Verso New York con tante incertezze: l'incognita Serena e i dubbi sulle avversarie

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Verso New York con tante incertezze: l’incognita Serena e i dubbi sulle avversarie

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TENNIS AL FEMMINILE – Analisi degli impegni di preparazione prima di Flushing Meadows: chi esce rafforzata e chi indebolita dai tornei nordamericani? Serena Williams ha vinto le US Open Series, ma su di lei pesa l’incognita dei tre fallimenti nei precedenti Slam: chi potrebbero essere le alternative? 

Arriva l’ultimo Slam stagionale e la mia impressione è che le incognite e le incertezze prevalgano sui punti fermi, consolidati e sicuri. Per come si è svolta la stagione si può dire che per ogni giocatrice che aspira ad arrivare in fondo al torneo ci sia almeno un ragionevole e fondato dubbio che la accompagna, Serena inclusa.

Procedo in ordine di ranking, con le prime sedici. Accanto al nome ho inserito una indicazione di sintesi basata sui risultati degli ultimi tornei, scelta fra tre possibilità: in rialzo, stabile, in ribasso.

1 – Serena Williams (in rialzo)
Ha vinto le US Open Series e i tornei di Stanford e di Cincinnati, dimostrando di essere la pretendente con il tennis migliore.
Favorita d’obbligo? Lo si è detto per tutti gli Slam dell’anno; lo possiamo ripetere anche questa volta, tenendo presente però che nel 2014 ha smentito le previsioni tre volte su tre.
A Melbourne con l’attenuante di condizioni fisiche imperfette; ma a Parigi (dove era detentrice del titolo) ha raccolto senza scusanti quattro game contro Muguruza; infine a Wimbledon ha perso ancora nella prima settimana da Alizè Cornet. E’ un dato poco noto, ma prima di quel match Alizè aveva un primato negativo: in un torneo dello Slam non aveva mai battuto una giocatrice classificata entro le prime venti del mondo. Ha cancellato il record addirittura eliminando la testa di serie numero 1.
Forse ogni sconfitta di Serena fa storia a sé, e ha motivazioni differenti. Comincio però a domandarmi se non abbia senso questa spiegazione: Serena (che ha vinto 17 Major) potrebbe soffrire lo stress per il 18mo titolo. Che non sarebbe un titolo qualsiasi, ma quello che le consentirebbe di raggiungere nei primati all-time due nomi che hanno fatto la storia del tennis, vale a dire Martina Navratilova e Chris Evert (appaiate a 18 Slam in singolare).
E certi traguardi diventano più difficili da tagliare proprio per il loro significato.

2 – Halep (stabile)
Mi direte: parlare di incertezza per Simona Halep? Come si fa a pensarlo se ormai è da più di un anno che arriva in fondo a praticamente tutti i tornei a cui partecipa? Tanto è vero che si è portata al numero due delle classifiche e tallona Sharapova nella race 2014.
E però un dubbio nei suoi confronti a mio avviso rimane: un conto è arrivare alle fasi finali di un grande evento (e secondo me quasi sicuramente ci riuscirà anche questa volta), un conto è vincerlo. Entrare nel club delle vincitrici Slam rimane una impresa difficile, e nel suo caso ci sarebbe anche da sfatare l’ostacolo generazionale, dato che tra le giocatrici nate negli anni novanta ad oggi solo Petra Kvitova è riuscita a vincere Major.
Le giovani leve si fanno largo verso la prima fila del tennis femminile acquistando sempre maggiore visibilità, ma per una ragione o per l’altra la consacrazione è sempre rimandata.

3 – Li Na
Infortunata, ha già annunciato che non potrà partecipare. Una grave mancanza per il torneo visto che ha nel cemento la superficie preferita e che ha vinto l’ultimo Slam giocato sul duro (Australian Open 2014).

4 – Kvitova (in ribasso)
Inaffidabile per definizione, si potrebbe dire, con una sola partita vinta nei tornei nordamericani (New Haven ancora da giocare). Non solo: nel suo caso è anche la storia delle passate partecipazioni newyorkesi a suggerire indicazioni negative. Il cemento non la favorisce quanto l’erba e in più soffre il caldo di agosto-settembre americano. Penso si potrebbe considerare già un dato positivo se a Flushing Meadows evitasse una sconfitta molto anticipata, magari approfittando del fatto che la testa di serie privilegiata potrebbe rinviarle ostacoli particolarmente insidiosi. Ma puntare su di lei per un grande risultato mi pare davvero un azzardo.

5 – Radwanska (in rialzo)
Storicamente quello americano è lo Slam in cui Radwanska è andata più spesso incontro a controprestazioni. E se il passato non depone a favore, anche il presente non è del tutto dalla sua, visto che non credo si possa dire che stia giocando il miglior tennis.
E’ senza dubbio risalita dal momento estremamente negativo di Wimbledon, ma non mi pare sia ancora nella forma dei tempi migliori. A mio avviso la vittoria a Montreal è stata il frutto non solo di meriti suoi, ma anche di una serie di combinazioni fortunate (ha trovato quasi tutte avversarie molto provate dai match precedenti). Definirei il rialzo più determinato dai risultati che dal gioco.
Non è riuscita a sfatare il tabù dei Major quando era al 100% della condizione, che possa riuscirci partendo da una forma incerta mi pare ancora più difficile.

6 – Sharapova (in rialzo)
Sharapova è una giocatrice da grandi appuntamenti, e per questo tra le favorite ci sta di diritto. Però su di lei pesano due incognite: il complesso di Serena, che pare un ostacolo insormontabile (non la batte da dieci anni), e la superficie.
Per quanto riguarda l’ultimo aspetto credo che ormai si debba prendere atto dei risultati delle ultime stagioni: da due-tre anni Maria vince moltissimo sul rosso, mentre sul cemento i risultati sono in calo. L’ultima vittoria risale a Indian Wells 2013, e nove degli ultimi dieci tornei (se non ho fatto male i conti) li ha vinti sulla terra battuta.
Nelle US Open Series a me è parsa in crescita, ma non ancora al meglio. Potrebbe essere il segno che la preparazione è perfettamente centrata per Flushing Meadows; se la condizione c’è, sarebbe già un ottimo punto di partenza; peccato solo che non si giochi sulla terra…

7 – Kerber (stabile)
Kerber si è affermata e consolidata sopratutto grazie a quanto ottenuto sul cemento; quest’anno però il tennis migliore lo ha forse esibito sull’erba. Nei tornei americani ha perso da Serena o da avversarie dietro di lei nel ranking ma in grande forma (Wozniacki e Venus); la condizione non mi sembra quella massima dei tornei inglesi, ma mi pare comunque più che discreta.
Anche per lei credo valga il discorso fatto per Halep e Radwanska: vincere i tornei WTA è un conto, vincere uno Slam è molto più difficile, specie per chi tende a privilegiare il gioco di contenimento.

8 – Bouchard (in ribasso)
Al termine di Wimbledon Bouchard sembrava una delle candidate più affidabili per far bene alle US Open Series: la teen-ager dal carattere più solido, e l’unica giocatrice capace di arrivare in fondo a tutti e tre gli Slam 2014 (due semifinali e una finale).
Ma da allora Eugenie ha partecipato a due tornei (Montreal e Cincinnati) perdendo alla prima partita. Sta giocando a New Haven (dove è finalmente riuscita a togliere lo zero dalla casella delle vittorie sul cemento nordamericano); ma al di là dell’esito del torneo di Yale, nell’ultimo mese qualche dubbio in più nei suoi confronti è inevitabilmente cresciuto.

9 – Ivanovic (in rialzo)
E’ tutto l’anno che sta giocando bene, tanto è vero che nel 2014 ha vinto più partite di tutte. Vanta anche successi in tre tornei, seppure non di primissima fascia.
E la finale a Cincinnati dimostra che avrebbe le possibilità per fare molto bene. Uso il condizionale perché nei tre Slam precedenti ha finito per deludere le aspettative, perdendo da avversarie dietro di lei in classifica. Sicuramente il gioco è cresciuto sul piano fisico-tecnico; manca però ancora l’ultimo progresso, il consolidamento caratteriale nei grandi appuntamenti.

10 – Jankovic (stabile)
Decima nel ranking, undicesima nella race, nell’ultimo periodo è stata la regina dei piazzamenti, grazie ai quali ha mantenuto una posizione indubbiamente positiva.
Latitano però gli acuti: in ogni torneo c’è sempre qualcuna che gioca meglio di lei. Mi pare difficile che riesca a invertire il trend emergendo proprio a Flushing Meadows.

11 – Wozniacki (in rialzo)
Una delle giocatrici che è uscita meglio dai tornei americani, ma direi in generale dall’estate (dagli impegni su erba in poi). Nelle US Open Series (New Haven escluso) ha perso solo da Serena, sempre al termine di match lottati al terzo set.
Sta ritrovando incisività al servizio e maggiore solidità nel dritto; a questo ha aggiunto una certa propensione verso la rete (con gioco di volo però da rivedere). Quando era numero uno del ranking il grande risultato nello Slam era diventata un’ossessione, chissà che non riesca a fare bene proprio ora, senza più le pressioni di quando era leader della classifica.

12 – Pennetta (in ribasso)
Semifinalista l’anno scorso a New York; dopo un inizio di 2014 molto positivo, culminato con il successo ad Indian Wells, è scesa di livello. L’estate americana a lei tradizionalmente favorevole non è stata positiva; rispetto a qualche mese fa, a me sembra che si siano un po’ spuntate le due armi in più che aveva sfoggiato dopo il cambio di allenatore: il servizio (con una prima a percentuali troppo basse) e il dritto più lavorato e carico di spin, con cui tanto fastidio aveva dato alle avversarie in occasione degli ultimi due Slam giocati sul cemento (US Open 2013 e Australian Open 2014).

13 – Cibulkova (in ribasso)
Dopo i primi mesi straordinari è scomparsa dai radar. La sparizione era cominciata esattamente con il cambio di superficie (dal cemento alla terra), per cui si poteva sperare che con il ritorno sul duro sarebbero tornate anche le vittorie. Ma così non è stato, e la serie di risultati negativi comincia a farsi particolarmente lunga.
Sul piano tecnico il cemento rimane la superficie preferita, e al suo fisico piuttosto compatto potrebbe bastare poco tempo per recuperare la condizione. Ma quello che si è visto fino ad oggi non è incoraggiante.

14 – Errani (in ribasso)
Rispetto all’anno scorso ha perso diverse posizioni in classifica, e la differenza maggiore non sta tanto nei risultati sulla terra, ma soprattutto nel poco ottenuto sul cemento. La chiave del successo nel ranking di Sara secondo me era proprio nel fatto che la “terraiola” era riuscita ad evolversi e fare bene anche sul duro
Quest’anno però c’è stata una involuzione che sembra avere riportato Errani nell’ambito dello specialismo più spinto. In attesa dello Slam la sconfitta al primo turno di New Haven conferma le attuali difficoltà di rendimento sul cemento.

15 – Safarova (in rialzo)
Periodo di crescita e maturazione per la ventisettenne Safarova, che sta finalmente raccogliendo i risultati che il livello del suo tennis faceva presumere. Settimana dopo settimana migliora il best ranking e comincia a diventare una giocatrice che un po’ tutte preferirebbero evitare. Forse non avrà mai il killer instinct che servirebbe per raccogliere il grandissimo risultato, ma il gioco da campi veloci la rende una mina vagante che è sempre meglio non incontrare sul proprio percorso.

16 – Suarez Navarro (in rialzo)
Anche per Carla sembra stia arrivando la maturazione: più espansiva e anche un po’ più sicura in se stessa. E sempre meno specialista della terra: si è tolta perfino lo sfizio di battere Sharapova sul cemento di Stanford; fino a qualche anno fa sarebbe stato il mondo alla rovescia, oggi appare meno assurdo.
Seconda per numero di vittorie in stagione dietro Ivanovic, a mio avviso ha il maggior problema nella posizione di gioco arretrata: un atteggiamento che sul cemento contro le migliori si finisce per pagare.

17 – Azarenka (in ribasso)
Avevo premesso che mi sarei occupato delle prime sedici, ma fermarsi prima della tennista che ha disputato le ultime due finali di New York e che ha vinto due Slam sul cemento mi sarebbe sembrato un ulteriore affronto verso una giocatrice bersagliata dalla sfortuna. E poi il forfait di Li Na rende Azarenka la effettiva tds numero 16 del tabellone newyorkese.
Difficile però che Vika riesca ad essere competitiva dopo l’ennesimo problema di salute (questa volta al ginocchio) che l’ha obbligata al forfait a Cincinnati.
L’unica flebile speranza è che sia guarita sul piano fisico e che possa ritrovare la forma lungo la strada del torneo, magari con l’aiuto di un tabellone non troppo duro nei primi turni. Ma se non sto ipotizzando una specie di miracolo, direi che ci siamo vicini.

– Le altre Italiane: Vinci, Knapp, Schiavone e Giorgi.
Vinci, Knapp e Schiavone non stanno attraversando un momento particolarmente felice della carriera. Devo anche dire che Knapp e Schiavone non sono facili da seguire direttamente, visto che le qualificazioni che hanno spesso dovuto giocare negli ultimi impegni non sono coperte dalle riprese TV.

Discorso diverso per Giorgi: giocatrice da veloce, ha mancato di poco l’obiettivo “testa di serie” per lo Slam; oggi è al 38mo posto e questo fa di lei una giocatrice non tutelata nel sorteggio, quindi con un primo turno potenzialmente molto rischioso. Credo però che nel suo caso il concetto sia ambivalente: rischio per Camila, ma rischio anche per l’avversaria, che potrebbe ritrovarsi di fronte una giocatrice che in certe giornate può valere molto di più dell’attuale ranking.
Anzi, visti i risultati passati, forse per Giorgi c’è addirittura da augurarsi che il sorteggio le proponga una testa di serie molto alta e il campo centrale come scenario: Camila ha dimostrato di dare il meglio di sé proprio in queste condizioni, come avvenne ad esempio l’anno scorso contro Wozniacki.

Le giovani americane e…
Il tennis femminile USA sta vivendo un momento particolarmente favorevole, con così tante promesse che si presentano nel torneo di casa che sono portato a pensare che per forza qualcuna riuscirà a fare molta strada. E non credo si tratti solo di un calcolo quantitativo, perché per molte di loro c’è la qualità del gioco a dare sostanza alle speranze.
Considerato il momento, forse punterei su Vandeweghe o Keys. Da quest’ultima in particolare mi aspetto sempre che prima o poi trovi la settimana di grazia e finisca per sbaragliare gran parte della concorrenza. Quest’anno è già accaduto ad Eastbourne e si sono visti i risultati.
Ma se non emergesse Keys, ci sono alternative che, forse con un po’ meno potenziale, potrebbero comunque togliersi delle soddisfazioni.

Venus Williams
Non solo giovani americane: anche la veterana di casa secondo me merita una nota. Insieme a Wozniacki Venus è forse la giocatrice più in crescita negli ultimi mesi. Se riuscisse ad evitare match molto faticosi e magari trovasse un tabellone non troppo sfortunato (dato che non avrà una tds altissima), penso che potrebbe fare molta strada. Il cemento non le è amico come l’erba, ma la classe è sempre superiore e se la salute regge la Venus degli ultimi mesi vale molto di più dell’attuale classifica.
P.S. Come in occasione dei precedenti Slam, questa rubrica si ferma durante i quindici giorni degli US Open. Ritornerà fra tre settimane, al termine di Flushing Meadows.
Buono Slam a tutti.

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