challenger devo vincerne 5! Anche quelli che oggi hanno un montepremi di 42.000 euro non ti danno l’ospitalità, per cui alla fine i soldi son sempre pochi…beh certo 10 anni fa (Filippo in realtà ha giocato il primissimo Slam in Australia nel 2001), chi perdeva al primo turno non prendeva quanto oggi, meno della metà di sicuro”.
Beh, se anche fosse… e la media di un primo turno perduto in uno Slam fosse corrisposta a 20.000 euro …moltiplicata per 18, vengono sempre fuori di bei soldini. Facciamo 350.000 euro arrotondando al ribasso? E’ vero che ci sono le spese, i coach, il resto, ma insomma c’è chi guadagna meno. A parte il fatto, a contrario, che per essere per tanti anni così sempre nei primi 100 del mondo, beh bisogna essere un bel po’ forti no?
Ogi Filippo ha avuto anche un setpoint sul 5-4 e servizio: “E ho perso uno scambio prolungato, con un dritto fuori di 20 centimetri, quando molti scambi li avevo anche vinti…” rimpiange.
Ora gli restano tre settimane in tornei minori, visto che è sceso a n.117 dopo essere stato a lungo intorno alla settantesima ottantesima posizione, per fare 80 punti e tentare di non perdere al primo turno all’US Open.
“Mi scadono i punti della vittoria a Orbetello, vado a giocare a Todi, poi a Baastad, poi San Benedetto”.
Ecco ci vorrebbe proprio una benedizione del monaco di Norcia per rientrare fra i 104 in tre settimane e poter andare all’US Open. Anche a Flushing Meadows chi perde al primo turno si fa un bel gruzzoletto. In bocca al lupo Filippo, magari prima o poi un sorteggio un tantino benigno potrebbe anche arrivare.

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