Toronto, Cincinnati e Us Open: Nadal il Re del 2013, Djokovic quello del 2014?

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Toronto, Cincinnati e Us Open: Nadal il Re del 2013, Djokovic quello del 2014?

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TENNIS US OPEN – Il cemento americano è alle porte con i tornei di Toronto e Cincinnati prima dello Us Open. Nadal ha 4000 punti da difendere mentre Raonic e Dimitrov si candidano a nuovi protagonisti. Chi è il favorito di questa parte di stagione?

Siamo alle porte della stagione sul cemento americano, inizio della seconda parte della stagione. Il momento è caldo non solo climaticamente. I tennisti  delusi dalla prima parte vorranno rifarsi, e poi ci sono i protagonisti dei grandi successi fin qui. Insomma, lo spettacolo di certo non verrà a mancare. Si inizia con Atlanta (ATP 250) dove non ci saranno big in campo, stesso discorso la settimana dopo per Washington (ATP 500). Poi sarà la volta del doppio appuntamento con i 1000, vale a dire Toronto e Cincinnati dove inizierà la vera e propria lotta, soprattutto per Rafael Nadal che l’anno scorso fece l’accoppiata e poi coronò un mese e mezzo perfetto con gli US Open (secondo successo in carriera a New York).

Partiamo proprio da Nadal che dodici mesi fa superò davvero tutti, ad iniziare da Djokovic e Raonic in Canada, Federer, Berdych e Isner a Cincinnati e infine Gasquet e soprattutto di nuovo Nole in finale a Flushing Meadows. Ci sono tante similitudini con la passata stagione, Roland Garros vinto, deludente Wimbledon e tanta voglia di rifarsi sulla superficie meno adatta al suo gioco. Inoltre il maiorchino ha perso anche la prima posizione del ranking e difficilmente potrà riconquistarla con tutti questi punti da difendere. L’aspetto fisico è sempre un’incognita in questo momento della stagione ma se riuscirà a cacciare di nuovo dal cilindro il servizio che gli ha permesso di vincere tutto la passata stagione non è detta mai l’ultima parola.

Capitolo Djokovic, ovvero Il più deluso delle Us Open Series della passata annata. Guardando i piazzamenti slam del serbo e leggendo due finali perse a New York da Rafa più di qualche suo tifoso storcerà il naso. Le due finali sono di certo due nei giganteschi nella carriera dell’allievo di Vajda e Becker. Per lui in America nel 2013 è arrivata solo una finale, come detto quella di New York, quindi ha tanto da guadagnare e chissà se il nuovo trono di numero uno e, perché no, il fresco matrimonio non gli diano la spinta in più per dominare sul rovente cemento nordamericano. Parte ovviamente favorito.

Terza piazza doverosa per Roger Federer, deluso dall’ottavo sigillo sfumato ai Championship può dimostrare ancora una volta la sua grandezza sui campi che lo hanno visto trionfare svariate volte. A New York non arriva in finale dal 2009 (persa con Del Potro) mentre l’anno scorso crollò agli ottavi con Robredo in una delle sue peggiori apparizioni americane. Per quanto riguarda i Master 1000, dodici mesi fa ne ha disputato solo uno, quello di Cincinnati, dove ha fatto quarti. La condizione fisica attuale sembra buona, di certo anni luce migliore di un anno fa, tutto ciò lo posiziona nella lista dei possibili protagonisti di questa parte di stagione. È nella entry list di entrambi i 1000 sul cemento visto che non ha commesso l’errore fatto dopo Wimbledon 2013 di continuare a giocare sulla terra per provare la nuova racchetta.

C’è poi il capitolo Wawrinka, il vincitore del primo Slam della stagione, in Australia. A breve scopriremo quale dei vari Stan ammirati lungo il corso dell’anno troveremo in America. Di certo il dopo Australian Open è stato povero di acuti tranne a Montecarlo, dove ha vinto il suo primo Master 1000 della carriera. Un anno fa raggiunse la semifinale a Flushing Meadows, perdendo da Djokovic. Se sarà in forma, d’obbligo considerarlo fra i favoriti della seconda settimana.

Un gradino sotto a questo quartetto è doveroso inserire i nuovi protagonisti del circuito, su tutti Raonic e Dimitrov. Il canadese ha già fatto bene in Canada la passata stagione perdendo in finale da Rafa, il bulgaro invece sogna in grande e può salire la classifica non avendo nulla da difendere. Nel 2013 per lui primo turno a Toronto, ottavi a Cincinnati e ancora primo turno a New York. Meglio di così non poteva presentarsi in questo 2014, ha solo da guadagnare, se facesse bene come del resto ha già fatto quest’anno potrebbe seriamente ipotecare le finals di Londra.

E Murray? Wimbledon non è stato trionfale e la posizione nel ranking è la peggiore dopo quella di giugno 2008 quando era undicesimo. Anche per lui l’ultima US Open series non è stata da ricordare, mai in semi si è dovuto accontentare dei quarti a Cincinnati e New York. Andy però in questo 2014 ancora deve mettere in campo una settimana all’altezza del suo nome, l’anno post infortunio alla schiena si sta rivelando più difficile del dovuto. Le armi per far bene sul cemento ci sono ma senza condizione fisica e mentale non possono arrivare grandi risultati, lo scozzese lo sa vedremo dunque come si presenterà ai nastri di partenza dopo il riposo post Championship.

Altri outsider potrebbero essere: Berdych, Isner, Anderson, Nishikori. I primi tre tutti dotati di gran servizio e gran potenza con i colpi da fondo, armi fondamentali per comandare gli scambi su questa superficie. Il nipponico invece gioca un gran tennis e calatosi ormai nel tennis dei grandi potrebbe regalare qualche exploit anche magari con un pizzico di fortuna nei sorteggi dei draws.

Ultima menzione per il capitolo Italia, per Fognini la campagna americana conta davvero poco, l’abbiamo visto già in passato. Adesso il ligure è impegnato nel trittico su terra Stoccarda (già giocato), Amburgo (già finito) e Umag, tornei che gli costruirono nel 2013 l’attuale classifica (che cambierà da lunedì visti i risultati). In America invece in tre tornei ha vinto solo una partita. Non ci sarà probabilmente molto da aspettarsi da lui quindi. Andreas Seppi invece nel 2013 giocò un buon US Open raggiungendo il terzo turno dopo le due vittorie contro Malisse e Devvarman.

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