Il tennis dei grandi è sempre più ricco

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Il tennis dei grandi è sempre più ricco

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TENNIS – La questione prize money torna a far discutere dopo che anche lo US Open ha dichiarato di voler incrementare il premio in denaro, seguendo a ruota gli aumenti già messi in atto questa stagione dagli altri maggiori tornei. E il circuito challenger, che fa fatica ad andare avanti, vede aprirsi un divario sempre più netto nonostante le proposte del presidente Kermode.

Il tennis dei grandi tornei e dei Masters 1000 ha fatto registrare negli ultimi anni un incremento esponenziale in fatto di montepremi. Solo ieri parlavamo dell’ultimo Slam della stagione, lo US Open, che ha deciso di far lievitare i montepremi dei tennisti per ogni turno, con un +11,7% totale, passando dai 34,3 milioni dell’anno passato ai 38,3 di questa edizione. Il dilemma è sempre lo stesso. Per un tour che punta tutto sui grandi appuntamenti della stagione, sulla fama dei tennisti più grandi ed amati, sugli sponsor e le tv, c’è una realtà challenger che spesso fa fatica a restare al passo, pur essendo fondamentale per chi necessariamente deve passarci per puntare a far parte del tennis professionistico. Tutti i tornei dello Slam quest’anno hanno deciso di aumentare le cifre dei premi, sia a beneficio degli sconfitti ai primi turni, che ovviamente dei vincitori. L’Australian Open ha fatto registrare nell’edizione appena passata la cifra record di 33 milioni di dollari australiani (31 milioni di dollari americani), e Craig Tiley, direttore del torneo, ha sottolineato come il premio dei vincitori sarebbe stato uguale sia per il torneo maschile che per quello femminile, con un incremento del 10% totale rispetto allo scorso anno. Anche il Roland Garros e Wimbledon non sono stati da meno. A Parigi si è visto un +19%, 4 milioni totali da distribuire fin dai primi turni, con gli sconfitti in ottavi che sono passati dai 100.000 euro dello scorso anno a 125.000. Anche Rafa Nadal alzando la Coppa dei Moschettieri, ha portato a casa un premio del 10% maggiore rispetto a quello del 2013. Sui campi sacri dell’All England Club, dove l’etichetta e il prestigio la fanno da padrone, l’incremento è stato di un ulteriore 10% per i vincitori, 1,7 milioni di sterline per Novak Djokovic e Petra Kvitova, ma anche chi è riuscito ad accedere al primo turno dei Championships ha beneficiato di un +14,9% di aumento, portando a casa 27.000£. E quindi il già citato ultimo Slam dell’anno, che ha dovuto restare al passo con gli spaventosi aumenti degli altri grandi, in una prospettiva al rialzo davvero incredibile. Negli ultimi 3 anni c’è stato quasi un raddoppio delle cifre dei prize money. Se chiedessimo ad un qualunque vincitore di 30, 40 anni fa, qual è stato il suo premio in denaro, ci risponderebbero, quale premio? Infatti il primo assegno ad un vincitore a Wimbledon, fu emesso solo nel 1968. L’ammontare della vincita? 2000£ per gli uomini, 800£ per le donne. Quell’anno i ‘fortunati’ furono Rod Laver e Billie Jean King. Senza contare che questi sono solo i 4 tornei principali della stagione tennistica. Se ci soffermiamo un attimo ai Masters 1000, con Indian Wells che fa sempre più da traino in fatto di modernità e di cifre, con i suoi 5 milioni di dollari, il divario con la situazione dei challenger si fa sempre più ampio. Secondo Bloomberg, negli ultimi 10 anni, i montepremi dei grandi tornei sono aumentati del 57%, rispetto al 31% del circuito challenger. Nel 2013, l’ATP ha aumentato i montepremi dei tornei minori da 35 milioni di dollari a 40. Chris Kermode, presidente dell’ATP ed in passato direttore del torneo del Queen’s, ha dichiarato lo sforzo da parte dell’organizzazione per aiutare un circuito sempre più svantaggiato ed in difficoltà. La sua idea è stata quella di formare una squadra di 5 persone che raccoglieranno informazioni e pareri dei giocatori, direttori dei tornei e media, per conoscere meglio la realtà dei challenger, e di ricollocare il calendario qualora fosse necessario: “Il punto è: sono collocati nel periodo e nel luogo corretto? Possono i challenger svolgersi durante le qualificazioni di un torneo ATP? Se non passi le qualificazioni potresti nello stesso tempo disputare il challenger”, ha affermato di recente. Ma la situazione appare delicata. Per un aumento del prize money quelle che soffriranno saranno anche le strutture ospitanti, incapaci di fare i conti con questi incrementi. E di fatti, per un tennista di bassa classifica che spesso fra viaggi e soggiorno non recupera con la vittoria quello che ha speso per partecipare al torneo, a volte è più vantaggioso non prendervi parte. Sempre che vinca. Cosa è necessario per far si che il premio in denaro di un torneo minore non sia più inferiore ad un primo turno di uno Slam? L’ATP ha accesso i riflettori su questa situazione, ma nel frattempo l’aumento vertiginoso dei montepremi nei tornei più importanti non cessa. E l’affanno continua in una corsa al chi offrirà di più, perché sembra che mai come in questi ultimi anni, prestigio fa rima con denaro.

 

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