Edberg: "Federer ha una grande motivazione"

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Edberg: “Federer ha una grande motivazione”

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TENNIS-L’allenatore dello svizzero si racconta alla Rogers Cup, prima del debutto di Roger. Traduzione a cura di Yelena Apebe

Perché ieri non hai giocato a hockey su pista alla Rogers Cup? Sei uno svedese.

È vero sono svedese, perciò avrei dovuto esserci in pista. Ha giocato Roger perciò era lui l’attrazione principale. Comunque li ho guardati mentre giocavano.

Sei mai stato un giocatore di hockey?

No, ho giocato dai sette agli otto anni e poi ho smesso. Penso che la maggior parte degli svedesi sia stato sui pattini, ma sicuramente io non ero uno dei migliori.

C’è qualcosa che ti ha stupito di Roger Federer fuori o dentro il campo da quando hai iniziato ad allenarlo? Qual è stata la maggior gratificazione ottenuta dal vostro rapporto?

Beh, l’avevo già detto in passato. La determinazione di lavorare duramente che ha ancora quando scende in campo è grandiosa ed è ancora motivato in quello che fa. Penso sia una delle cose più importanti in questo momento della sua carriera. Inoltre è una bellissima esperienza stare con lui come persona, dentro e fuori dal campo.

Fare il coach ti sta appassionando più di quanto avresti creduto?

Diciamo che non avrei mai creduto di farlo, ma è indiscutibile che stare con una persona come Federer dentro e fuori dal campo, è davvero una bellissima esperienza. La cosa grandiosa è che nonostante l’anno scorso abbia avuto molti problemi di infortuni si è rimesso in salute. Penso che sia uno dei fattori chiave del motivo per cui quest’anno sta giocando molto meglio dell’anno scorso. È stato bello vederlo progredire quest’anno. Come tutti sappiamo, è arrivato molto, molto vicino a vincere Wimbledon. In finale sono stati due o tre punti a fare la differenza ed è stata una delle migliori finali che io abbia mai visto negli ultimi anni. E’ così che va il tennis, ma sono sicuro che se continua a giocare in questo modo, se riesce a continuare a lavorare e a restare in salute, avrà una buona chance di riuscire a fare bene andando avanti. Anche questa settimana è importante.

Hai menzionato gli infortuni di Federer dell’anno scorso. In che cosa pensi di aver contribuito maggiormente nel suo gioco?

Beh, direi che sono stato una parte della squadra. Severin ha fatto la maggior parte del lavoro. In realtà è stato lui il coach principale ed io sono subentrato durante le settimane che eravamo insieme. Questa settimana sono qui per conto mio con alcune idee che gli permettano di gestire diverse cose, forse dal punto di vista tecnico e altre piccole cose.

Crescendo, Borg è diventato il tuo idolo?

Sicuramente sì. Non avrebbe potuto esserlo nessun altro (sorridendo). Penso sia stato incredibile quello che ha fatto per il tennis svedese. È stato colui che ha rotto gli schemi e che ci ha permesso di giocare a tennis. E’ stato una sorta di idolo per molti di noi ed è stato un eroe, qualcuno da cui prendere esempio. Ha avuto una grandissima importanza per il tennis del mio paese. Molte volte mi è stato chiesto come mai eravamo così bravi a giocare a tennis negli anni ’80 e non sapevo cosa rispondere realmente. Ma adesso, se ci ripenso, credo sia stato grazie ai grandi allenatori di casa, all’ambiente e al fatto che avevamo a disposizione molti campi al chiuso. È stato un periodo in cui abbiamo fatto le cose giuste e forse abbiamo lavorato più duramente rispetto alle altre nazioni. Ai tempi non me ne rendevo conto, ma adesso, penso sia stato il migliore di tutti i tempi. Queste cose probabilmente non accadranno più per i prossimi 100 anni. Stiamo ancora formando alcuni ottimi giocatori ma non come allora. È stato un periodo unico.

Penso che i fans degli anni ’80 reputino interessante vedere te e Boris allenare due dei top palyer di questa era.

E chi l’avrebbe mai detto? ( ridendo)

Cosa diresti per riassumere la tua rivalità con Boris? E come è stato tornare a sfidarvi a Wimbledon sotto una diversa prospettiva?

È stato bello ritornare nel circuito, per prima cosa perché lavorare con Roger è fantastico e poi sia perché sono tornato a far parte del gioco avendo uno dei miglior giocatori in campo, sia per la presenza di Boris.

Sai, essere di nuovo sul Centrale nel box dei giocatori e trovarsi Boris dall’altra parte in finale è stato un giorno da ricordare. È stata una bella sensazione ritornare in finale, ma adesso è completamente diverso perché non sento più la rivalità che sentivo una volta quando giocavamo.

 

 

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