US Open uomini, day 3: Wawrinka soffre ma evita il quinto set. Avanti Dimitrov, Berdych e Gulbis

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US Open uomini, day 3: Wawrinka soffre ma evita il quinto set. Avanti Dimitrov, Berdych e Gulbis

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TENNIS US OPEN – Stan the Man si trova sotto di un break nel quarto ma recupera e chiude al tiebreak. Pochi problemi per Berdych contro Hewitt, e Dimitrov contro Harrison. Anderson batte Cuevas dopo una torrida maratona di 4 ore.  

Guarda le foto del Day 3 (a cura di Art Seitz e Melchiorre Di Giacomo).

S. Wawrinka b. T. Bellucci 6-3 6-4 3-6 7-6 (1) (da New York, Alberto Prestileo)

StanTheMan al terzo turno. Nell’ultima partita di giornata, lo svizzero batte con più di qualche imprevisto Thomaz Bellucci, brasiliano numero 91 del mondo: cede infatti addirittura un set, il terzo, e nel quarto va sotto di un break ed è costretto alla rimonta prima di poter festeggiare.
Il primo parziale Wawrinka lo conquista al sesto gioco: ottiene due palle break di fila, annullate da Bellucci con una splendida palla corta ed un servizio vincente; dalla parità, il numero 4 del mondo ottiene una terza chance di strappare il servizio che, questa volta, converte. Il set scivola così fino al 6-3 finale, arrivato al primo set point con un servizio vincente.
Il set successivo è, per certi versi, ancor più sbrigativo: la testa di serie numero 3 strappa subito il servizio al brasiliano e si limita poi a mantenere i propri turni di battuta, fino al 6-4 finale.
Partita finità? Macché, adesso comincia il bello. Stan è sopra di due set e Belluci ha già mostrato segni di cedimento; eppure, il brasiliano non demorde e, complice un calo di Wawrinka, riesce ad ottenere l’impensabile, brekkando finalmente lo svizzero nel quarto e nel sesto game. Al servizio sul 5 a 1, il numero 95 serve una prima volta per il set ma non chiude. La faccenda è però solo rimandata perché alla seconda occasione, il brasiliano non sbaglia: 6-3 a suo favore.
La partita adesso è completamente cambiata: Bellucci crede nella rimonta e lo dimostra sfruttando i passaggi a vuoto dello svizzero e brekkandolo al terzo game. Bellucci mantiene il break nonostante due opportunità per Stan ma al sesto game è costretto a cedere ancora la battuta,  sfruttando l’unica occasione che riesce a procurarsi. Quando poi il brasiliano riesce ad annullare due mach point l’Artur Ashe diventa una bolgia, tutti vogliono il quinto set. Ma il vincitore degli Open d’Australia chiude la pratica al tiebreak, volando fino al 7 a 1.

Altra partita un po’ incerta, dopo quella contro Veselj, della testa di serie numero 3, che a fine match ha però detto di essere molto contento del suo gioco. Sarà.

G. Dimitrov b. R. Harrison 62 76(4) 62 (Roberto Salerno)

Se l’ostacolo più difficile che troverà Roger Federer nel suo cammino verso la settima finale a New York è Grigori Dimitrov, forse per lo svizzero è già il momento di festeggiare. Per quanto il risultato della partita sembra netto, l’x proessa statunitense nel secondo set è stato ad un passo a portarsi sul set pari. Sul più bello però il 22enne di Boca Raton non è riuscito a tenere il servizio e invece di trovarsi 26 64 si è trovato sul 5 pari. A questo punto è stato anche bravo Harrison a non crollare di botto e a salvare il set point nel game di servizio successivo, ma nel tiebreak non c’è stato nulla da fare. Un Dimitrov rinfrancato ha così potuto chiudere il match senza trovare altre difficoltà. Ma non ha da stare tranquillissimo il bulgaro. Lo strano crollo della prima di servizio – passata dal 71% del primo set ad un incredibile 40% del terzo – deve farlo riflettere perché non tutti saranno docili come Harrison sulla seconda. Ma chissà, magari aver trovato subito qualcosa che non va per il verso giusto potrebbe dare a Dimitrov delle motivazioni supplementari. Non lo sapremo tanto presto, perché i prossimi turni sembrano davvero delle passeggiate di salute, e il bulgaro rischia di trovarsi davanti a Monfils o Gasquet, se non addirittura a Federer, senza aver mai davvero trovato delle reali difficoltà. Condizione pericolosa.

Schermata-2

K. Anderson b. P. Cuevas 6-3 6-7(3) 4-6 6-2 7-6(1) (da New York, Alberto Prestileo)

Più di quattro ore sono servite a Kevin Anderson per battere Pablo Cuevas al campo numero 17. 6-3 6-7 (3) 4-6 6-2 7-6 (1) il punteggio alla fine di una partita che non mancherà di far sentire i suoi effetti anche nel prossimo turno. Il sudafricano, dopo essere andato in vantaggio di un set e di un break si è squagliato – è il caso di dire – facendosi prima rimontare e poi addirttura superare dal sudamericano, prima di ritornare sui suoi livelli.

Ma il terribile caldo della giornata di oggi ha finito per tradire anche il povero Pablo che nel quinto e decisivo set, è stato costretto a chiamare per tre volte  il medical time out. Non è bastato a Cuevas  essere avanti di un break e andare addirittura a servire per il match sul 5 a 4. Anderson non si è demoralizzato ed è riuscito prima a strappare il servizio e poi a portare la partita fino al tie break: qui, l’uruguaiano ha mollato completamente, spianando la strada al 7-1 del numero 20 al mondo, che approda così al secondo turno.

Comunque sia andata la partita, però, è doveroso sottolineare quanto il caldo abbia inciso e la conseguenziale differenza di punti di vista tra gli Open degli Stati Uniti e quelli australiani. Questi ultimi, consapevoli delle difficoltà che il forte caldo e l’umidità possano dare, prevedono delle interruzioni durante la partita, o addirittura rinviano la stessa fin quando non si raggiungo condizioni climatiche accettabili. A New York, questo passo, non è ancora stato fatto. Che sia il giunto il momento?

Schermata

T. Berdych b. L. Hewitt 6-3 6-4 6-3 (da New York, Carlo Caccia Dominioni)

Era il match più blasonato di questo Day 3 degli US Open e tutti si attendevano una dura battaglia tra il ceco n°7 del Ranking ATP e l’ex numero uno del mondo australiano, sceso al n°41 dopo aver vinto questo torneo nel lontano 2001, quando battè un certo Pete Sampras 3 set a 0.

Purtroppo per gli organizzatori, che avevano apparecchiato il Centrale per quello che doveva essere il piatto principale della sessione diurna, la partita è stata molto meno appassionante ed equilibrata del previsto e si è chiusa in tre rapidi set senza che il punteggio fosse mai realmente in discussione.

Infatti, a parte un breve passaggio a vuoto all’inizio del secondo set che gli è costato un break, il ceco ha sempre condotto abbastanza agevolmente la partita.

Nel primo set un break al quarto gioco è sufficiente al ceco per aggiudicarsi il parziale. Quello che sorprende dall’analisi delle statistiche di Hewitt, alla 14esima apparizione a New York, è l’elevato numero di errori non forzati (11 a fronte di soli 4 vincenti nel primo set), che rimarrà una costante per l’intero match.

L’australiano infatti, anche negli anni in cui era al top della condizione, non ha fatto mai registrare troppi vincenti ma ha sempre controbilanciato con un’invidiabile solidità.

L’impressione che desta vedendolo giocare in questa fase più matura della carriera è che, nell’impostare i suoi classici scambi di ritmo da fondo campo, spesso perda la misura dei propri colpi. Una questione di minore velocità?

Il secondo set si apre con Hewitt che approfitta di qualche errore di troppo del ceco e si porta avanti 2-0 senza strafare.

Sotto 4-1 però Berdych alza il proprio livello di gioco e infila, in una manciata di minuti,  5 game di fila che gli permettono di chiudere il secondo set per 6-4.

La striscia di giochi vinti consecutivamente dal n°7 del mondo si allunga anche all’inizio del terzo set quando si porta in vantaggio di 2-0 facendo pensare che la partita sia ormai finita.

Se però con l’età Hewitt ha perso qualcosa come qualità di gioco altrettanto non si può dire del suo innato agonismo ,che non gli fa mollare la presa nemmeno sotto di 2 set a 0 e di un break nel terzo, e gli permette di riportarsi immediatamente in parità.

Sul 3-3 ritrova la concentrazione e piazza l’allungo decisivo che gli permette di chiudere per 6-3 e conquistare la 100esima vittoria in carriera in un match dello Slam.

Per Hewitt ennesima delusione di una stagione che negli Slam l’ha visto per ben 3 volte sconfitto al primo turno e una sola volta al secondo (a Wimbledon, sconfitto da Janowicz in 5 set).

Il ceco, che veniva da un’estate americana tutt’altro che esaltante avendo raccolto appena due vittorie su tre tornei giocati, affronterà al prossimo turno il mancino slovacco Martin Klizan. Sarà un test  probante per verificare le sue ambizioni di far strada in questo torneo.

Statistiche Berdych

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