Us Open, da Janowicz a Seppi: dieci personaggi in cerca di sorprese

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Us Open, da Janowicz a Seppi: dieci personaggi in cerca di sorprese

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TENNIS – Non sono compresi tra le teste di serie ma possono creare la grande sorpresa nei primi turni dello Slam a stelle e strisce. Da Kyrgios a Janowicz a Tomic passando per gli irriducibili Hewitt e Stepanek.

 

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Gli avversari non sono tutti uguali e nel tennis non vale quello che dicono gli allenatori di calcio al momento di commentare il calendario: “tanto dobbiamo affrontarli tutti”. No, per vincere uno Slam ci vogliono grande tennis, fisico e carattere ma se la buona sorte ci mette una mano benevola evitando insidie nei primi turni tutto è più facile. La storia dei Major è piena di clamorose sorprese nei primi turni e allora andiamo a vedere quali sono quei giocatori non compresi tra le teste di serie in grado di creare grattacapi nella prima settimana. Dieci giocatori, vecchi volponi o giovani rampanti, che costituiscono le mine vaganti sulle quali non mettere il piede nella prima settimana. Jerzi Janowicz Che JJ non sia testa di serie in uno Slam è uno scandalo ma la colpa è solo sua. Sembrava pronto per i top 10 ma il suo 2014 ê stato disastroso e la casella 52 del ranking è la logica conseguenza. A Cincinnati sembrava di aver rivisto qualche lampo del Janowicz che fu con la vittoria su Dimitrov, ma il giorno dopo si è arenato con Benneteau. Insomma è più probabile vedere in campo la brutta copia del polacco piuttosto che la bella ma…se si alza con il piede giusto il rischio che qualche testa di serie debba assistere al di la del net ad un urlo con annessa maglietta strappata a New York c’è. Nick Kyrgios Dopo Wimbledon come si fa a non considerarlo la classica mina vagante del tabellone maschile? Ha pochissima esperienza sul circuito maggiore ma ne aveva ancor meno ai Championships dove oltre al repertorio tecnico ha dimostrato di avere la personalità dei fuoriclasse sul campo più prestigioso del mondo. Dunque ritrovarselo contro nei primi turni a New York può essere davvero un incubo. Lleyton Hewitt Con Federer, Djokovic, Murray e Wawrinka è l’ultimo slammer al via, con la vittoria a Flushing Meadows del 2001 che sorprese nettamente Pete Sampras. L’ex numero 1 del mondo, per molti “l’infiltrato” al vertice nell’interregno tra Pistol Pete e Federer, ha ancora un tennis insidioso nei primi turni dello slam. La tigna e la voglia di non mollare mai è ancora la stessa dei tempi d’oro e dunque occhio anche a Rusty nelle prime ore di New York. A chi storce il naso nel vedere Lleyton in questo elenco ricordo la fine che ha fatto Delpotro lo scorso anno… Vasek Pospisil Campione di Wimbledon in doppio con Sock ed anche recordman di partite vinte consecutivamente da una neo coppia, Il canadese numero 45 del mondo, dopo l’esplosione del 2013 con la semifinale a Montreal e il best ranking di numero 25 ha un po’ frenato ad inizio 2014 a causa di vari infortuni. Nelle ultime settimane si è rivisto un buon Pospisil con la prima finale a Washington (persa con il connazionale Raonic) dove ha battuto Berdych e Gasquet. Anche a Cincinnati ha dato fastidio al futuro campione Federer dopo essersi salvato all’esordio annullandolo tre match point a Stepanek. Il suo tennis aggressivo e brillante può essere un pericolo nei primi turni e dunque non sarebbe un sorteggio gradito dai top players Martin Klizan Le traiettorie mancine del ventiquattrenne slovacco possono creare non poche insidie nei primi turni newyorchesi ed anche i suoi giochetti possono dare fastidio: chiedere a Fognini versione Monaco per saperne di più. Due anni fa fu Jo Wilfried Tsonga ad essere sorpreso sul cemento di Flushing Meadows dalla potenza di Klizan che ottenne cosi con gli ottavi di finale il miglior risultato sinora raggiunto in carriera negli Slam, mentre lo scorso anno racimolò solo due games contro Donald Young. David Goffin Il bimbo che sognava Agassi e Federer è diventato grande. Con tre successi consecutivi nei challenger e la prima vittoria sul circuito maggiore a Kizbhuel è in una serie positiva di ventiquattro match vinti che sta proseguendo a Winston Samel. Le sue capacità di anticipo ed il suo tennis aggressivo lo rendono pericolosissimo anche se sulla distanza dei tre set su cinque fa ancora fatica. Radek Stepanek Altro volpone irriducibile da tenere d’occhio la prima settimana. Il talento ceco, oggi numero 39 del mondo, va per le trentasei primavere ma il suo gioco, in linea con il suo carattere, resta spigoloso e spesso indigesto. Trovarsi di fronte ai primi turni di uno slam un giocatore che ti gioca serve and volley e che non disdegna il chip and charge può mandare in confusione soprattutto le nuove leve che tale tipo di gioco probabilmente lo hanno visto solo in tv. Il miglior risultato a New York resta il quarto turno del 2009 ed anche se sulle due settimane non è più possibile crederlo competitivo, in un match secco e ancora pericolosissimo. Attenzione dunque al vecchio Radek che tra una magia a rete e altre furberie qualche tuffo dello scorpione (esultanza non proprio british da lui coniata) potrebbe averlo ancora in serbo. Dominic Thiem È una delle rivelazioni della stagione ed ha tutto il tennis per sfondare. L’austriaco è ancora tutto da verificare sulla lunga distanza ma i progressi così repentini e stupefacenti fatti registrare quest’anno obbligano a tenerlo seriamente in considerazione come possibile ostacolo insidioso nei primi turni. Bernard Tomic Anche qui siamo nel campo del follia al potere e francamente le speranze che A-Tomic diventi un giocatore “vero” vanno via via affievolendosi. Il torneo ha voluto premiarlo con una wild card e magari, stimolato da un primo turno contro un avversario importante e su un campo prestigioso, avrà voglia di dimostrare di averla meritata. Il tennis di certo non gli manca, la testa si. Andreas Seppi Diciamo che è più una speranza, l’altoatesino non attraversa un grande periodo e la classifica ne risente, anche se a Winston Salem è apparso in ripresa. Però Andreas è un grande professionista e sui tre set su cinque ha sempre dato il meglio di se. Quando si va sulle quattro ore di partita l’azzurro diventa un osso duro per tutti e allora non si sa mai…

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