Wimbledon, Roger e Nole: appuntamento con la Storia

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Wimbledon, Roger e Nole: appuntamento con la Storia

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TENNIS WIMBLEDON CHAMPIONSHIPS – La finale maschile offre infiniti motivi di interesse: il ritorno di Novak Djokovic su un trono Slam o l’ennesimo momento magico della carriera leggendaria di Roger Federer. Chi avrà la meglio?

Novak Djokovic (1) vs. Roger Federer (4) (Precedenti 16-18)

La 47esima finale di Wimbledon dell’Era Open si giocherà tra i due tennisti che, alla pari di Andy Murray, dal 2009 a questa parte, hanno dominato più di tutti qui a Londra: Novak Djokovic e Roger Federer vanno a caccia, rispettivamente, del settimo e del diciottesimo sigillo Slam. E’ il trentacinquesimo incontro tra i due, segno di una delle rivalità più forti degli ultimi anni e, come numero di match giocati contro, dietro soltanto a quella tra lo stesso Djokovic e Rafael Nadal e a quella tra Lendl e McEnroe.

Arrivano a queste finali destando impressioni e sensazioni nettamente diverse: se nella prima settimana, infatti, il serbo aveva dimostrato di essere in gran forma vincendo in scioltezza anche match che potevano rivelarsi complicati (sebbene già contro Radek Stepanek abbia perso un set), nei quarti e in semifinale il n.1 del seeding è apparso invece a tratti confuso e spento, rischiando di complicarsi non poco il proprio destino sia contro Marin Cilic (a cui ha ceduto ben 2 set prima di chiudere con un doppio 6-2 nel quarto e nel quinto set) sia contro Grigor Dimitrov (a cui ha ceduto il secondo parziale dopo aver condotto per 3 a 1). Sua Maestà Roger Federer, invece, pur non mostrando un tennis pazzesco in tutti i turni di questo Wimbledon 2014, è apparso molto più sereno e determinato, anche nell’unico vero momento di difficoltà che si è ritrovato a fronteggiare, ossia quando ha dovuto recuperare un set di svantaggio contro il connazionale Stan Wawrinka.

Il n.2 del ranking Atp ha giocato quasi 5 ore in più rispetto al suo avversario, avendo affrontato come testa di serie più alta la n.11, ovvero il bulgaro Dimitrov in semifinale, mentre Roger ha trovato sul suo cammino ben due teste di serie incluse nella Top 10, ossia Wawrinka (5) e il canadese Milos Raonic (8).

Questo pomeriggio sarà il quarto incontro ufficiale dell’anno (Federer è avanti 2 a 1), mentre in tutta la loro carriera sarà soltanto il secondo testa a testa in una finale di un torneo dello Slam: l’unico precedente risale al 2007, quando Federer ebbe la meglio in tre set; è inoltre la seconda sfida che si giocherà sull’erba e all’All England Club. La prima era la semifinale del 2012 e ad avere ragione fu ancora una volta lo svizzero, in quell’occasione in quattro parziali.

Nonostante sia dietro nei precedenti e, in particolare, in quelli giocati sull’erba, Novak Djokovic proverà ad invertire una preoccupante tendenza: dallo scorso anno, infatti, ha inanellato una serie di tre finali Slam perse (Wimbledon 2013 contro Murray, Us Open 2013 e Roland Garros 2014 contro Nadal); questa serie negativa ha ulteriormente peggiorato lo score del serbo nelle finali slam, che si è aggiudicato 6 titoli su 13 finali giocate. Roger Federer detiene invece un saldo decisamente positivo nei macth decisivi per la vittoria di un Grande Slam: 17 titoli su 24 finali giocate.

Il quattro volte vincitore dell’Australian Open ha vinto cinque degli ultimi 7 match disputati contro Top 4: le uniche sconfitte sono arrivate contro Federer a Montecarlo e contro Nadal a Parigi, ma oggi si ritroverà a giocare contro il recordman di match vinti negli Slam: Federer ha infatti staccato Jimmy Connors in questa speciale classifica, vincendo ben 274 match sui 317 disputati, mentre Djokovic grazie a questo Wimbledon ha agguantato 174 vittorie negli Slam su 206 partite.
Tre titoli Master 1000 in bacheca nel 2014 per il serbo (Indian Wells, Miami e Roma), due vittorie minori per Federer (Dubai e Halle), il quale si appresta a giocare questa finale con l’auspicio di portare a casa il suo ottavo Wimbledon, salendo al secondo posto del ranking dedicato ai plurivincitori di un singolo titolo, guidato, manco a dirlo, da Rafael Nadal, 9 volte vincitore al Roland Garros.
A 32 anni e 332 giorni, il tennista di Basilea potrebbe diventare il più anziano vincitore di Wimbledon dell’era Open, togliendo il primato in questo caso ad Artur Ashe che trionfò ai Championships nel 1975 a 31 anni e 360 giorni.  Soltanto l’eterno Ken Rosewall ha raggiunto la finale di Wimbledon ad un’età maggiore rispetto alla sua, arrivandoci sia a 35 che a 39 anni. Se Djokovic si dimostra sempre più restio a giocare un torneo di preparazione sull’erba, Federer potrebbe invece centrare la quinta doppietta Halle- Federer in una stessa stagione, dopo quelle centrate tra il 2003 e il 2006.

In definitiva, lo svizzero tenterà di mettere la ciliegina sulla torta ad una carriera già costellata di record e di successi: è il giocatore con più presenze consecutive negli Slam nell’era open (dal 1999 non ha partecipato solo agli Australian Open e agli Us Open di quell’anno) ed è il giocatore con più titoli sull’erba (14). Anche per la finale di oggi, giornalisti e appassionati hanno ipotizzato che questa possa essere una delle ultime occasioni per lo svizzero di portare a casa un torneo dello Slam ed evitare che Rafa Nadal si avvicini ancora al suo record (è già a quota 14): in verità si diceva anche nel 2012, anno del suo ultimo trionfo a Londra, ma questa volta, dato che sembra esserci un bel ricambio generazionale in atto (vedi le semifinali di Dimitrov e Raonic) potrebbe effettivamente essere così, sebbene oramai lo svizzero ex n.1 del mondo non la finisca mai di stupirci.

Sarà una finale senza dubbio molto affascinante anche per la questione allenatori: sia Nole che Roger hanno deciso, in questa stagione, di affidare le loro carriere a due grandi specialisti proprio dell’erba, ossia  Boris Becker e Stefan Edberg . I due hanno vinto in totale 5 titoli all’All England Club, per cui quest’oggi sul Centre Court, tra panchina e giocatori, avremo la possibilità di goderci ben 13 titoli di Wimbledon tutti assieme.

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare, e sia Djokovic che Federer sanno perfettamente come si fa.
Alle 15, come sempre a Wimbledon, ma forse quest’anno un pizzico in più perché trattasi di Sua Maestà  Roger Federer, l’appuntamento è con la Storia.

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