ATP: campioni e record delle Finals

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ATP: campioni e record delle Finals

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TENNIS – Nei primi anni della sua storia era il Masters Grand Prix, poi ATP Tour World Championships, Tennis Masters Cup e adesso Barclays ATP World Tour Finals. Ma un elemento è rimasto costante nel tempo: lo spettacolo tra le grandi personalità del tennis

Smith s’inchina ad Ashe, ma vince il round robin a Tokyo – Stan Smith di Pasadina, California, ha giocato il suo ultimo torneo prima di arruolarsi nelle forze armate vincendo il Gran Prix Masters e $50.000 di premio, nonostante abbia perso l’ultimo match contro Arthur Ashe.
Questo è il titolo del New York Times il 16 dicembre 1970: il conflitto in Vietnam era in corso, Nixon era da poco entrato in carica, ma i compiti richiesti a Smith dal US Army non erano relativi a missioni sul campo dall’altra parte dell’Oceano Pacifico, bensì al reclutamento e alle visite nei centri ospedalieri dei feriti e mutilati di guerra, con lo scopo di rafforzare il morale.

Quarantaquattro anni fa prende così avvio l’appuntamento che incorona il giocatore migliore della stagione, quello che oggi è chiamato Barclays ATP World Tour Finals.
Smith vince l’edizione inaugurale a Tokyo secondo la regola del round robin, prima che Ilie Nastase esca vittorioso quattro volte su cinque finali consecutive disputate: 1971 a Parigi (round robin), 1972 a Barcellona contro Smith, 1973 a Boston contro Okker, 1974 sconfitto a Melbourne contro Vilas, per poi riprendersi il titolo nel 1975 a Stoccolma alle spese di Bjorn Borg.

Dal 1977 al 1989 il Masters si stabilisce al Madison Square Garden di New York, dove Lendl colleziona nove finali consecutive conquistandone ben cinque e vincendo così le edizioni ’81 (Vitas Gerulaitis), ’82 (McEnroe), ’85-’86 (Becker) e ’87 (Wilander). Jimmy Connors si mette in tasca la prima edizione in scena al Madison surclassando Borg con un 6-4 1-6 6-4. A soli diciannove anni McEnroe conquista il primo titolo nella sua città natale nel 1978, per poi ripetersi nel 1983 e 1984 impedendo a Lendl di imporsi con un record di titoli vinti che sarebbe stato difficile da battere negli anni.

Arriviamo rapidamente alla fine degli anni ’80, quando ormai le racchette in grafite e kevlar sono una realtà consolidata e si assiste al passaggio del testimone tra nuova e vecchia generazione di giocatori. Nel 1988, da numero 4 del mondo, il ventunenne Boris Becker toglie a Lendl l’ultima possibilità di raggiungere la decima vittoria in una partita lunga cinque sets (5-7 7-6 3-6 6-2 7-6,) mentre il tedesco si aggiudica il primo titolo dei futuri tre(1988, 1992, 1995) su sei finali disputate. Tra queste c’è anche l’incontro del 1996 contro Pete Sampras ricordato come tra i più avvincenti della decade dove l’americano riesce a piegare il tedesco dopo ben quattro ore di battaglia, 58 games giocati e nonostante i 32 aces e 38 colpi vincenti subiti.
Sampras si aggiudica cinque edizioni del Masters (1991, 1994, 1996, 1997 e 1999), numero che gli permette di posizionarsi al secondo posto della classifica dei titoli vinti a pari merito con Ivan Lendl.

Nel decennio 1990-1999 l’appuntamento è chiamato ATP Tour World Championships e i primi sei appuntamenti si disputano a Francoforte, per poi spostarsi per i restanti ad Hannover. In questo periodo gli americani la fanno da padrone, non soltanto con Sampras, ma anche con Agassi, vincitore nel 1990 mentre Courier e Chang restano incastrati nel ruolo di finalisti.

Il 2000 è l’anno magico di Gustavo Kuerten, grazie ai cinque titoli conquistati nell’anno, tra cui il secondo Roland Garros e Il Master di fine anno disputato sui campi di Lisbona diventando così il secondo sudamericano ad essersi aggiudicato la Masters Cup dopo Vilas.
Lleyton Hewitt riesce a mettersi in tasca tutti i titoli che riesce ad acchiappare nella fase di transizione tra un Sampras incostante che vede avvicinarsi l’ora del ritiro e un Federer ancora acerbo. Così l’australiano si aggiudica l’appuntamento casalingo nel 2001 a Sydney e si conferma l’anno successivo a Shanghai.

Arriva il 2003 e con sé porta l’uragano svizzero di nome Roger Federer, che in quell’anno conquista il suo primo Wimbledon e a cui si aggiungono altri sei titoli, tra cui la Masters Cup, dove ammutolisce in finale un Agassi inchiodato al centro del campo, mentre Roger lascia andare un lungo linea dietro l’altro (6-3 6-0 6-4).
Tra il 2003 e il 2013 si sono disputate undici edizioni del torneo, Federer è stato tra i finalisti in otto di queste e ha portato a casa il numero straordinario di sei titoli, record che gli permette di condurre la classifica dei giocatori con il maggior numero di trofei del Masters di fine anno.
Il record nel rapporto tra numero di match vinti e persi era detenuto da Lendl con 39/10, ma Federer ha risalito rapidamente la classifica attestandosi al primo posto con 44 vittorie su sole 55 partite giocate.
Se si parla invece del maggior numero di anni in cui è rientrato tra i migliori otto giocatori dell’anno, per adesso, Roger si deve accontentare del secondo posto con 13 qualificazioni al Masters contro le 14 di Agassi in vetta alla classifica.

La O2 Arena di Londra ha visto gli ultimi due trofei cadere nelle mani di Djokovic, il favorito numero uno anche per l’edizione di quest’anno, ma speriamo che la concorrenza sia più che agguerrita perché ci aspettiamo grande spettacolo e colpi eccezionali.

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