Juan Carlos Simone: da pallavolista a osteopata di Coppa Davis e Fed Cup

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Juan Carlos Simone: da pallavolista a osteopata di Coppa Davis e Fed Cup

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TENNIS  – Umag. Incontro con Juan Carlos Simone, ex pallavolista argentino allenato da Julio Velasco e ora stimato osteopata che, da 4 anni, segue ufficialmente le squadre di Coppa Davis e Fed Cup collaborando con il dottor Parra

A Umag abbiamo intervistato Juan Carlos Simone, noto osteopata argentino che esercita a Vicenza. Carlos segue da 4 anni la squadra di Coppa Davis e Federation Cup collaborando con il celebre dottor Parra. Al Vegeta Croatia Open seguiva, in particolare, Fabio Fognini e lo abbiamo incontrato subito dopo la sconfitta subita da Fabio in semifinale per mano di Pablo Cuevas, che poi ha vinto il torneo.

Juan Carlos ha speso la propria vita nello sport e per lo sport, e proviene dal mondo della pallavolo. Ex giocatore nella squadra argentina under 21 di pallavolo allenata da Julio Velasco, è stato poi a sua volta preparatore atletico e allenatore di pallavolo in Italia e, negli anni ’94/’95, è stato premiato come uno dei migliori allenatori di pallavolo del Veneto, avendo portato la squadra del Montecchio dalla serie C2 alla B1. Ma non solo. Oltre ad essere stato atleta e allenatore di successo, Simone da sempre è dedito agli studi tant’è che è diventato uno dei più celebri osteopati d’Italia, nonché docente universitario. Per 8 anni, infatti, ha insegnato nel Master di Osteopatia per medici e fisioterapisti all’Università Federico II di Napoli; inoltre, si è occupato di corsi di osteopatia applicata, biomeccanica e posturologia per fisiatri e ortopedici all’Università La Sapienza di Roma. È co-fondatore dell’AEMO (Accademia Europea di Medicina Osteopatica) di Napoli.

Insomma, incontro ravvicinato con un grande esperto dei misteri del nostro corpo e delle sue reazioni in un campo da tennis…

Ci parli del suo ruolo nell’ambito della FIT e delle squadre di Coppa Davis e Federation Cup.
Il mio ruolo è proprio quello di osteopata della nazionale maschile e femminile. Ho seguito molto di più la squadra femminile, fino a quando hanno vinto l’ultima Fed Cup. Dopodiché, per questioni mie di lavoro, poiché, insegnando all’Università e avendo tanti pazienti, il mio lavoro è un po’ “pesantino” per quanto riguarda i tempi, ho chiesto di seguire un po’ meno il tennis e ora seguo molto di più i maschi, quindi seguo molto la Coppa Davis e qualche slam.

Come prepara un giocatore ad un match importante?
La preparazione compete fondamentalmente all’allenatore. Noi ci occupiamo della libertà del corpo. Il corpo deve fluire. Quando il corpo va e riesce praticamente ad arrivare a quegli angoli di cui loro (gli atleti) hanno bisogno per ottenere il loro gesto tecnico con più fluidità, il nostro lavoro è fatto. Che differenza c’è tra l’osteopatia e la fisioterapia ? L’osteopatia va a guardare essenzialmente questo : gli angoli, la biomeccanica del corpo che è la fisica applicata al corpo. Quando un angolo è ridotto, tecnicamente perdiamo qualcosa. Non parlo assolutamente della parte tecnica perché non ho le competenze però, sì, posso tranquillamente individuare se mancano angoli o se non c’è scioltezza di movimento, là interveniamo noi.

Per un match come quello di oggi disputato da Fabio Fognini, match annullato ieri causa la pioggia dopo una lunga attesa, cosa deve fare un giocatore la mattina per entrare in campo al meglio?
In un match come oggi, in cui l’attesa fa spendere molte energie in base al sistema adrenalinico – sistema che va a colpire purtroppo tutti gli organi del corpo e, fondamentalmente il fegato – dobbiamo stare attenti che l’atleta perda la minor quantità di energia possibile. Ci occupiamo dell’ossigenazione di tutto il corpo, lavorando fondamentalmente sull’addome e liberando gli organi da questa grandissima pressione. L’osteopatia non lavora solo con le articolazioni ma anche con gli organi. Le emozioni vanno a colpire certi organi. Questi organi, quando sono carichi di tossine, influiscono moltissimo sul rendimento dell’atleta poiché esse circolano poi in tutto il corpo, impedendo il libero movimento. Il lavoro cha abbiamo fatto oggi fondamentalmente al mattino con Fognini è stato quello di mantenere le sua struttura in equilibrio, con un lavoro articolare affinché le sue articolazioni non si chiudessero.

Lei, oltre ad occuparsi dei ragazzi, lavora anche con le ragazze della squadra di Fed Cup. C’è una differenza, dal punto di vista dell’osteopatia, nella preparazione e nel trattare un uomo e una donna?
C’è una grande differenza. Ora devo spiegare alcune cose tecniche che sono necessarie per capire il perché. La donna ha un organismo molto sofisticato dal punto di vista genitale. E questo marca la differenza. Che vuol dire? Una persona non potrebbe mai associare un organo genitale a un problema nel quadricipite. E invece io ti dico di sì. Perché noi siamo elettricità pura, siamo una pila vivente. Quindi se un nervo viene disturbato nel suo passaggio, mette l’atleta in difficoltà. Ci sono, per esempio, dei nervi che passano sotto il rene e, se la donna ha un periodo particolare, appunto questo nervo viene disturbato e il riflesso è… un dolore al ginocchio ! Ecco che l’osteopata in gamba e con una certa esperienza, individua che il problema è la discesa renale per retenzione idrica. A questo punto io devo lavorare sul rene e sicuramente anche sul ginocchio. Questa non è magia, è studio di anatomia, fisiologia e tantissima neurologia.

Secondo lei, ci sono delle relazioni tra un malessere fisico e l’atteggiamento in campo, l’atteggiamento mentale da parte di un giocatore?
Ci sono giocatori che portano il malessere fisico in campo, malessere che non permette loro di giocare liberamente. Ci sono giocatori il cui malessere scompare dentro il campo perché la loro grinta, se vogliamo chiamarla così, o il loro sistema adrenalinico, fa completamente scomparire il dolore in maniera quasi magica. La mente è una chiave molto importante, credo che in questo momento lo sport sia arrivato al massimo dell’esasperazione fisica e organica. Il salto di qualità lo dà la mente. L’esempio più interessante è sicuramente questo ragazzo a cui noi tutti vogliamo veramente molto bene che è Fabio. Quando lui sta bene, sicuramente è molto difficile vincere contro di lui. Quando lui sta male, purtroppo gioca così come abbiamo visto oggi.  E quindi la mente in questo momento è una delle chiavi più importanti su cui lavorare e da sviluppare nelle nuove generazioni di atleti.

Ha avuto esperienze anche con altri atleti prima di lavorare con le squadre italiane ?
Sì sì, io mi sono sempre mosso nell’ambiente sportivo.  Ho lavorato con il rugby, con la pallavolo, io vengo appunto dalla pallavolo, sono stato in nazionale nella pallavolo; non sono stato solo giocatore ma anche allenatore, così come preparatore atletico della serie A di Vicenza, femminile e anche maschile, e ho portato una squadra dalla serie C alla serie A di pallavolo, quindi è da molto tempo che mi muovo in questo campo. Poi, con molta umiltà dico questo, sono anche professore di educazione fisica, ho passato tutta la mia vita sui libri e anche allenando il mio corpo quindi penso di capire qualcosa del corpo umano e quindi posso apportare qualcosa ai ragazzi. Certamente dal punto di vista tecnico, il tennis è un altro sport però il corpo e il movimento sono sempre quelli.

Quali sono i suoi programmi adesso? Immagino seguirà la squadra di Coppa Davis a Ginevra…
Sì sì, abbiamo un bel sogno da realizzare. Ricordo che tre anni fa non eravamo in serie A di Davis e adesso abbiamo l’orgoglio di giocare la semifinale con la Svizzera. Il gruppo di Coppa Davis è molto unito, ci vogliamo molto bene e qua devo nominare una persona a cui voglio veramente molto bene, che è il dottor Parra, che crea proprio un gruppo molto forte. Lui, Barazzutti, i ragazzi e i dirigenti sono davvero una famiglia : ci vogliamo veramente veramente veramente bene e si lavora benissimo. Penso che la forza, a parte, certo, l’individualità perché abbiamo giocatori davvero strepitosi, sia il gruppo molto unito. Ci vogliamo davvero molto bene.

Adesso seguirà anche la squadra femminile?
No. Per adesso, poiché sono troppo occupato, la sta seguendo Cacciapuoti, un mio allievo e anche lui, cioè, [ride] lui, è un professionista eccezionale e quindi per adesso va così. Dopo vediamo, se me lo chiedono, come mi hanno chiesto di andare per la finale, mi fa ovviamente piacere seguirle. Il problema, purtroppo, è sempre quello : gli impegni.

Quali sono i suoi impegni nei prossimi giorni?
Tornare al mio ambulatorio, perché mi stanno aspettando 400 “milioni” di persone ! Lavoro molto con i bambini handicappati e mi piace da morire, lavoro un po’ con tutto. Dopodiché, se dio vuole, farò una piccola vacanza per poi riprendere di nuovo…

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