Pagellone Wimbledon: Djokovic promosso a pieni voti, Federer va oltre. Bocciati Nadal e Murray

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Pagellone Wimbledon: Djokovic promosso a pieni voti, Federer va oltre. Bocciati Nadal e Murray

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TENNIS WIMBLEDON CHAMPIONSHIPS – Non ci sono né più parole né più voti per Roger Federer. Straordinario Djokovic; Nadal delude più di Murray. Dimitrov finalmente grande, Kyrgios lo può diventare. Tra gli italiani: bene Bolelli, sufficiente Fognini.

Berdych 4. Per questo ragazzo bisognerebbe fare qualcosa. Ha una pulizia di colpi che forse nessun altro può vantare nel circuito, ma dietro quella maschera di ghiaccio deve celarsi un’emotività impossibile da gestire. Non si riesce mai a spiegare perché perda ma se trova qualcuno appena appena in grado di esprimere un buon tennis, si scioglie.

Stepanek 7. Mr. Radek non è solo uno spregiudicato show man capace di trascinare folle compassate come quelle del Centre Court in un delirio di risate e applausi o un buffo gigolò che gira per il circuito alla ricerca di colleghe da circuire. Alla veneranda età di quasi 36 anni rimane un giocatore divertente e pericoloso, e se trasforma il set point contro Djokovic nel quarto set magari cambia persino la storia del torneo.

Gulbis 3. Tecnicamente il problema dell’apertura del dritto sembra impossibile da superare sull’erba. E forse anche sul veloce cemento estivo nordamericano.  Poi c’è a chi piace perché dice cose intelligenti e originali. Sarà. Ma a volte la sensazione è che le cose intelligenti non siano poi così originali e che le cose originali non siano tanto intelligenti.

Wawrinka 6,5. Lo svizzero che vince gli slam ha fatto quello che ci si aspettava da lui: ha vinto le partite che doveva vincere, è arrivato nei quarti per la prima volta, e al cospetto dell’imponente connazionale, lo ha impegnato per quanto ha potuto. Sembra che lo slam vinto confonda più gli osservatori che Stan The Man, che non sanno bene se piazzarlo tra le seconde linee o tra i favoriti di slam e mille. Per non sbagliare, Wawrinka una volta fa una cosa quella successiva l’altra.

Nishikori 4. Il giapponese tra Barcellona e Madrid è sembrato più solido persino di Nole. Ma soltanto in campo perché purtroppo il fisico non lo aiuta. Aveva lasciato però la sensazione che se avesse trovato due settimane senza acciacchi batterlo sarebbe stata un’impresa. Forse l’erba non fa per lui, forse non si è ancora ripreso, ma dopo aver rischiato con Bolelli ha solo fatto il solletico a Raonic. Pochino.

Raonic 7. Il voto alto è perché è arrivato in semifinale e questo è un grande risultato. E con un Federer così figuriamoci se non si può perdere. Però. Però ha perso male, praticamente nel primo game, ha trovato un Kyrgios nei quarti che fino a quando le forze lo hanno sorretto era avanti e poteva lo stesso portarlo al quinto, e durante il torneo non è che abbia fatto chissà cosa. Questi miglioramenti di mobilità sembrano ancora troppo lenti, c’è molto lavoro per Piatti e Ljubicic.

Dimitrov 8. Il ragazzino è forse diventato grande. A Melbourne stava per battere Rafa, qui stava per battere Djokovic, ha battuto Murray e prima Dolgolopov. Cioè ha avuto un tabellone terribile ma è stato molto vicino ad arrivare in finale. Per quanto possa dare la sensazione dell’incompiuto, o forse addirittura del farfallone, Grigor da oggi in Top Ten (numero 9) è più solido di quanto non si creda. Non solo tecnica il bulgaro, ma grande forza fisica, che forse lo induce a faticare più di quanto non dovrebbe. Se si decidesse a stare un metro più avanti durante gli scambi potrebbe diventare devastante.

Murray 5. Era il detentore del titolo, viene da un grave infortunio, ha cambiato coach, a Wimbledon la pressione è dura da contenere. Non sono certo le attenuanti che mancano allo scozzese che non è riuscito a confermarsi campione. Ma il buon Andy sembra stanco chissà se del tennis, della vita da tennista o di cos’altro. Il decimo posto – peggior ranking da secoli – può essere una mazzata terribile. Speriamo che, adesso che non è più Fab, possa finalmente tornare quello che vinse gli US Open.

Ferrer 4. Una volta gli spagnoli non si presentavano sull’erba. Forse non era una cattiva idea, adesso che l’età avanza.

Tsonga 5. In genere il voto esprime mediocrità. E fa  rabbia pensare ad uno come Jo ridotto in questo modo, così tanta che davvero verrebbe voglia di dirgli di lasciar perdere. Cosa sarà successo al giocatore che nel 2011 faceva tre finali di fila contro Federer dopo averlo battuto a Wimbledon, che sembrava pronto al passetto in avanti per entrare nei TOP5 lo sa il cielo. Noi sappiamo solo che ci fa male vederlo in questo modo.

Dolgolopov 6. Sarà una debolezza, sarà che è il destino di tutti essere sempre in cerca di qualcosa di diverso, sarà quel che volete, ma il “guru” va sempre osservato con attenzione per cercare le tracce di un possibile exploit. Qui non ha fatto malissimo, e col gran Dimitrov ci ha perso solo al quinto set. La stagione nordamericana sarà importante per capire fin dove possiamo davvero sperare.

Kyrgios 8. Si, non gli è riuscita la prova del nove e si è squagliato con Raonic. Ma il modo con cui ha strapazzato Nadal e prima il modo con cui ha battuto Gasquet non lasciano tanti dubbi: questo ragazzino non è né Darcis né Rosol. Prevedere cosa succederà è impresa improba ma se mai mantenesse questa freschezza e questa voglia di giocare avremmo il ritorno di un australiano tra i vincitori di slam.

Nadal 4. Ha perso un set persino contro Kukushkin, anche se poi l’ha travolto, e si è fatto trattare molto male, per uno che vinto 14 slam, da Kyrgios. A volte si fa fatica a comprendere come abbia mai potuto vincere quanto Edberg su questi prati e addirittura a raggiungere anche 3 finali. Senza nulla togliere al Rafa del resto dell’anno, quello che gioca dalla seconda metà di giugno alla metà di luglio è da dimenticare.

Djokovic 10. Non solo perché ha vinto il torneo, non solo perché è di nuovo il numero 1 del mondo – e stavolta dovrebbe restarlo per un bel po’ – non solo perché ha battuto un grande Dimitrov e un ottimo Federer. Già basterebbe, ma Nole sta aggiugendo una nuova maturità che forse gli farà perdere altri match come a Parigi ma magari lo manterrà più sereno. E poi dopo un numero 1 che stava tra il padreterno e Giove e un numero 1 che sembrava un Highlander, un numero 1 normale al tennis non farà male.

Federer SV. Cosa si può dire in più di Roger Federer?

Gli italiani

Fognini 6. Più che dei suoi tifosi – che pare lo amino senza condizioni – e dei suoi detrattori – che sono convinti che non combinerà mai nulla di buono e si sono messi il cuore in pace – il buon Fabio è croce e delizia degli osservatori che  oscillano tra il piacere per un gran colpo giocato e la (sadica ?) attesa del momento dello sbroccamento. Provando a rimanere sul campo, Fognini ha fatto quel che doveva, con Anderson perdere sull’erba non è un delitto.

Bolelli 8. Speriamo davvero che Simone riesca a tirar fuori da questo inaspettato torneo le forze per regalarsi un finale di carriera migliore, senza rimpianti per quel che poteva essere e non è stato. Il braccio non è mai stato in discussione, adesso fisicamente sta bene, se perde un po’ di timidezza può togliersi qualche altra soddisfazione.

Lorenzi 6.5. In premio ha avuto Roger Federer. Dopo la partita in cui è riuscito a portare a casa 5 game era contentissimo. E noi per lui, in fondo sono coetanei e tra vecchietti si sono divertiti…

Seppi e Volandri SV. Ma non come Federer…. Volandri ha pure battuto un record nei tornei dello Slam. Ma non è il caso di tornarci su.

Il resto.

Wimbledon 7. Magari vi aspettereste entusiastici commenti legati al prestigio, alla storia, alla bellezza, ai prati, a Church Road, a questo e a quello. Qui invece si prendono un po’ troppo sul serio per un torneo di tennis e l’organizzazione finsice col risentirne. Si va dal grottesco e povero steward che apre la porta agli inviati all’inflessibile adetta alla reception, che non ti vuole spiegare il criterio per la coda per il Centre court. O forse, più semplicemente, non reggono il confronto con Melbourne, dove davvero tutto rasenta la perfezione. Il prestigio qui sarà maggiore, il divertimento no.

Inviati 8. Dopo un paio di giorni in cui “ci si annusa”, per così dire, in genere l’atmosfera si rilassa e questo contribuisce a migliorare (si spera) il lavoro di tutti. E’ confortante vedere che non ci sono gelosie, ripicche, invidie; ed è rasserenante poter chiedere al vicino di desk quante coppie hanno fatto il career slam o chi è stato l’ultimo giocatore a perdere un solo servizio prima della finale o se  era una palla break quella del quarto game. Per non dire dello struggimento che ti prende quando osservi le gare di memoria tra veri computer umani e ascolti battutacce che non sfigurerebbero negli spogliatoi ma neanche nel repertorio di Groucho Marx. Ne cito tre per tutti: Alessandro Terziani de “Il tennis italiano” persona di rara dolcezza e vero esperto di tennis, tant’è che ha vinto per il terzo anno di fila il concorso pronostici riservato ai giornalisti; Luigi Ansaloni, ex di ubi, allegro compagnone, rapidissimo estensore di articoli e ottimo giornalista, che diventerà un grande esperto di tennis non appena Federer si ritirerà; e infine Clerici Giovanni, come ama presentarsi, che voi tutti stimate soltanto perché non lo conoscete: altrimenti non potreste non volergli anche bene.

Colleghi SV. Loro sì come Federer… Ma siccome di loro non si parla ve lo dico io che Stefano “vice” Pentagallo, Claudio “realista informatico” Giuliani, Daniele “bold” Vallotto, Danilo “Hewitt” Princiotto, Luca “Roddick” De Gaspari, Giulio “Ritwitt” Fedele, Francesca “Beware!” Moscatelli, Chiara Bracco, Danilo Princiotto, hanno fatto un lavoro pazzesco, insieme a tutti i traduttori che vi hanno fatto avere le dichiarazioni dei protagonisti praticamente in tempo reale.

E gli inviati Stefano Tarantino e Vanni Gibertini – e la tenerissima e terribilmente professionale Laura Guidobaldi che li ha sostituiti dopo la prima settimana – sono convinto che abbiano il dono dell’ubiquità, perché non è materialmente possibile fare tutte quelle cose contemporaneamente.

Last e ovviamente tutt’altro che least (si scherza eh?) l’incredibile Ubi che a parte qualsiasi altra considerazione sulla pazienza, le telefonate notturne e mattutine, la cortesia, le sfuriate, la capacità di trovare una notizia dove noi vedevamo il vuoto, a parte tutto questo, senza Ubaldo Scanagatta non sarebbe stato possibile niente di quanto avete letto in queste due settimane. Magari era meglio… (si scherza eh?)

Ma un voto sia permesso di darlo anche a voi lettori, che ci seguite sempre più numerosi, incalzandoci con elogi, suggerimenti, critiche, a volte insulti. 7: potete fare di più e meglio. Tra di voi c’è gente esperta di tennis – sicuramente più dell’estensore di queste righe – e che scrive decentemente – uhm… – ma che forse dovrebbe controllare meglio la propria impulsività. I commenti liberi che abbiamo provato hanno dato un risultato che sembra sufficiente ma che sarà valutato meglio nei prossimi giorni. L’auspicio è che continuiate a seguirci e ad aiutarci.

Wimbledon finisce, ma c’è ancora tennis in giro per il mondo, quindi nessun arrivederci, noi siamo qui.

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