Wimbledon 2014: (s)punti tecnici, day 4 e 5

(S)punti Tecnici

Wimbledon 2014: (s)punti tecnici, day 4 e 5

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TENNIS WIMBLEDON CHAMPIONSHIPS – Il day 4 e 5 dei Championships ci regalano un colpo da incorniciare, da vedere e rivedere: la tripla finta di dritto di Alexandr Dolgopolov.

La tripla finta di dritto di Alexandr

Il terzo turno del tabellone maschile di Wimbledon, che ha visto il bulgaro Grigor Dimitrov prevalere in cinque set contro l’ucraino Alexandr Dolgopolov, è stata una splendida partita, dal punto di vista puramente tecnico, almeno finchè “The Dog” è rimasto in campo a livello fisico e mentale, ovvero fino al quarto parziale. Grande merito a Dimitrov, naturalmente, giocatore ormai in grado di offrire prestazioni solidissime come tenuta psicologica e atletica (ed è questa continuità che gli ha permesso di portarsela a casa ieri), che applicate a un tennis brillante, propositivo, votato all’attacco e ricco di soluzioni di grande manualità e talento, fanno davvero ritenere che il grande risultato Slam possa essere a un passo, forse già in occasione di questo torneo. Sarebbe decisamente ora, un giocatore del genere deve assolutamente compiere l’ultimo salto di qualità che gli manca, arrivando e possibilmente rimanendo a lungo tra i “veri grandi”, cerchia esclusiva dei vincitori (e plurivincitori) di Major.

Grigor ha tutto: servizio e dritto di livello altissimo, rovescio comunque adeguato e a volte esplosivo anch’esso, bella mano sottorete, fantastiche qualità difensive, capacità di allungo ed elasticità articolari paragonabili a Djokovic (i recuperi in spaccata sia frontale che saggitale che riescono a realizzare entrambi sono prodigi atletici, e non è un caso che siano rarissimi anche tra i campioni più preparati fisicamente), e finalmente una giusta e propositiva fiducia nei propri mezzi.

Detto dell’ottimo vincitore della sfida di cui stiamo parlando, però, lo spunto tecnico di oggi merita assolutamente di essere un colpo sferrato dal suo avversario: e lo merita perchè non si tratta di uno dei “numeri” altamente spettacolari di cui in ogni caso il match è stato ricco, quali volée, passanti estremi, drop-shot, slice di rovescio tanto tagliati da strisciare sull’erba (altro che rimbalzare), eccetera. Mi riferisco a un dritto esterno che Alexandr ha chiuso da fondocampo, un “semplice” sventaglio, nemmeno tirato in un momento particolarmente decisivo del match. Ma che è stato una cosa che se la si vede due-tre volte all’anno è tanto, e spesso purtroppo non viene sottolineata abbastanza, perchè meno evidente di una stop-volley in tuffo: ma tecnicamente, in una scala di difficoltà da 1 a 10, siamo a 11 abbondante.

1-1 secondo set, 30-15, serve Dolgopolov. Prima esterna, Dimitrov risponde bloccando un back che gli esce abbastanza lento, ma diagonale e profondo verso l’angolo del rovescio di Alexandr. Che grazie alla palla “morbida”, la aggira senza difficoltà, e prepara il dritto anomalo. E qui, condensato in un terzo di secondo, inizia, si compie e si conclude uno show tecnico clamoroso. Su il sipario.

Finta numero uno: Dolgopolov prepara il colpo con step, appoggi, e rotazione del compasso delle spalle molto esterni rispetto alla palla. L’intera postura del corpo, a livello di anticipazione motoria, grida a Dimitrov “sventaglio a uscire in arrivo!!!”. Grigog, ovviamente, lo legge e rimane spostato sulla diagonale sinistra per contrastare la pallata a uscire che sta per arrivare. Fin qui, tutto normale.

“Ok, tiri esterno”

“Ok, tiri esterno”

Finta numero due: rimanendo in stance apertissima con le gambe, Alexandr accelera improvvisamente l’ingresso della spalla destra e anticipa la torsione interna del busto. Siamo ancora a un nanosecondo prima che parta lo swing a colpire, con la testa della racchetta dietro la linea delle anche pronta alla frustata in avanzamento, e questo movimento anticipato verso l’interno ad un tratto si mette a strillare a Grigor “attenzione! Contro-ordine! Arriva l’accelerazione lungolinea inside-in!!!”. Il bulgaro, nell’esatto istante dello split-step, percepisce la variazione di ritmo del movimento, e chiaramente ricadendo sugli appoggi post-step rivolge d’istinto il peso e l’inclinazione del busto verso destra, pronto allo scatto verso l’angolo del suo dritto. E qui siamo già a un livello di difficoltà superiore, la conclusione inside-in di dritto con finta di sventaglio a uscire è roba per i pochi dotati di velocità di braccio e controllo dell’equilibrio fuori dalla norma, il migliore in questa esecuzione – suo marchio di fabbrica – è Federer. Ma “The Dog”, in questo caso, arriva a un incredibile e superiore livello di variazione motoria.

 “Accidenti, invece tiri interno!”

“Accidenti, invece tiri interno!”

Ed ecco la strabiliante finta numero tre: nell’esatto istante in cui Grigor ricade sugli appoggi, come detto lievemente rivolto a destra, parte lo swing a colpire di Alexandr, che a questo punto ha già iniziato l’ingresso dell’anca, della spalla, e la torsione del busto, con postura quasi completamente chiusa verso l’interno: la chiusura inside-in lungolinea a questo punto è certa. Pensa Dimitrov, pensano gli spettatori del centrale, penso io sul divano. Ma il mago ucraino, come un autentico prestigiatore, mentre tutti guardano da una parte, realizza il trucco dall’altra: a metà swing, nel bel mezzo del velocissimo movimento a colpire, contemporaneamente ritarda l’impatto e apre polso, mano e avambraccio in fuori, sparando l’accelerazione esterna inside-out. Come sembrava avrebbe fatto fin dall’inizio dell’esecuzione. Grigor lasciato immobile come un palo, e l’intero stadio ancora a guardare nella direzione in cui avrebbe dovuto andare la palla, che nel frattempo ha già sbattuto sui teloni dall’altro lato del campo.

“Oh no, volevi tirare esterno fin dall'inizio!”

“Oh no, volevi tirare esterno fin dall’inizio!”

Riassumendo, tre variazioni di postura, un aggiustamento di solo braccio a metà swing, un cambiamento di direzione del trasferimento del peso, una finta di spalla, e una di anca: tutto in una frazione di secondo, senza perdere il controllo del colpo e dell’equilibrio. Incredibile, da vedere e rivedere, anche se i segnali sono tanto sottili da sfuggire facilmente: non certo al povero Dimitrov, che ha abboccato e ci è rimasto di sasso.

Alta, altissima scuola.

One-Handed backhand appreciation corner

Come sempre, la lotta contro l’Oscurità è durissima. Nella parte alta del tabellone maschile si presenta agli ottavi di finale solo l’Apprendista Bulgaro Grigor, in ipotetica rotta di collisione ai quarti con la Nemesi Bimane di casa, lo Scozzese Rantolante Andy, campione in carica. Perdiamo subito, sedotti e abbandonati, il Mago Ucraino Sergiy: grazie lo stesso, ci ha fatto divertire.

Nella parte bassa siamo a ranghi quasi completi: scendono in campo le Leggende Rossocrociate Stan-The-Man e il Vecchio Jedi Roger, gli Scudieri Iberici Feliciano e Tommy, e con nostra grande soddisfazione il Picchiatore Emiliano Simone. Che la Forza sostenga e renda salde le vostre impugnature Eastern, ragazzi: siete rimasti in sei, la Luce ripone in voi ogni speranza.

Speranza che ha ancora una volta abbandonato prematuramente il tabellone femminile, con l’uscita della nostra Carlita e della Dominguez Lino: le tenebre avvolgono il tennis femminile, presagio di una notte senza fine. Brace yourselves, winter is coming: e rischia di essere un inverno freddo e lungo.

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