Quelle imprese "italiche" che ti riempiono di gioia

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Quelle imprese “italiche” che ti riempiono di gioia

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NON SOLO TENNIS – L’incredibile rimonta di Federica Pellegrini nella 4×200 stile libero agli Europei di nuoto richiama alla mente di un appassionato tante altre imprese similari vissute da tifoso italiano. Eccone una veloce carrellata


21 Agosto, ho ripreso a lavorare da pochi giorni, la città è tranquilla come non mai, si gestisce con insolita calma il lavoro e così la sera torni molto presto a casa e puoi fare quello che vuoi, lontano dai ritmi incessanti ed incalzanti propri della maggior parte dell’anno.
Solo a casa non mi scoraggio, anzi, un po’ di disordine (tipico degli uomini in certe situazioni) regna sovrano attorno a me, mi impigrisco ed accendo la televisione, alla ricerca di qualcosa che mi faccia passare un po’ di tempo.
Piombo con il telecomando su Raisportsat e vedo una gara di nuoto agli Europei in corso di svolgimento.
Non capisco subito se si tratta di una eliminatoria o di una finale, però poi vedo dalla sovraimpressione che c’è l’Italia ed è seconda.
Sento che si parla di staffetta, sì, per la precisione la 4×200 femminile, è l’ultima frazione, c’è in vasca quel fenomeno di Federica Pellegrini, la “diva” del nuoto come l’ha soprannominata l’Equipe.
Fede è seconda, la svedese mi pare molto avanti, visto l’orario sarà la finale, meglio guardare la gara fino alla fine, una medaglia dovrebbe arrivare.
Non riesco a capire a che vasca siamo, il volume della tv è basso, la svedese pare sempre molto avanti, mi pare che la Pellegrini sia dietro di un paio di secondi.
Ad un certo punto mi distraggo, perderò una ventina di metri di gara, rimetto gli occhi sul televisore e la Pellegrini e attaccata alla svedese, che sbanda, si impasta, tocca addirittura il cordolo della corsia…è in piena crisi.
La nostra “diva” non si fa pregare, gli ultimi 10 metri sono al cardiopalma, Fede tocca di un niente prima dell’avversaria e vince.
No, non ci credo! Medaglia d’oro.
Ed allora ecco che ti vengono in mente tutte quelle gare o specialità nelle quali i colori italiani si sono resi protagonisti di rimonte impossibili che come quella di ieri ti lasciano una gran soddisfazione dentro, ti mettono in pace con la tua passione sportiva.
Provo a ricordarne d’impeto qualcuna.

Ad esempio mi viene in mente quella incredibile rimonta di Alberto Cova nei campionati del mondo di atletica di Helsinki nel 1983, quando l’atleta azzurro negli ultimi 150 metri superò in tromba ben 4 avversari e tagliò il traguardo a braccia alzate, con il mitico Paolo Rosi (il telecronista della Rai) che gridava “Cova, Covaaa, Covaaaaa” accompagnando Alberto nell’incredibile volata e poco dopo esclamando “Tempo di 28 minuti e 54 secondi….ma che ci importa del tempo”. Insomma emozioni e telecronisti di altri tempi, quelli di una gioventù spensierata, nella quale certe imprese ti rimangono dentro.
Provo a ricordarne altre, chissà quante volte avrò visto Tomba fare rimonte incredibili nelle sue vittorie in slalom, poi all’improvviso il pensiero va al ciclismo ed a quella volata incredibile che la storia di uno sport che il doping ha letteralmente distrutto come credibilità oggi (che peccato) ci ha tramandato nel tempo.

Siamo a Gap, 1972, Campionato del mondo, mancano un 400 metri al traguardo, c’è Franco Bitossi avanti di un bel po’ su un gruppetto di corridori, che paiono tagliati fuori.
>Bitossi è talmente avanti che nelle riprese televisive quasi fai fatica a scorgerlo.
>De Zan dalla postazione Rai vede il nostro ciclista in difficoltà, gli chiama gli ultimi 100 metri e lo incita :”Forza Franco”, ma Bitossi fa quello che la nuotatrice svedese ha fatto ieri contro la Pellegrini, si pianta, sbaglia il rapporto, praticamente si ferma.
Sembrerebbe una delle più grosse beffe dello sport italiano, se non fosse che alle sue spalle dal gruppetto degli inseguitori gli piomba addosso un altro azzurro, Marino Basso, che per marcare il “cannibale” Eddy Merckx, lancia una incredibile volata, salta a circa 5 metri dall’arrivo il compagno di squadra e vince il titolo.
De Zan non sa se esultare o rimanerci male per Bitossi, alla fine ha vinto sempre un italiano, ma che storia incredibile.

I ricordi non si fermerebbero mai, me ne viene in mente un’altra, chi si ricorda dell’ultimo tiro nella pistola 10 metri alle Olimpiadi di Atlanta 1996?
Un cinese in testa, di quelli impassibili, una vera sfinge, Wang Yifu. Un italiano al secondo posto, Roberto Di Donna, prima dell’ultimo tiro.
Il telecronista è Bizzotto, Di Donna fa 10.4 ed è sicuro argento, lo annuncia lo stesso Bizzotto, il cinese ha un margine incredibile, non sbaglierà mai.
Invece Wang impallidisce, la mano gli trema, spara……6.5…un disastro, Di Donna è oro……il cinese crolla, avrà un collasso, non riuscirà nemmeno a salire sul podio perché verrà ricoverato in ospedale.

E chi si ricorda della staffetta dello sci di fondo alle Olimpiadi di Lillehammer in Norvegia nel 1994.
Maurilio De Zolt, Marco Albarello, Giorgio Vanzetta e Silvio Fauner, il nostro quartetto che zittì i 120.000 norvegesi che aspettavano l’oro del team di casa.
La volata di Fauner è da brividi……ed il telecronista (non ricordo chi fosse) che ad inizio gara aveva detto:”Lo diciamo anche per scaramanzia, ma per noi l’oro è un tabù…..”.
Stavo ripetendo una materia universitaria, il pomeriggio avevo un esame, mi dissi:” La guardo o non la guardo?”, naturalmente la guardai tutta, che soddisfazione.
Che imprese, di quelle che ti rimangono dentro, che ti caricano…..ma ora basta, questo è un sito di tennis e da lunedì iniziano gli US Open.
A proposito, forza azzurri

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