ATP Toronto interviste, Raonic: ''Che momento per il Canada!"

Interviste

ATP Toronto interviste, Raonic: ”Che momento per il Canada!”

Pubblicato

il

 

TENNIS MASTER 1000 TORONTO – Le interviste di Federer, Djokovic, Wawrinka, Fognini e tutti i campioni impegnati nel primo Master 1000 dell’US Open Series che si tiene quest’anno a Toronto

Nella tua giovane carriera hai già avuto alcuni momenti speciali, ad esempio hai giocato la prima finale tutta canadese della storia del tennis. Come giudichi tale evento? Hai avuto modo di parlare con Vasek (Pospisil, il connazionale battuto in finale a Washington, ndt) dopo il match?
Direi che è il secondo evento più significativo nella storia del tennis canadese! E’ stato più importante per la nazione raggiungere ottimi piazzamenti a Wimbledon, ad esempio. Comunque due canadesi che si affrontano in una finale, appena prima di questo torneo… sembra tutto incredibile. Ho potuto parlare poco con Vasek, perché c’era fretta di tornare in Canada, qui a Toronto, per prepararmi al meglio.

Cosa pensi del match appena vinto?
Semplicemente ho giocato bene, sono partito subito concentrato. Ho avuto sempre la possibilità di strappare il servizio al mio avversario e questo dà fiducia. L’importante è sentirsi bene e leggere bene il gioco dell’avversario.

Immagino che Wimbledon sia stato un torneo importantissimo per te. Ho potuto parlare con Casey (Curtis, ex allenatore di Raonic, ndt) e vorrei sapere cosa provi quando inizia la Rogers Cup.
E’ stato l’unico torneo che ho visto, quando ancora non potevo giocarlo. Sinceramente non ho mai viaggiato per andare a vedere i tornei, mi spostavo solo se dovevo giocare ovviamente. Così mi ricordo che prima dell’inizio dei match facevano giocare i ragazzini per dieci minuti e io c’ero, ho giocato. Ho già tantissimi ricordi di questo torneo, è decisamente importante. Con Casey dovevo allenarmi spesso, anche durante il torneo, però cercavo sempre di sgattaiolare via per andare a vedere qualche partita… puoi immaginare quanto sia significativo per me!

Possiamo dire che anche Vasek ha fatto molti progressi, come te. Hai notato qualcosa di particolare rispetto agli anni passati?
Bè, si vede, migliora ogni settimana, ogni mese, diventa sempre più solido e cosa molto importante è che i miglioramenti sono costanti. Per lui è stato difficile negli ultimi mesi, a causa dell’infortunio (alla schiena, ndt), ma ha dimostrato tutto il suo valore, soprattutto in doppio a Wimbledon. Si vede la costanza con cui si allena, ha giocato diversi tornei raggiungendo i quarti e battendo avversari alla sua portata.

A Wimbledon, l’IBM ha fatto diverse analisi statistiche, tra le quali anche quelle sul tipo dei tuoi colpi e su come ti muovi in campo. Hai potuto vedere i dati? Pensi di poterli utilizzare per migliorare il tuo gioco durante il torneo?
Se non riesco a studiare il gioco del mio avversario, allora mi baso su quelle statistiche, ma principalmente imposto la strategia con il mio team, direttamente guardando la tattica avversaria. Questi dati ti aiutano molto spesso a capire come hai giocato, ma non posso basarvi interamente la mia strategia.

Hai perso contro Federer in semifinale a Wimbledon e puoi incontrarlo di nuovo qui a Toronto. So che ai tennisti non interessa molto guardare troppo avanti, comunque ti piacerebbe giocarci ancora?
Onestamente siamo ancora all’inizio. Tutte le emozioni provate prima adesso non esistono. In questa settimana riparto da zero, con calma. Devo esprimermi bene, giorno dopo giorno. Se poi dovessi arrivare in semifinale allora cercherò un diverso approccio rispetto ad un mese fa sperando di fare meglio.

In questo mese o comunque dopo Wimbledon, quando il tennis canadese ha raggiunto ormai livelli elevati, sei riuscito a guadarti indietro e a pensare quanto sia stato importante raggiungere questi risultati?
Non esattamente, dopo Wimbledon non ci ho pensato molto perché ero un po’ deluso. Ovviamente quando ti fermi a pensare vedi tutto sotto una luce migliore, ma non ho molto apprezzato come ho chiuso il torneo. Quando poi mi sono allenato, l’atmosfera era diversa ed ero un po’ distaccato. Ho cercato di concentrarmi su me stesso cercando motivazioni e quando ho iniziato veramente a pensarci ero già a Washington.

Cosa intendi per atmosfera diversa?
Mi stavo allenando negli impianti della squadra di calcio di Toronto e quindi non c’era molto tennis in giro, volevo solo isolarmi un po’.

Che tipo di allenamento hai svolto?
Più che altro ho fatto pratica con il servizio come prima cosa. Poi mi son trasferito qui al Rexall Centre.

Quando si parla di te, la prima cosa che viene in mente è il tuo servizio. Vorresti cambiare questo aspetto?
In tutta onestà non saprei e non mi importa più di tanto. E’ un’arma importante contro i miei avversari e basta. Il mio lavoro è vincere le partite ed è questo che mi rende orgoglioso. In questo anno ho fatto bene e sto facendo bene, questo è fondamentale.

Nel corso degli anni hai migliorato il servizio oppure hai dovuto cambiarlo radicalmente?
E’ migliorato, decisamente. Ho fatto molta pratica e così le mie percentuali sono migliorate e ovviamente rafforzando il servizio ho ottenuto maggiore fiducia.

Cosa intendi per “rafforzare”?
Il modo in cui inizio il mio game alla battuta, come esco dal servizio ed entro nello scambio. Mi aiuta anche con la seconda di servizio e a salvare le palle break, così mi posso concentrare meglio sul resto.

Ci puoi dire qualcosa a proposito dell’iniziativa che hai lanciato per avvicinare i ragazzi al tennis e perché è importante per te?
Credo che questa iniziativa sia stata ben accolta, è molto importante coinvolgere i bambini. Credo che con tutta questa tecnologia al giorno d’oggi sia un obbligo cercare di avvicinare i ragazzi all’attività fisica, in particolare al tennis. Magari non sarà il loro obiettivo, è però importante che capiscano la bellezza dello sport così che ancora le generazioni future abbiano questo stimolo.

E’ ormai un anno che sei un top 10 ed oggi hai ricevuto un premio da Chris (ad inizio intervista Chris Kermode, presidente ATP, ha consegnato un riconoscimento a Milos per la sua classifica, ndt). Ti vedi già tra i top 5?
Oggi ho ricevuto un riconoscimento prestigioso, frutto del mio lavoro negli ultimi anni. Pensando ai progressi che ho fatto, mi sento molto orgoglioso e ora i miei sogni si possono avverare. Cercando di migliorare ogni settimana e vincendo partite posso raggiungere posizioni più alte nel ranking, il lavoro duro comunque rimane sempre importante.

Ci puoi dire quali sono i tuoi migliori match quest’anno?
Ho giocato molto bene quest’anno a Roma con Novak e se devo trovarne un altro direi, più per come mi sono sentito, il primo match ad Indian Wells. In quell’occasione non giocai il mio miglior tennis, ma fu molto importante per me, dovevo testare le mie condizioni dopo l’infortunio alla caviglia. Fu un match chiave, mi ha aiutato anche per il continuo della stagione.

Stavo parlando con i tuoi tifosi qui fuori, sono molto contenti di vederti giocare. Cosa provi quando giochi un torneo importante in patria?
E’ una grande sensazione, ma non devi lasciarti sopraffare dall’emozione. Devi pensare che sia come un altro match, anche se è difficile. Giocare in casa, con quel tipo di atmosfera, ti aiuta quando le cose vanno bene e anche quando vanno male, bisogna sfruttare le condizioni. Questo torneo è uno tra i più importanti del circuito, come lo è per me.

Giocare la Coppa Davis l’anno scorso ti ha aiutato?
Sì e anche in diversi modi, anche nel 2013. Quando non esprimevo il mio miglior tennis, mi ha dato fiducia giocare quei match. Poi mi ha insegnato a vincere, soprattutto le partite ai 5 set come quelle degli slam. In definitiva ho imparato molto. E’ stato importante perché anche se è un po’ differente con il coach in campo che ti suggerisce la strategia di gioco, puoi lo stesso trarre le tue conclusioni per imparare a gestire i match del Grande Slam.

(traduzione a cura di Cesare Novazzi)

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement