Federer minaccia anche il n. 1 (Martucci), Federer in corsa per tornare numero uno (Rossi), Federer l'infinito vince Shanghai e mette nel mirino il n.1 di Djokovic (Semeraro), la culla del tennis (Clerici)

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Federer minaccia anche il n. 1 (Martucci), Federer in corsa per tornare numero uno (Rossi), Federer l’infinito vince Shanghai e mette nel mirino il n.1 di Djokovic (Semeraro), la culla del tennis (Clerici)

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Rassegna a cura di Daniele Flavi

 

Federer minaccia anche il n. 1

 

Vincenzo Martucci, la Gazzetta dello sport del 13.10.2014

 

«Sono stato molto, molto, fortunato ad arrivare fin qui». Roger Federer è sincero. Mentre alza la coppa di Shanghai dopo la giornata così così — malgrado il tetto chiuso per il forte vento che dovrebbe favorirlo — , ripensa ai due set point salvati e al doppio tie-break con cui supera di mezza incollatura il solito mezzo infortunato Gilles Simon (dalla schiena agli adduttori). Rivede i 57 errori gratuiti e i 5 match point salvati all’esordio, quattro giorni prima, con Leo Mayer. E il sorriso gli si allarga ancor di più per questo urrà Atp numero 81, così come aumenta a dismisura l’esultanza finale. Perché quest’anno è già super, con 61 vittorie (13 contro i «top ten»), 4 titoli in 9 finali, e 10 sconfitte, ma soprattutto quella sensazione di ritrovata freschezza e vivacità che spiazza i rivali. Rafa Nadal, che ancora non sta bene e che lui sorpassa oggi al numero 2 (da 3), e Djokovic, che ha battuto per la terza volta su 5 confronti stagionali e ora marca da incredibilmente vicino: a 990 punti! Il dominatore degli ultimi due Shanghai che condivide la nostra impressione… Il merito dell’ennesima resurrezione è della schiena ritrovata (magari col nuovo fisioterapista Daniel Troxler, che prima seguiva il maratoneta Rothlin), sicuramente della racchetta dal piatto corde più grande con la quale ha più potenza e del coach-motivatore, Stefan Edberg, grazie al quale sta andando a rete più che mai, 35 volte a partita, nelle ultime due partite, sia contro Nole che contro Simon. Ieri, con 24 punti e sempre più con un’attitudine offensiva costante, come finalmente continua è la tendenza a al rischio nei primi colpi dello scambio. Magari l’avesse fatto quando glielo suggeriva Tony Roche! Programmi Dopo questo Masters 1000 numero 23, ormai alla collezione di Federer mancano solo Montecarlo e Roma, ma con 9 ha già una tacca più di Nadal e Djokovic. A gennaio, è partito con un obiettivo: «Star bene». Ora si bea del presente: «Sono felice di vedere che il duro lavoro dell’anno scorso sta finalmente pagando. Non solo mi sento bene, mi alzo dal letto normale e non sono mezzo rotto come l’anno scorso. Eppoi, in campo, mi diverto. Sto giocando proprio come speravo di poter ancora giocare». E si carica col futuro, anche se la ferita della finale di Wimbledon persa in 5 set contro Novak è ancora aperta, vede davanti a sé ancora due grandi possibilità di successo, a novembre, il Masters di Londra dal 9 al 17 (che ha già vinto 6 volte in 8 finali) e, soprattutto, la finale di coppa Davis a Lille contro la Francia il 21- 23, l’unico alloro che gli manca davvero insieme all’oro olimpico in singolare. Citibank! L’intelligente Simon ha battuto Wawrinka e Berdych, ma in finale cede da 5-3 al primo set e manca due set point al secondo, e s’arrende allo svizzero delle meraviglie per la quinta volta di fila: «Roger ha sempre il suo fantastico servizio e il dritto strepitoso, ora lo conosco e non mi fa più paura, ma è sempre così difficile da battere. Ogni volta che ha una opportunità è sempre così bravo a prendersela e ha questa sensazione, dentro, che troverà in qualche modo il modo di sopravvivere ancora una volta». Fortuna, Roger, o il vecchio leone ha ritrovato anche la cattiveria?

 

Federer in corsa per tornare numero uno

 

Paolo Rossi, la repubblica del 13.10.2014

 

Dato per morto e sepolto, ecco che Roger Federer trionfa a Shanghai e addirittura si pone come candidato alla leadership della stagione 2014 del tennis. Non è poi così invecchiato, il 33enne di Basilea, e potrebbe non essere il suo ultimo colpo di coda. Gli statistici fanno i conti e dicono che, vincesse il Masters di Londra, potrebbe accadere l’imprevedibile, cioè rivedere lo svizzero sulla vetta del mondo del tennis. Clamoroso, per uno come lui che da due anni non vince uno Slam ma che ha abituato sin troppo bene i suoi fans e il palato fine degli appassionati che amano il tennis. Ieri, in Cina, ha prevalso – soffrendo (7-6, 7-6) -sul francese Simon (un anticipo della finale di Coppa Davis ). Ma lo show era avvenuto in semifinale, proprio contro Djokovic e, volendo, anche mercoledì quando aveva annullato 5 matchpoint all’argentino Mayer. Sono ifamosi segni del destino ( non accadde anche a Panatta nel ’76 a Parigi?), e dunque il grande Roger pub festeggiare il suo 23 Master 1000, il nono diverso ( gli mancano solo Roma e Montecarlo ), I’81 torneo della sua carriera. Sono numeri da brivido, e oggi l’Atp – diramando la nuova classifica settimanale – proclama il suo sorpasso a Nadal al secondo posto, a soli 990 punti dal serbo. Questo significa, sempre seguendo la teoria matematica, che se Federer s’imponesse nel torneo di casa ( Basilea, la prossima settimana, trofeo a cui tiene) potrebbe presentarsi a Londra come il principale competitor di Djokovic, considerate le precarie condizioni fisiche di Nadal ( non fossero bastati tutti i suoi infortuni, ora si è aggiunta anche l’appendicite): chissà se si presenterà nel Regno Unito, e in quali condizioni. Per questo il Federer Club esulta, pregustando una ‘Mission Impossiblé insperata dopo gli US Open ( battuto in semifinale dal vincitore, Cilic) e l’ apoteosi finale: ci sono, a disposizione, quarantadue giorni: lo svizzero pub davvero riscrivere il 2014. Federer nella finale vinta ieri a Shanghai

 

Federer l’infinito vince Shanghai e mette nel mirino il n.1 di Djokovic

 

Stefano Semeraro, la stampa del 13.10.2014

 

Che forza, il papà. Roger Federer – 33 anni, 4 gemelli a carico, un imponibile lordo di 56 milioni di dollari l’anno secondo Forbes – ha vinto per la prima volta in carriera il Masters 1000 di Shanghai, battendo 7-6 7-6 in finale l’insidioso francesino Gilles Simon, e ora inizia davvero a somigliare davvero al proverbiale saggio cinese seduto sull’argine del fiume. Dalla riva dello Huang-Po ha visto passare le «salme» di Novak Djokovic, il n.1 del mondo un po’ distratto dall’imminente paternità che proprio Federer ha dominato in semifinale; di Rafa Nadal, alle prese con una misteriosa appendicite; di uno smarrito Stan Wawrinka e di Andy Murray, sempre più confuso dopo la bocciatura del referendum scozzese e addirittura in forse per il Masters di Londra. Roger, va ricordato, a Shanghai ha rischiato un clamoroso flop al 1 turno con Leonardo Mayer (5 match-point salvati) ma passata la paura ha scalato le marce e messo la freccia: da oggi torna n. 2 del mondo, per la prima volta dal maggio 2013, sorpassando Nadal e iniziando forse a trastullarsi con un pensierino stupendo. Nella classifica mondiale Federer è infatti ormai relativamente a tiro di Djokovic (2430 punti, ma a novembre può incassarne 2165 mentre Nole può solo contenere le perdite), sognare l’impossibile è diventato d’improvviso più confortevole. Già così il suo 2014 è più che buono, con 4 tornei artigliati (Halle, Dubai e i due «1000» di Cincinnati e Shanghai, alla collezione mancano solo Roma e Montecarlo), una finale persa di un soffio a Wimbledon e per il momento un bilancio di 64 vittorie e 10 sconfitte, in percentuale il migliore dal 2007. L’evaporare del mal di schiena, la nuova racchetta e una svolta «zemaniana» nel gioco quest’anno lo hanno rimesso in corsa quando molti lo davano ormai ai giardinetti con il passeggino, così ora può pensare in grande in un finale di stagione da urlo che comprende Basilea, Parigi-Bercy, la (male di Coppa Davis contro la Francia e il Masters di Londra dove potrebbe teoricamente riprendersi lo scettro del ranking. Molto dipenderà dalle doglie di Djokovic, è vero. Ma che fenomeno, il Patriarca.

 

 

La culla del tennis

 

Gianni Clerici, la repubblica del 13.10.2014

 

La Palla de Rachetta deve essere al peso di ‘oncia sottile e di diametro once una e tre quinti, usi il Maestro grande diligenza perché più che sia possibile riesca forte, dura e ben tonda». Andavo rileggendo e mormoravo, in treno. «Acciocchè la palla riesca commoda al giuocatore conviene che la pelle sia non rugosa ne dura, ma asciutta pulita e ben tirata. Et il pelo di lana, del qual s’empie, deve esser pulito, e ben purgato, e cacciato nella palla piano, ben disteso, e in comporla insieme usisi ( 70) solenne diligenza…». A questo punto il mio giovane vicino di posto, sul Freccia Rossa, non si è più trattenuto, ha abbandonato il suo congegno elettronico, per dirmi «Ma scusi, che lingua parla lei?». Gli È stato anche fondato il Club della Baletta da parte di studiosi e appassionati di tennis ho sorriso, spiegandogli che quella non era purtroppo la mia lingua, ma l’italiano del ‘500, del Rinascimento, e quel mio libriccino in pergamena dal quale andavo copiando era stato scritto da un mio antenato adottivo, Antonio Scaino da Sale), che l’aveva dedicato al Duca Alfonso II di Ferrara, chiarendogli un dubbio sorto durante una partita di tennis. «Tennis!» esclamò il giovanotto. «Ma cosa mi dice mai. H tennis l’hanno inventato gli inglesi, credo nel 1800». .Temo di no, mio giovane amico. gli sorrisi ..Pensi che io sto tornando daJesi, in seguito alla scoperta di sei di quelle palline, o meglio balette, di cui avevo preso a scrivere, con la mia vecchia penna». «Palline? Scoperte come?. si incuriosi lui. «Le avevano buttate in un pozzo, vicino al Palazzo della Signoria, per ritrovarle nel 1936 e dimenticarJesi è la capitale dello Sport Europeo 2014. E massimo detentore al mondo di Balette le di nuovo, sinchè La Direttrice dei Musei, Loretta Mozzoni, le avrebbe ricoverate in una vetrina e l’avrebbe fatto sapere a un gruppo di persone tanto bizzarre da occuparsi di cose simili». «Ma sono le prime che saltano fuori?» domandò lui più interessato che incredulo. »Con queste siamo arrivati a sedici» compitai. «Una l’ha trovata il Professor Nonni nel Palazzo dei Montefeltro a Urbino. Altre sei molto recentemente a Mantova, dal Professor Bazzotti, tre nel Palazzo Te, e tre nella Basilica Latina di Santa Barbara. Insomma, siamo a sedici». «E siete sicuri che siano del 1500?». «Quasi, anche se proveremo a fare una prova di laboratorio con il carbonio». Sempre più interessato, il giovanotto passò a considerare «Saranno rare? Ma chissà quante ne hanno gli inglesi. «Neanche mezza, risposi – il britannico Club ge *** mellato col nostro Club dei Collezionisti, di Franco Alciati, ha parlato di due che un viaggiatore britannico di molti anni fa aveva trovato giusto in Italia». «Sembra incredibile, continue) il giovane, e in altri paesi, ce ne sono?». «Saranno stati molto sfortunati, ma non ne hanno ritrovate neanche mezza né in Francia, che ha dato probabilmente il nome al Tennis, (da Tenez, prendete), né in Spagna, di dove ci venuta la prima immagine del Tennis, del 1393, (milletrecentonovantré) scoperta nella Cattedrale di Barcellona». Il giovanotto aveva smesso di scuotere il capo, e il suo sguardo aveva assunto maggior curiosità, e considerazione. »Così vi siete fatti un bel week-end credette di concludere. Così abbiamo fondato il at della Baletta, grazie anche a una Signora che studia il tennis dei Savoia, Sandra Castellani, a un giovanotto che ha scoperto un campo di un papa che giocava in Vaticano, Egizio Trombetta, e a un professore della Normale, Alessandro Tosi, che ci ha mostrato un ritratto del principino Ubaldo della Rovere con racchettina di legno.»Insomma, è una gran scoperta questo, come chiamarlo, Sport delle Balette?». Diciamo che forse Wimbledon era già stato inventato dalle no-sire parti, e che Jesi sarà quest’anno la capitale dello Sport Europeo. E inoltre il massimo detentore al mondo di Balette».

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