Tecnica: i miglioramenti di Cilic su servizio e dritto

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Tecnica: i miglioramenti di Cilic su servizio e dritto

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TENNIS – Dei clamorosi miglioramenti nel gioco di Marin Cilic se ne sono accorti un po’ tutti, a partire da Berdych, Federer e Nishikori, vittime della cavalcata in crescendo che ha portato il croato a vincere il torneo dominando gli ultimi match. Analizziamo i due colpi maggiormente interessati da questi cambiamenti tecnici, servizio e diritto

Vado a memoria, e nel caso saranno gradite le puntualizzazioni dei lettori più attenti alle statistiche, ma negli ultimi 30 anni ricordo un tre set a zero tanto netto, con l’avversario che non arriva a 5 game in nessun parziale, alla prima finale di major, solo da parte di Edberg nel 1985 in Australia (6-4, 6-3, 6-3 a Wilander), Sampras a New York nel 1990 (6-4, 6-3, 6-2 ad Agassi), Krajicek a Wimbledon nel 1996 (6-3, 6-4, 6-3 a Washington), Kuerten a Parigi nel 1997 (6-3, 6-4, 6-2 a Bruguera), Korda nel 1998 in Australia (6-2, 6-2, 6-2 a Rios), Safin a New York nel 2000 (6-4, 6-3, 6-3 a Sampras), Ferrero nel 2003 a Parigi (6-1, 6-3, 6-2 a Verkerk). Con il 6-3 periodico inflitto da Cilic a Nishikori l’altro giorno, siamo a otto esordienti in finale che vincono dominando la partita a tale punto in 30 anni, a mio avviso un dato degno di nota.

L’autorità con cui Marin ha disposto del giapponese testimonia la crescita dal punto di vista mentale e nervoso del giocatore, apparso assolutamente padrone del campo e sicurissimo dei propri mezzi, nonchè assolutamente indifferente all’importanza di un evento che stava vivendo per la prima volta: davvero notevole, e come detto piuttosto raro nella storia recente del tennis. Ma la sicurezza in se stessi, sul campo, non può che derivare da una grande fiducia nell’efficacia del proprio gioco, e qui le differenze rispetto al passato sotto l’aspetto puramente tecnico ed esecutivo sono state decisive.

Cilic ha sempre avuto un grande rovescio, solido e istintivo, con una preparazione con testa della racchetta portata molto alta (sopra la spalla), conseguente flessione in caricamento dei polsi più rapida del normale, e perfetto timing nell’impatto nonostante questa azione di ovalizzazione un po’ più ampia dello standard. Splendido colpo, che il croato riesce spesso ad anticipare dall’alto in basso, e all’occorrenza è capace di variare in slice con ottima sensibilità, ottenendo rasoiate velocissime a filo della rete.

I problemi di Marin (relativi, stiamo pur sempre parlando di un top-player) riguardavano gli altri due fondamentali, il servizio e il dritto. E qui, andando un poco più nel dettaglio, si possono notare cambiamenti di movimento e di esecuzione molto evidenti. Andiamo ad analizzare il dritto.

CilicFHcomparison_lavagna_tattica_11_09_2014

Nell’immagine si può vedere Cilic nell’esatto istante in cui completa il movimento di preparazione del dritto, l’attimo che precede la fase di apertura verso dietro del polso e la caduta della testa della racchetta. Il frame a sinistra è del 2008, quello a destra di quest’anno. Come si vede, prima Marin teneva la testa della racchetta molto più chiusa, angolata a 45° in avanti, a causa del gomito troppo piegato, il che lo costringeva successivamente a una flessione posteriore del polso molto più accentuata, quasi strappata, di qui l’impressione visiva del dritto un po’ “sfarfallante”, e come conseguenza finale una maggiore difficoltà nel trovare sempre il timing perfetto. Preparando in modo così macchinoso il colpo che sentiva meno bene, incorreva spesso in percentuali insufficienti e diversi gratuiti. Nel frame più recente, si vede una azione di ovalizzazione molto più lineare e fluida, con testa della racchetta portata dietro-alta a 90°, e quindi successivo movimento a colpire più rapido, semplice e sicuro. Risultato, con il dritto adesso Cilic fa i buchi come e meglio che di rovescio.

Passando al servizio, le differenze sono altrettanto evidenti, in special modo l’azione delle spalle e del braccio.

CilicServeComparison_lavagna_tattica_11_09_2014

Qui vediamo Marin sempre nel 2008 a sinistra, quest’anno a destra, nell’esatto istante in cui rilascia il lancio di palla e si porta nella postura di caricamento massimo prima del movimento a colpire. La posizione di partenza platform (o foot-back) dei piedi è rimasta la stessa, ma guardiamo l’inclinazione del compasso delle spalle: rispetto a prima, Cilic apre verso dietro la spalla destra in modo estremamente più accentuato, passando da una posizione delle spalle a 45° rispetto alla riga di fondo a una quasi parallela. Oltre a ciò il braccio viene portato più indietro con gomito correttamente vicino ai 90° e racchetta verticale, mentre prima Marin rattrappiva troppo l’articolazione tenendo il gomito basso e la testa della racchetta chiusissima, rivolta in avanti. Un po’ come nel dritto, evidentemente era una errata predisposizione coordinativa del giocatore a livello istintivo, questa preparazione poco lineare con racchetta troppo chiusa in avanti limitava la fluidità del successivo movimento a colpire verso l’alto-avanti: adesso, con l’articolazione ben aperta e le spalle ben ruotate, e conseguente maggiore ingresso in avanti dell’anca così come un asse di equilibrio molto più centrale, Cilic è in grado di scatenare l’azione del braccio e di ottenere il massimo dalla spinta combinata delle gambe e della rotazione busto-spalle. Risultato, nei game di servizio ha nascosto la palla un po’ a tutti.

Modifiche di simile rilievo, e devastante efficacia, apportate nel giro di un anno ai due colpi (servizio e dritto) più importanti di un tennista moderno, già abbondantemente formato e dagli automatismi consolidati, sono un qualcosa di tecnicamente incredibile, e difficilissimo da implementare. Mettiamoci infine una palese crescita di condizione fisica, potenza muscolare, ed elasticità articolare, che consente a Marin di volare letteralmente sul campo nonostante i quasi due metri di altezza, e la spiegazione dell’esplosione del giocatore ad altissimi livelli risulta chiara, con ragioni tecniche assolutamente evidenti. Come evidenti sono i meriti in tutto questo di Goran Ivanisevic, al quale non posso che rivolgere un applauso a scena aperta: lavoro magnifico, e successo meritatissimo.

 

 

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