Intervista a Rafa Nadal «Voglio la mia America per rialzarmi» (Lombardo), Fognini, niente finale «Ho avuto disgusto per il mio tennis» (Martucci)

Rassegna stampa

Intervista a Rafa Nadal «Voglio la mia America per rialzarmi» (Lombardo), Fognini, niente finale «Ho avuto disgusto per il mio tennis» (Martucci)

Pubblicato

il

 

 

Rubrica a cura di Daniele Flavi

 

Intervista a Rafa Nadal «Voglio la mia America per rialzarmi» (Lombardo), Fognini, niente finale «Ho avuto disgusto per il mio tennis» (Martucci)

 

Intervista a Rafa Nadal «Voglio la mia America per rialzarmi»

 

Marco Lombardo, il giornale del 28.07.2014

 

Ogni uomo ha diritto ad un angolo di Paradiso. Rafa Nadal l’ha trovato vicino a casa, a poco più di dieci chilometri dalla sua Manacor, dove abita – quando non è in giro per il mondo – con la sua famiglia. Qui Rafa ha aperto le porte di casa per una serata dedicata al poker sportivo – visto che è testimonial di PokerStars – ma soprattutto per un’intervista in cui racconta a Style (in edicola con il Giornale venerdì 1 agosto, nella foto) quella parte di sé lontana dai riflettori. La sua vita, la sua isola, gli amici, il futuro oltre il tennis. Del quale, e non solo, ha comunque parlato, dopo la delusione di Wimbledon dove è stato battuto da Kyrgios, «che comunque è superata. Capita di perdere, non è un dramma. L’importante è ricominciare a lavorare». Hai visto la finale tra Djokovic e Federer? «Ovviamente sì. E stato uno spettacolo emozionante». Sorpreso che sia finita così? A un certo punto nel quarto set tutti davano Roger per spacciato, Nole ha dovuto vincere al quinto. «Ma io so per esperienza che quando si incontrano due grandi giocatori tutto può succedere. A quel livello una partita di tennis è un saliscendi: non è mai finita. Devo dirlo: come spettatore è stato divertente». Ti sei preso un po’ di riposo qui a Maiorca e adesso arri va la stagione americana. Dì la verità: ti piace? «Sicuro, davvero. Tutti sanno che per me la parte dell’anno che mi dà più emozioni è quella che va da Montecarlo al Roland Garros, quella dove c’è Roma. Ma mi piace anche giocare negli States: ho sempre dei bei ricordi lì». A New York in effetti hai vinto due volte. «E ovviamente non vedo l’ora di giocare lì. E sempre uno Slam, sempre un’emozione grandissima». Sei pronto? «Ah, nunca si sabe. Chissà… posso solo dire che mi sto allenando duramente. I risultati poi dipendono da tante cose». Parliamo della tua altra passione sportiva: è stato anche l’anno della Decima del tuo Real Madrid… «Ah, che emozione anche quella. Ovviamente ho visto la partita, non me la sarei persa per niente al mondo. E ho festeggiato come un matto: è stata indimenticabile, per come è arrivata poi…». Sei un fan del calcio, eppure c’è chi dice che col tennis non c’entra nulla. Due filosofie diverse. «Forse è così, ma a me il calcio piace tanto. Però è vero che a volteci sono esempi negativi, eppure esistono anche nel tennis». Nel calcio, sembra, un po’ di più. «Se fossi io al posto di Uefa e Fifa, farei di tutto per combattere il gioco violento, le continue proteste contro l’arbitro, le simulazioni, le furbate. Quelle mi danno fastidio, da spettatore e tifoso. Sarei durissimo. Perché ne fanno anche le spese quei calciatori che invece sono un esempio per i milioni di bambini che lo guardano». Tu ai bambini ci tieni molto. «Quello che dico è che nella vita ci sono valori importanti: il sacrificio, l’onestà. La cosa più importante è che noi atleti professionisti dobbiamo sapere che il futuro dello sport dipende da noi. E dai nostri comportamenti». E quindi qual è la cosa più importante per Rafa Nadal? «ll fairplay: nel tennis, nel calcio, nello sport. E nella vita». Quella vita, la sua, che Rafa racconterà su Style

 

Fognini, niente finale «Ho avuto disgusto per il mio tennis»

 

Vincenzo Martucci, la gazzetta del 28.07.2014

 

«E’un momento più complicato, che potevo aspettarmi. Dopo aver giocato tanto e bene, doveva arrivare un periodo della stagione in cui mi sentissi più scarico fisicamente e mentalmente». Giustamente, comprensibilmente, e anche saggiamente, Fabio Fognini fa buon viso a cattivo gioco dopo lo scivolone contro Pablo Cuevas nelle semifinali di Umago, un anno dopo la finale, e le tre settimane da sogno col doppio successo Stoccarda-Amburgo. Anche se è preoccupato per come perde l’occasione contro il regolarista uruguaiano. Che è in recupero dopo due anni bui per problemi a un ginocchio e ha vinto domenica il primo titolo Atp a Baastad, ma ad Umago passa dalle qualificazioni ed aveva perso due volte su due con Fognini. In Croazia non con coach José Perlas – in vacanza -, ma col c.t. di coppa Davis, Corrado Barazzutti, a 50 giorni dalla semifinale di Ginevra contro la Svizzera di Federer e Wawrinka. Blaok-out Purtroppo, nella semifinale spostata nella mattinata di domenica, dopo la pioggia totale di sabato  Fabio, numero 1 del torneo, da 20 del mondo, gioca contro il 60 Atp un primo set inguardabile, due metri dietro la riga di fondo («Ho regalato il 6-3, giocavo corto e sbagliavo»), quindi si suicida con due terrificanti doppi falli di fila e concede pure lo 0-2 d’inizio secondo set, rimonta fino a 4-2 e servizio («Più per demeriti suoi che per meriti miei, che ho giocato male»). E, quando il match sembra ormai ripreso, accusa un altro black-out al servizio (un solo «15» in due game: «Il problema alla spalla c’è, ma non è niente di veramente grave»), subendo il 6-4 definitivo in un’oretta appena. Per la disdetta del pubblico che, in contemporanea, assiste sul campo centrale al harakiri del croato Marin Cilic, che manca 7 set set point (5 sul suo servizio!), contro il campione uscente, Tommy Robredo. A sita «L’obiettivo era fare più punti Atp. Comunque, fra Stoccarda e Umago ho fatto due semifinali e, contro Montanes, Coric e anche Cuevas, ho lottato, superando il disgusto per il mio tennis attuale. E questo mi aiuterà a ritrovare il gioco, devo solo avere pazienza, presto mi ricapiterà l’occasione», chiosa Fognini  che stavolta almeno non sclera – prima di tre giorni di vacanza totale fra casa e Barcellona, e quindi la fidanzata Flavia Pennetta, prima del Canada, e la campagna sul cemento americano.

 

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement