US Open uomini day 9: Monfils fa fuori Dimitrov, ok Federer, Cilic e Berdych

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US Open uomini day 9: Monfils fa fuori Dimitrov, ok Federer, Cilic e Berdych

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TENNIS – Una prestazione davvero deludente di Grigor Dimitrov manda Gael Monfils ai quarti degli US Open per la seconda volta in carriera. Avanti anche Cilic, che batte in cinque set e per la prima volta in carriera Gilles Simon. In serata Berdych e Federer facili su Thiem e Bautista Agut.

R. Federer b. R. Bautista Agut 6-4 6-3 6-2 (da NY, Alberto Prestileo)

Roger Federer approda ai quarti di finale. Il campione elvetico si è sbarazzato al quarto turno di Roberto Bautista Agut, con il quale non si era mai affrontato.

Federer, con la vittoria di oggi, raggiunge quota 71 successi in carriera agli US Open, agganciando al settimo posto di questa speciale classifica, Bill Tilden e Pete Sampras. Quest’ultimo, tra l’altro, raggiunto anche in un’altra speciale graduatoria, quella delle maggiori apparizioni ai quarti di finali degli US Open: 10. Per lo spagnolo, invece, si tratta della prima volta che arriva ai quarti di finale di Flushing Meadows.

Anche oggi, Roger Federer decide di sfoggiare il suo elegantissimo completo nero: il colore scuro la sera, che ha comunque temperature proibitive (33 gradi!!), non gli causa alcun problema.

CRONACA – Lo svizzero scende in campo con molta determinazione: nel terzoo game, conquista subito due palle break e, alla prima, strappa il servizio, andando avanti 2-1 e servizio. AI quinto game l’elvetico brekka ancora l’avversario, non prima che lo stesso avesse annullato tre break point. E nel successivo game di battuta di Bautista Agut arriva anche il set point che lo spagnolo annulla dopo un lungo scambio. Lo spagnolo ci crede ancora e così riesce a dimezzare lo svantaggio: nell’ottavo gioco, ottiene tre palle break e all’ultima disponibile, riesce a strappare il servizio e a prolungare il set. Per chiudere il parziale Federer ha così bisogno del decimo gioco, chiuso con un ace.

Anche nel secondo set, Federer strappa il servizio abbastanza velocemente. Nel terzo gioco, Roberto concede due palle break e, alla prima, commette un doppio fallo, cedendo la battuta allo svizzero. Il match va poi avanti con break point annullati sia da Agut sia Federer. Si arriva così al nono gioco. Roger serve per il set, che conquista al primo dei due set point ottenuti.

Il terzo e decisivo set comincia con due palle break per Bautista Agut: lo spagnolo, al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare, non molla e mette in difficoltà il pentacampione del torneo, che prontamente però annulla i due break point. È così al quarto gioco che arriva il break decisivo: Roger ottiene due palle per strappare il servizio, e alla prima ci riesce. Lo svizzero da qui in poi si limita a tenere i propri turni di battuta e, sul servizio di Bautista Aguts, nell’ottavo game, chiude la partita, per il 6-4 6-3 6-2 finale in un’ora e 56 minuti.

“Sono molto contento per la vittoria – dice Federer nell’intervista in campo – Per quanto mi riguarda, comunque, trovo la sessione serale, qui a New York, davvero speciale. È qualcosa di unico e quindi, sì, mi piace di più giocare la sera.” Gli viene poi chiesto della partita di Raonic contro Nishikori, finita alle 2 di notte: “Sinceramente, avevo cominciato a vederla ma poi ho spento. Era troppo tardi e sono andato a letto” ammette ridendo.

Ai quarti di finale se la vedrà con Monfils, che ha battuto in tre set il bulgaro Dimitrov. Con il francese, i precedenti lo vedono in vantaggio 7-3, ultimo match quello di Cincinnati di quest’estate, vinto da Roger in 3 set.

Schermata

[20] G. Monfils b. [7] G. Dimitrov 7-5 7-6(6) 7-5 (Alessandro Trebbi)

Il doppio fallo con cui Grigor Dimitrov consegna il match a Gael Monfils è lo specchio fedele di un ottavo di finale che delude in gran parte quelle attese di spettacolarità che il non folto pubblico della sessione pomeridiana dell’Artur Ashe nutriva alla vigilia.

“Baby Federer” ancora non è Federer, e si vede. La cinetica è molto simile a quella dello svizzero, la percentuale di conversione di palle break (1/7 nell’occasione) anche. Le somiglianze però si fermano qui. Dimitrov non ha né le variazioni né l’intelligenza nel gioco di Federer e il divario balza all’occhio soprattutto in giornate come questa, nelle quali il suo avversario è in grado di ribattere profondo alle sue bordate di dritto.

Monfils dal canto suo ha giocato una partita astuta, appoggiandosi al servizio e alla giornata no del suo avversario, facendolo giocare quanto più possibile fino all’errore. Se sarà Federer il suo avversario nei quarti, il transalpino dovrà però fare qualcosa di più in fase offensiva, perché la varietà di gioco del numero tre del mondo è ben altra cosa rispetto a quella del bulgaro.

L’inizio del match è rapido e dominato dalla battuta: 15 dei primi 21 punti sono decisi direttamente dal servizio. Per il primo vincente “nello scambio” bisogna aspettare il quinto gioco, un dritto di Dimitrov propiziato guarda caso da una prima potente).

Nessun sussulto fino all’undicesimo gioco, quando Dimitrov sbaglia all’improvviso due volèe elementari, una di dritto e una di rovescio. Monfils va 15-40 e breakka alla prima occasione grazie a un dritto profondo che “baby Fed” non controlla col rovescio. Nel game successivo il transalpino tiene senza problemi e chiude 7-5 un set giocato in maniera guardinga, vinto approfittando di un game sciagurato dell’avversario e grazie a 7 ace a fronte di un solo vincente di scambio.

Il secondo gioco del secondo set è emblematico della giornata no di Dimitrov: Monfils commette tre doppi falli, per la prima volta nel match un game si protrae ai vantaggi ma il bulgaro rimane indietro, non aggredisce la palla break a disposizione e finisce per cedere a un Monfils appena più coraggioso di lui. Poco dopo arriva il break del francese, che non fa nulla se non aspettare gli errori di Dimitrov: il bulgaro commette due doppi falli, spara out un rovescio e un dritto non forzati e così Monfils passa a condurre 3-2 e servizio. Nel game successivo c’è un’altra palla break per mister Sharapova, ma ancora una volta il rovescio lo tradisce.

Monfils sembra essere in pieno controllo, invece di lì a poco il set diventa una giostra. Il francese cede il servizio al quinto break point e subito dopo si innervosisce (pare col pubblico che però a fine match ringrazierà). Rifiuta di rispondere a un servizio di Dimitrov e così il bulgaro sale 5-4 su un Monfils che sembra aver perso la testa. Set concluso? No. Pur dimostrandosi indisponente, infatti, Monfils arriva al tie-break aggrappandosi ancora alla prima di servizio. Con uno slice lungolinea delizioso Dimitrov arriva al doppio set point nel gioco decisivo sul 6-4. Lì però s’inceppa di nuovo: quattro gratuiti dietro fila, il primo sanguinoso su una palla corta ridicola del suo avversario, regalano il tie-break al francese che lo vince 8-6 senza fare nient’altro che ributtare la palla nel campo del suo contendente.

Il terzo parziale inizia con un Monfils in versione “sceneggiata da caldo”: il numero 20 del seeding spesso si ferma in mezzo al campo e lascia andare punti non conclusi, salvo poi servire due ace a 220 km/h sull’1-1 dopo aver annullato due palle break. Quando Dimitrov va in pressione Monfils ritrova le energie e riprende a correre, costringendo l’avversario all’errore in ogni scambio che si protragga oltre i 6-7 colpi. Sul 5-4 Monfils alza il livello del gioco e finalmente cerca il punto diretto. Nel primo game in cui serve per rimanere nel match Dimitrov si salva con alcune giocate spettacolari, tra cui un cross stretto di dritto in arretramento dopo uno scambio pazzesco, ma deve capitolare al successivo turno di battuta. Sul 6-5 15-15 il bulgaro, infatti, regala definitivamente il passaggio del turno al suo rivale: due errori gratuiti di dritto e un doppio fallo rimandano a data da destinarsi l’incontro slam tra Federer e il suo “baby” che non sarà mai come lui.

[14] M. Cilic b. [26] G. Simon 5-7 7-6(3) 6-4 3-6 6-3 (Daniele Vallotto)

Cinque set massacranti, ancora una volta. Scambi lunghissimi, a tratti snervanti per la loro lentezza, sulla diagonale sinistra. Si è vista buona parte di ciò che ci si aspettava nell’ottavo tra Cilic e Simon ma soprattutto si è vista la prima vittoria del croato sul francese e per giunta sulla lunga distanza. Arrivati al quinto set, Simon sembrava avere un vantaggio fisico sufficiente per superare Cilic, proprio come successo in Australia quest’anno. Invece è stato il croato a trovare lo spunto buono sul 4-3, quando si è preso qualche rischio in più come il rovescio lungolinea dello 0-30. Alla fine anche il robottino francese si è dovuto arrendere al termine di un match durato quattro ore e che inevitabilmente si farà sentire nei quarti di finale contro Thiem o Berdych.

Cilic ha confermato alcuni difetti congeniti: la scarsa propensione alla rete, la tendenza a farsi irretire negli scambi lunghi senza cercare il colpo risolutore. Però ha anche mostrato alcuni spunti propositivi nei momenti-chiave del match. Una volta che è andato a servire per il match non ha concesso chance al trottolino francese ed è andato a prendersi a rete il punto della vittoria. Per Simon qualche rimpianto: un tie-break giocato in maniera rinunciataria, per esempio, o i break subiti sul finire di parziale. Ma questi rimpianti sono parte costitutiva del suo tennis a rischio zero: quando Cilic ha accelerato – come nel nono game del terzo set o nel penultimo del quinto – il francese ha palesato tutti i difetti di un tennis fatto principalmente di corsa e difesa.

[6] T. Berdych b. D. Thiem 6-1 6-2 6-4 (Roberto Salerno)

Ci possono essere partite che durano 5 minuti appena. Pronti-via il giovane austriaco che festeggia domani i suoi 21 anni (beato lui) si è trovato immediatamente 0/40 sul servizio di Thomas Berdych. Il ceco non ha neanche giocato in modo irresistibile le tre palle break, fatto sta che Thiem non le ha trasformate, ha tenuto il suo servizio e poi è praticamente crollato. Certo, nel quinto game si è di nuovo portato 0/40 – e ha avuto anche un quarta palla break – ma mentre con Feliciano si capiva che l’austriaco ci credeva, in questo caso si giocava in modo del tutto dimesso le proprie possibilità. Troppo diversa la pesantezza di palla per far partita pari. Così Berdych ha potuto prendere fiducia facendo vedere sprazzi di tennis violentemente elegante, se così si può dire, soprattutto con un clamoroso dritto che nel sesto game gli ha dato il vantaggio del doppio break. L’esibizione di Tomasino è continuata per tutto il secondo set, con il povero Dominic che sembrava travolto e che sparacchiava qualche rovescio, molto bello da vedere ma terribilmente inefficace oggi, ricordando a tratti il giovanotto che aveva perso a Parigi contro Rafa. Anche il terzo set non dava nessun emozione allo sparuto pubblico che non si era ancora stancato dopo le 4 ore di Cilic-Simon, e un dritto fuori misura di Thiem consentiva a Berdych di trovare un nuovo break nel sesto game, e con questo chiudere il discorso.

Il ceco avrà di fronte adesso Marin Cilic, che quanto meno dovrebbe poter garantire una migliore solidità mentale e una diversa solidità di colpi. Migliore solidità fisica non sapremmo dire, visto quanto è stato dispendioso il match di oggi per il croato e quanto si sia riposato Berdych, naturale favorito.

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