Federer-Nadal, Wimbledon 2008: il Terzo Uomo (sulla sedia)

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Federer-Nadal, Wimbledon 2008: il Terzo Uomo (sulla sedia)

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TENNIS – Pascal Maria, arbitro di sedia della storica finale di Wimbledon 2008 tra Roger Federer e Rafael Nadal, ha raccontato al sito ufficiale del torneo i suoi ricordi di quello che è considerato uno dei più grandi match di sempre. E anche lui non ha potuto fare a meno di emozionarsi. Traduzione di Luca De Gaspari

Qui l’articolo originale

Per quanto siano stati tanti i successi di Roger Federer sull’erba – è stato sette volte campione all’All England Club – sono state le sue due sconfitte in finale a Wimbledon a toccare le altezze maggiori.

Così, nei giorni successivi alla fine dei Championships di questa estate, una avvincente sconfitta di Federer veniva paragonata a un’altra.

Le emozioni provocate dalla finale maschile di quest’anno sono state talmente forti che alcuni spettatori presenti sul campo Centrale hanno considerato la vittoria di Novak Djokovic in 5 set come uno dei migliori match di sempre.

Se Federer, che aveva salvato un match point nel quarto set, avesse finito per vincere il trofeo – che gli avrebbe dato il record con 8 titoli a Wimbledon – poteva anche diventare il più grande match di sempre. Djokovic invece ha resistito e quindi la vittoria di Rafael Nadal contro Federer nella finale del 2008 è ancora considerata quasi universalmente come il miglior incontro mai disputato.

Pascal Maria, che era l’arbitro di sedia di quella finale, ha rivissuto quel match in una conversazione con Wimbledon.com.

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Molti considerano la finale del 2008 come il più grande match mai disputato – lei cosa ne pensa?

“Wimbledon è La Mecca del tennis. E’ da dove provengono tutte le tradizioni del tennis. Il posto è semplicemente incredibile. E quella partita fu giocata da giocata da due grandi giocatori, che all’epoca erano N.1 e N.2 del mondo. E soprattutto la qualità del tennis giocato fu incredibile. In più, c’era un po’ di buio, un po’ di pioggia e qualche colpo di scena. Federer aveva annullato quel match point nel quarto set per portare la partita al quinto.”

Com’era avere il posto migliore in assoluto?

Non bisogna mai dimenticare, che prima di essere un arbitro, sono un appassionato di tennis. Ed essere designato per una finale di Wimbledon, a prescindere da quale sia, è un privilegio. Normalmente si arbitra solo una finale di Wimbledon nella vita, e quella a cui sono stato assegnato è risultato un match eccezionale, con la gente che la ricorda come uno dei match più importanti della Storia del tennis. Ed è bellissimo che la gente non ricordi chi fosse l’arbitro di sedia di quella partita – è il più grande complimento che si possa fare a un arbitro.”

In quale momento si rese conto che era un match speciale?   

“Nadal stava cercando di vincere Wimbledon per la prima volta, quindi quando è andato avanti 2 set a 0, ho capito che sarebbe stata una bella partita. Poi quando Nadal ha avuto quel match point nel quarto set e Federer ha fatto il punto con un vincente di rovescio, mi sono reso conto che il match stava diventando importante. Il pubblico è impazzito e quello è stato il momento in cui ho pensato ‘Accidenti, che fortuna mi è capitata con questo match.’”

Le era possibile godersi il match in quel momento?

“Ovviamente ero estremamente concentrato su ciò che stava succedendo, ma se non si hanno i brividi in un match del genere, sarebbe meglio non fare questo mestiere. E’ necessario sentire quello che ti circonda. Devi ricordarti dove sei e cosa sta accadendo.”

Quanto ancora avrebbe fatto continuare il match se Nadal non l’avesse chiuso?

“Credo che avremmo interrotto sull’ 8 pari e Nadal ha chiuso 9-7 il quinto set.”

Come si sentiva dopo essere uscito dal campo?

“Fu mentalmente estenuante. Mi sentivo svuotato dopo quel match. Ripensandoci è difficile immaginare quanto fui concentrato. Ma va bene così, è questo il motivo per cui faccio questo lavoro. Ho adorato ogni momento”.

Dal giorno di quella finale, ha mai parlato con Nadal o Federer per confrontare i vostri ricordi?

“No, sarebbe divertente, ma no. Penso che faremo quel tipo di conversazione solo quando le loro carriere saranno finite. Penso che loro non vogliano guardare indietro più di tanto – sono così ambiziosi da voler guardare sempre avanti. Credo che quando si saranno ritirati entrambi potremmo fare una chiaccherata su quel match. E bisogna ricordarsi che un arbitro di sedia deve stare nell’ombra piuttosto che raccontarsi storie con i giocatori. Non ho mai visto un video del match anche se potrei farlo quando avrò smesso di fare l’arbitro.

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