Il braccio destro e il rovescio di Rafael Nadal

Rubriche

Il braccio destro e il rovescio di Rafael Nadal

Pubblicato

il

 

TENNIS – Il problema al polso destro, ha costretto Rafa Nadal a saltare tutta l’estate americana. Andiamo a spiegare perché è così importante la “seconda mano” per il rovescio del mancino spagnolo, un aspetto decisamente sottovalutato dai meno esperti

La recente notizia del ritiro dello spagnolo Rafael Nadal dagli imminenti US Open, a causa del persistere dell’infortunio al polso destro che lo aveva già costretto a rinunciare ai Masters 1000 su cemento dell’estate americana, suggerisce uno spunto tecnico che merita di essere analizzato: il modo in cui il giocatore, mancino, utilizza proprio l’arto destro nell’esecuzione del rovescio a due mani.

E’ necessario premettere che Rafa è assolutamente destra-dominante a livello di lateralità di mano, se qualcuno dovesse avere dubbi al riguardo basterà osservare con quale mano firma gli autografi dopo aver preso a pallate l’avversario di turno con il suo famigerato drittone mancino. Ma nel tennis, per strano che possa sembrare, la lateralità di mano – a meno che non sia decisamente spiccata ed evidentissima fin dalla più tenera età – non è che uno degli elementi che concorrono alla decisione tecnica riguardo alla scelta dell’arto con il quale eseguire il dritto.

Altrettanto, se non più importanti, sono l’occhio dominante e soprattutto la lateralità di anca. L’occhio dominante determina da quale lato si ha un “visus” migliore, non in termini di qualità dell’immagine ma di rapidità e precisione nel percepire la palla, mentre la lateralità di anca determina da quale lato si ha un migliore senso dell’equilibrio, nel senso di una migliore propensione a proiettare il peso mantenendo buoni appoggi, ruotando il compasso busto-spalle, e rimanendo con un assetto controllato nonostante la postura rivolta verso una direzione affiancata o semi-frontale. Pensiamo allo sci: tutti hanno una “curva preferita” che sentono meglio, verso destra o verso sinistra, e questa preferenza di assetto è per l’appunto determinata dalla lateralità delle anche, che sono il baricentro dell’atleta.

Rafael Nadal ha lateralità di mano destra, ma lateralità di anca sinistra e occhio dominante destro: questo significa che gestisce meglio il peso e l’equilibrio quando si rivolge alla sua sinistra, e nel farlo avendo l’occhio dominante opposto, il destro, con cono visivo più ampio verso il campo, percepisce meglio la palla. Di qui la decisione di impostare il colpo più importante del tennis moderno, il dritto, da quel lato, ovvero da giocatore mancino: i risultati parlano chiaro su quanto azzeccata sia stata questa scelta tecnica.

Ma torniamo al rovescio: come avevamo già accennato durante gli Australian Open , il colpo bimane di Nadal è piuttosto peculiare e tremendamente redditizio, con l’unico limite di una variazione in lungolinea non efficacissima se non quando resa obbligata dall’esecuzione di un passante. Rafa impugna continental con la sinistra, in modo standard, ma con la destra ha una semiwestern piena, non una eastern come quasi tutti con la mano di richiamo. E quella presa la gestisci e la “senti” solo con la mano dominante, che viene chiamata anche a uno sforzo articolare superiore alla norma. Ne consegue anche una stance meno chiusa, che spiega la minore propensione al lungolinea.

Da questa esecuzione Nadal ottiene, con una azione di flessochiusura estremamente accentuata dei polsi (soprattutto il destro) verso l’alto-avanti, una capacità di anticipo e di esasperazione dei cross diagonali incredibilmente efficace, sia sulle palle basse (con una semiwestern di mano destra un bimane mancino arpiona anche i colpi rasoterra) che sulle più comuni palle alte e cariche di top-spin che gli arrivano dai dritti diagonali degli avversari destri, che a volte Rafa riesce ad anticipare dall’alto verso il basso in cross portando la testa della racchetta praticamente verticale. Analizzandolo in occasione dello Slam australiano, non ho trovato migliore definizione se non quella di “smash basso rovesciato”, un colpo che ha davvero solo lui, e che in quella occasione aveva completamente neutralizzato i drittoni diagonali di Federer.

In conclusione, non stupisce per nulla – e qui sto parlando esclusivamente dal punto di vista tecnico – che un fastidio anche minimo, a un’articolazione tanto importante e sottoposta a sforzo nelle esecuzioni alle quali Nadal viene costretto più spesso, ovvero i rovesci, da parte di qualunque avversario (cercare l’affondo vincente sul dritto di Rafa è una cosa, e può funzionare, impostarci lo scambio in pressione è un suicidio tattico), comporti per il giocatore una menomazione decisamente troppo limitante per competere.

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement