Federer, i numeri sono dalla tua parte. Ora il Masters e la Davis?

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Federer, i numeri sono dalla tua parte. Ora il Masters e la Davis?

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TENNIS – Greg Sharko ha confrontato le statistiche di Roger Federer fino ad oggi con quelle dello stesso periodo del 2013, certificando una crescita impressionante. E tra poco arrivano due obiettivi irrinunciabili: il settimo Masters e la prima Coppa Davis.

 

Non che servissero le statistiche per dirci che il 2014 è radicalmente diverso dallo scorso anno, eh. Basta vedere lo sguardo di Roger Federer quando scende in campo, la voglia di combattere e la grinta che mette su ogni punto e rapportarla con l’immagine un po’ sbiadita e un po’ malinconica dello scorso anno, un pallido ritratto di un campione che sembrava avviato sul viale del tramonto. Contro Bolelli, in Coppa Davis, lo svizzero si è caricato con il consueto “chum jetze” (il c’mon di Basilea) dopo pochi punti. Un segnale che dimostra quanto il finale di stagione sia importante per Federer. Un finale di stagione che culminerà con il weekend di Lille, ormai l’obiettivo principale per il resto della stagione, ma che la settimana precedente proporrà le ATP World Tour Finals, uno dei tornei preferiti dal numero tre del mondo. Federer ha fatto capire che i due eventi che chiuderanno la stagione sono in cima ai suoi pensieri e che perciò potrebbe sacrificare qualcosa nella programmazione. Togliendo Basilea, gli indiziati maggiori ad essere tagliati dalla lista degli impegni sono i tornei asiatici. Comunque, a Shanghai, notizia di ieri, Federer ci sarà. E allora la rincorsa al numero uno – Federer e Djokovic sono separati da poco più di mille punti – non è una follia per amanti dell’aritmetica. Ma c’è da aggiungere che ormai la classifica non è più in cima ai pensieri dello svizzero.

Il confronto con la passata stagione, fatto da Greg Sharko per il sito dell’ATP, comincia con il numero di partite giocate e vinte. A parità di tornei (tredici), Federer ha vinto ventuno partite in più e ne ha perse due in meno (e quindi ha vinto due titoli in più, rispetto al 2013: Dubai e Cincinnati, oltre ad Halle). E sul cemento la differenza diventa davvero impressionante: l’anno scorso, a settembre, aveva vinto appena 18 partite, quest’anno lo svizzero è già a quota 40. In pratica ha vinto più del doppio delle partite sul duro, superficie dove ha conquistato due titoli – contro lo zero del 2013 – e dove ha fallito l’accesso alle semifinali solo in un’occasione, a Miami, dopo aver giocato un torneo molto dispendioso a Indian Wells. In termini di partite vinte – complessive e sul duro – nessuno ha fatto meglio di lui. E nessuno ha fatto meglio di lui in quanto a finali: ben otto (Brisbane, Indian Wells, Dubai, Montecarlo, Halle, Wimbledon, Montréal, Cincinnati). Peccato che di queste otto, cinque siano state perse. Alcune con qualche rimpianto (Indian Wells e Montecarlo), altre dando fondo ad ogni singola goccia di energia e classe rimasta. Infine lo svizzero ha anche più vittorie di tutti contro i top-10. L’anno scorso vinse, a fatica, solo contro Tsonga agli Australian Open, quest’anno ha battuto per dodici volte un top-10, perdendo quattro partite (Nadal agli Australian Open, Wawrinka a Montecarlo, Djokovic a Indian Wells e a Wimbledon). Il risultato di questi nove mesi è che Federer ha il doppio dei punti nella Race ed è a mille punti di distanza dal numero uno, Novak Djokovic.

2014
2013
56-10 (13)
W-L Record (Tourn.)
35-12 (13)
40-6
W-L on Hard
18-6
8 (3-5)
Finals (W-L)
2 (1-1)
12-4
vs. Top 10 W-L
1-6
7020 (2)
Race Points (Position)
3055 (7)

 

Ovviamente un confronto onesto non può non registrare che l’infortunio di Indian Wells 2013 ha profondamente influenzato il resto della stagione. Federer ha più volte dichiarato che l’infortunio alla schiena ha danneggiato tutta la preparazione successiva e i risultati al servizio non fanno che confermare questo dato. Federer fa registrare miglioramenti in ogni aspetto nel colpo di inizio gioco. Innanzitutto nella fiducia. Quest’anno ha messo in campo più prime in campo (dal 63% al 64%), ricavandoci più punti (dal 76% al 78%). E di conseguenza Federer soffre meno quando mette in campo la seconda (vince il 57% dei punti ed è secondo in questa classifica). Infine, giocare ogni partita con due ace in più, dev’essere piuttosto rinfrancante per un trentatrenne come lui.

2014
2013
511 (9) – 8.4 avg.
Aces – Average
399 – 6.4 avg.
64%
1st Serve Percentage
63%
78%
1st Serve Points Won
76%
57%
2nd Serve Points Won
55%
90%
Service Games Won
87%
70%
Break Points Saved
65%

 

Al netto di quel che succederà da qui a novembre, come giudicare il bilancio di questo 2014? È indubbio che lo svizzero avrebbe potuto vincere almeno un paio di finali in più ma è altrettanto vero che sessantasei match in otto mesi sono un’enormità per tutti, tanto più per lui.

La stagione è stata più che positiva negli Slam – anche se lo svizzero ha chiuso per il secondo anno consecutivo a secco di titoli Major – dato che gli è mancato un solo set per vincere l’ottavo trofeo a Wimbledon e sul duro è arrivato tra gli ultimi quattro in entrambe le occasioni (cosa che non gli era riuscita nemmeno nel 2012). I Robredo e gli Stakhovsky, insomma, sono alle spalle. Ora Federer punta ad un finale di stagione incandescente: forse non eguaglierà il 2012 – una delle migliori stagioni di un trentenne negli ultimi trent’anni assieme al 1984 di Jimmy Connors – ma il re dei record ha di fronte a sé due obiettivi che non possono non stuzzicare la sua famelica voglia di successi: la prima Coppa Davis della Svizzera e il settimo titolo al Masters per ritoccare ulteriormente uno dei tanti record che gli appartengono.

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