Masters interviste, Djokovic: "Riesco a rispondere meglio indoor"

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Masters interviste, Djokovic: “Riesco a rispondere meglio indoor”

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TENNIS ATP WORLD TOUR FINALS INTERVISTE – Incontro di round robin, N. Djokovic b. M. Cilic 6-1 6-1. L’intervista del dopo partita

 

Hai battuto Marin molte volte, ma questa volta sei andato oltre. La vecchia guardia sta marcando il territorio?
Vecchia guardia (sorride)? Grazie. Non mi sento parte della vecchia guardia ma dato che sono diventato padre, ok, mi posso considerare tale. Speravo di raggiungere questo status non così presto nella mia carriera, ma va bene. È stata una grande partita. Speravo di giocare proprio così. Mi stavo preparando per questo match. Sapevo già da un settimana che avrei giocato contro Marin alle 8 (le 9 italiane, NdT) di lunedì. Il mio team ha fatto un buon lavoro. Abbiamo pensato ad un piano. Io sono entrato in campo e l’ho eseguito molto bene. Il suo debutto alle Finals si è fatto sentire in termine di nervi. Lo potevi vedere che non era a suo agio. Ho cercato di usare la mia esperienza per giocare su questo campo, che è abbastanza diverso dagli altri.

Stan ha vinto 6-1 6-1. Tu hai vinto 6-1 6-1. Sono risultati sorprendenti per un torneo del genere?
Penso di sì. Parlando realisticamente, forse eravano entrambi i favoriti del match. Ma vincere 6-1 6-1 è qualcosa che la gente non si aspettava. Come noi, del resto. Ma, ripeto, abbiamo giocato un gran bel tennis. Sono sicuro che il nostro match sarà interessante.

Correggimi se sbaglio, ma credo che tu non perda indoor da quando perdesti contro Querrey a Parigi Bercy. Che cosa è cambiato? Quattro anni fa, probabilmente, la tua superficie preferita era il cemento. Ora sembra l’indoor? È giusto? Dove ti senti più a tuo agio?
È difficile dirlo. Mi piacciono i campi in cemento. Amo giocare sulla terra. Sull’erba non vado male (sorride). Indoor sono andato molto bene negli ultimi anni. Non gioco molti eventi indoor. Solo due, a dir la verità, Parigi e Londra. Ho un sacco di tempo per prepararmi per questi eventi indoor. Mi diverto davvero. Mi hanno chiesto come sento la risposta indoor rispetto all’outdoor. È diverso perché è meglio per chi risponde. È meglio anche per chi serve, ma penso sia meglio per chi risponde perché la palla più o meno rimbalza sempre allo stesso modo per cui puoi anticiparla meglio.

Se Federer vincesse la Coppa Davis, pensi che questo cambierebbe qualcosa nella sua carriera? Poi: l’anno scorso, quando venisti qui, criticasti in maniera molto dura il modo in cui era stata affrontata la questione doping. Non ti fidavi. Dicesti che non erano stati professionali. Mi chiedevo se, un anno dopo, sei ancora della stessa opinione o no. Che cosa pensi di Troicki, che sta per tornare in top-100?
Per quanto riguarda la prima domanda: vincere la Coppa Davis è qualcosa di davvero speciale perché è una competizione a squadre, l’unica che abbiamo nel nostro sport. Per cui credo che questo motiverà moltissimo Roger. Probabilmente è l’unica cosa che non ha vinto. Guardando alla sua carriera e a quello che ha raggiunto, non penso che un titolo di Coppa Davis avrà un grande impatto. Sicuramente significherà molto per lui. Sappiamo tutti che è molto difficile vincerla perché non la vinci da solo. È merito della squadra. Sono sicuro che avrà tanta motivazione, ma non penso che influenzerà la sua carriera. Per quanto riguarda la seconda domanda, ho sempre la stessa opinione su quando è successo a Viktor. Parlo del suo caso specifico. Non andrei oltre perché quello che dovevo dire l’ho detto. Sono felice che sia tornato a giocare. Penso stia facendo un grande ritorno. È vicino alla top-100, non so se sia già dentro o ci sia vicino. Sarà nel main draw degli Australian Open, il che è incredibile se consideriamo che ha ripreso a giocare a fine luglio. In quattro, cinque mesi è riuscito ad arrivare dov’è, partendo da zero. Sono molto contento per lui, è un mio caro amico.

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