TENNIS – Mike James (GPTCA International Coach) e Jonny Fraser (iTPA Master Tennis Performance Specialist) hanno trascorso del tempo con il coach e rappresentante Atp Claudio Pistolesi in una recente visita negli Stati Uniti. Di Jonny Fraser e Mike James

È stato un privilegio per il coach di tennis Mike James (GPTCA International Coach) e l’allenatore Jonny Fraser (iTPA Master Tennis Performance Specialist), che si occupa di condizione fisica e potenza, trascorrere del tempo con l’allenatore e rappresentante del circuito Atp Claudio Pistolesi, durante una recente visita negli Stati Uniti. Claudio attualmente si trova alla North Florida University, dove ha intenzione di sviluppare una propria accademia nel recente futuro.

Nell’assistere all’allenamento di un gruppo di giovani promesse del tennis italiano e nel vedere come educazione e competizione vengono combinate nel sistema collegiale degli Stati Uniti, è risultato evidente che sono tre le chiavi in cui Claudio crede e l’importanza di queste dentro e fuori il campo da tennis. La prima di queste è quella di mostrare rispetto verso se stessi, gli altri e il mondo che ti circonda. Era chiaro che un approccio olistico veniva fortemente sostenuto dal punto di vista educazionale e tennistico, tutti elementi importanti nello sviluppo del rispetto. Claudio ha sempre ammirato la gamma di discipline della scienza sportiva. Queste includono la psicologia dello sport, la forza, il condizionamento e l’interpretazione nutrizionale, cose che non manca di rimarcare con i suoi giocatori per aiutarli a sviluppare se stessi come tennisti ed esseri umani. È stato ovvio notare il modo in cui ha raggiunto così tanto ad alti livelli grazie alla passione, all’empatia e alla cura che offre ai suoi tennisti. E lo dimostrano anche le visite ai College americani, dove molti giovani con cui al momento lavora potrebbero andare in futuro. C’è molto trasporto nel sottolineare il rispetto verso l’ambiente in cui si gioca, un aspetto formatosi sull’esperienza dello stesso Claudio, rinforzata dall’importanza del viaggio. Quindi l’essere educati a visitare un museo o una località dove si gioca, con il risultato continuo di imparare, e di abbracciare la cultura del viaggio che il tennis possiede, per sentirsi a proprio agio nell’ambiente in cui si compete.

La seconda, è quella di concentrarsi sul giocatore, permettendo ai ragazzi di rimandare il proprio feedback in varie occasioni e prestare una maggiore responsabilità agli insegnamenti. È esplicita la profonda conoscenza da parte di Claudio dello sviluppo dei tennisti e di come questa possa variare nel corso della crescita. Un approccio individuale all’allenamento porta ad apprezzare le differenze nello stile di apprendimento, nella fisiologia e nella biomeccanica dei giocatori. Questo approccio permette ai tennisti di esprimere se stessi, di giocare senza paura e di sviluppare il proprio tennis. E questo porta direttamente a quella che è la terza chiave nell’approccio all’allenamento, un approccio positivo ed un lavoro etico. Come allenatori, entrambi abbiamo sperimentato questo aspetto, riportandolo nelle sessioni di allenamento. Ogni tennista mostra massimo rispetto nel seguire i consigli, dimostrando di recepire attraverso un intenso lavoro sul campo, nonostante la nostra conoscenza fosse avvenuta in meno di un giorno.

Passare questi tre giorni in compagnia di Claudio e dei tennisti con cui lavora, ha mostrato che la sua filosofia di crescere degli abili, rispettosi, adattabili e ben educati giocatori si ripercuote con le stesse qualità sugli esseri umani. Ed ha mostrato anche che vedere lo sviluppo di un tennista è un processo che richiede tempo, piuttosto che ricercare la prossima giovane superstar. Questo è qualcosa in cui entrambi, in quanto allenatori, crediamo fortemente ed è stato un piacere imparare e condividere le idee con un grande allenatore ed una persona premurosa ed appassionata.