Alexander Zverev, la speranza tedesca che cresce in fretta

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Alexander Zverev, la speranza tedesca che cresce in fretta

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TENNIS – Con il challenger di Braunschweig e il 500 di Amburgo, Zverev pare finalmente pronto al salto tra i grandi dopo essere cresciuto di quasi trenta centimetri negli ultimi tre anni. Ma dove possono arrivare le nuove leve?

 

Basta qualche performance per tappare un buco generazionale? È una domanda che si fa sempre più insistente dopo quello che è successo ad Amburgo: un ragazzino di diciassette anni, Alexander Zverev, che batte un top-20. Era da dieci anni che un minorenne non batteva un avversario di tale livello ed è un risultato che arriva poche settimane dopo un’altra vittoria “teen”: quella di Nick Kyrgios, classe 1995, su Rafael Nadal. La prima volta di una vittoria di un teenager su un numero 1 del mondo in uno Slam dopo nove anni. Sono tutti indizi, non certo prove, che qualcosa sta cambiando. Dopo la scintillante classe ’87, che ci ha regalato due tennisti di caratura eccezionale, si è andati a lungo alla ricerca del campione che potesse competere con quella generazione di fenomeni che sta facendo man bassa di titoli negli Slam. I pretendenti sono stati molti ma per ora nessuno ha convinto del tutto: tralasciando del Potro, anche i classe ’90, ’91 e ’92 faticano ad imporsi e solo recentemente, con le semifinali di Wimbledon, hanno cominciato ad affacciarsi timidamente su palcoscenici che contano davvero. Raonic, Dimitrov, Tomic, Thiem: chi di loro è un bluff e chi di loro un vero campione? Il caso Tomic insegna ad andare coi piedi di piombo: solo in quest’ultima settimana l’australiano sta dando segni di ripresa. Ma dopo il quarto di finale a Wimbledon nel 2011 Tomic è quasi sparito.

Può Alexander Zverev, classe 1997, far parte dei rottamatori?
Figlio d’arte (il padre Sascha è stato tra i primi duecento del mondo e ha rappresentato l’Unione Sovietica in Coppa Davis), è nato ad Amburgo nel 1997. Proprio ad Amburgo ha centrato la prima vittoria tra i grandi, la vittoria più giovane di sempre in un ATP 500 – ma è una categoria che è nata pochi anni fa – e con la semifinale raggiunta contro Ferrer farà un salto in classifica di più di cento posizioni. La cocente sconfitta maturata in meno di un’ora non toglie nulla alla prima settimana da campioncino ma è indicativa delle difficoltà che un giovane tennista incontra sulla sua strada. Ci sarebbero tutti i motivi per festeggiare, ma Alexander non è quel tipo di tennista: “Preferisco allenarmi“, dice quasi ingenuamente e facendo trasparire un’etica del lavoro di stampo tedesco. La prima svolta nella carriera di Zverev è però arrivata qualche settimana fa, a Braunschweig, mentre Novak Djokovic vinceva il suo secondo Wimbledon in una finale al cardiopalmo. A Braunschweig Zverev è diventato il dodicesimo più giovane a vincere un titolo di questo livello e così Michael Stich, il direttore del torneo di Amburgo (e del challenger tedesco) gli ha offerto una wild-card. Ed ha avuto ragione.

Nonostante la dura sconfitta Ferrer ha speso parole di elogio per la nuova speranza tedesca e Philipp Kohlschreiber, attualmente numero 1 in Germania ha detto: “È molto più forte e completo di quanto lo fossi io alla sua età“. La sua crescita repentina è andata di pari passo col suo fisico: in tre anni è cresciuto di circa trenta centimetri arrivando al metro e novantacinque. Un altezza considerevole che pare confermare la tendenza di un fenotipo di tennista sempre più alto ma non per questo meno mobile. Sono gli Zverev e i Kyrgios il vero futuro che ci aspetta?

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