Allora cari lettori, come la mettiamo con la Coppa Davis che è ....di Federer?

Editoriali del Direttore

Allora cari lettori, come la mettiamo con la Coppa Davis che è ….di Federer?

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TENNIS COPPA DAVIS – LILLE – Tante discussioni sui diversi meriti di Roger Federer e Stan Wawrinka. Ma il giornalismo moderno (che non mi trova in sintonia) deve tenere conto anche di quel che vuol leggere l’opinione pubblica. Spiegando perchè può essere ingiusto (come ho tentato di fare). Ho scritto che sarebbe passata alla storia come la Davis di Federer nonostanti i grandi meriti di Wawrinka. Non ho scritto che condividevo

LILLE – Ho letto le immancabili critiche al mio editoriale intitolato “Il trionfo svizzero è più di Federer che di Wawrinka” sebbene avessi cercato di spiegare il perché, rifacendomi a quanto avrebbero scritto i media, tutti i media, e a quella che sarebbe stata percezione dell’opinione pubblica.

Evidentemente non mi ero spiegato bene, per alcuni. Per fortuna non per tutti. Qualcuno ha anche capito il parallelo Federer-Panatta e Wawrinka-Barazzutti, con i primi che facevano e fanno sempre più notizia, e i secondi che per una quantità di ragioni di vario tipo che ho provato a riassumere ed accennare, ne fanno meno anche se – in molti casi – non se lo meritavano o non se lo meriterebbero.

Il mio pezzo con quel parallelo è stato pubblicato alle 18,45 di ieri pomeriggio. Stamani diversi giornali italiani hanno ripreso lo spunto “Panatta-Barazzutti”. Mi fa piacere. Forse non era un spunto sciocco.

Come sempre, pur considerando e non di rado apprezzando le opinioni di tutti (che infatti trovano spazio su Ubitennis anche quando sono discordanti con le mie), vado dritto per la mia strada.

E quando stamani apro i 3 giornali che ho comprato (non so perché quelli italiani oggi non sono arrivati né a Lille né a Parigi) trovo che tutta la prima pagina dell’Equipe pubblica una foto gigantesca a tutta pagina di Roger Federer mentre si inginocchia appena giocato l’ultimo irresistibile e imprendibile drop-shot e lascia la racchetta che è ancora in volo. E un titolo che riguarda solo lui, Roger Federer, non la Svizzera, non Wawrinka: “UNIQUE!”.

Su “la Voix de Sports” altra foto in prima pagina di Federer, identica, con un altro titolo: “RESPECT”. Non compare né la squadra svizzera né Wawrinka.

Sull’International Herald Tribune l’articolo a dieci colonne (cinque doppie) che apre la pagina dello sport, firmato da Christopher Clarey (che ha mandato lo stesso articolo al New York Times) è titolato così: “Davis Cup victory adds a missing line to Federer’s resume” (La vittoria in Coppa Davis aggiunge una linea che mancava alla storia di Federer) e sotto su otto colonne vedo una foto di Roger Federer pancia a terra, testa sulle braccia e sulla terra battuta.

Nella didascalia si legge: “Roger Federer colpisce la terra (hit the clay) domenica dopo aver sconfitto Richard Gasquet nel loro match di Coppa Davis. Ha sigillato il trionfo della Svizzera”.

Che avranno mai pensato i lettori di tutti questi giornali (e di tutti gli altri che non sono riuscito a leggere)?

Eppure quanti vostri commenti ho letto che mi accusano di faziosità pro Federer, di iniquità nei confronti di Wawrinka, di aver sbagliato a mettere una foto di Federer anziché quella di tutta la squadra svizzera?

Dopo di che leggo oggi pomeriggio su Ubitennis quel che opportunamente ha “raccolto” la redazione, sotto il titolo (da me non suggerito…l’ho trovato anch’io proprio come voi sul sito una volta arrivato a Parigi con il TGV da Lille) “La stampa italiana celebra Federer più che la prima Davis svizzera” Un titolo che non si può non condividere.

Vedo infatti che il Corriere della Sera titola: “E’ Roger Cup, anche la Davis sedotta da Federer”, La Repubblica: “La prima Davis, Federer in lacrime”, la Gazzetta: “Federer, il tabù Davis sfatato…” il Corriere dello Sport: “Mito Federer, conquista anche la Davis”, La Stampa: “Davis alla Svizzera, Federer chiude il cerchio”, Il Giorno: “Federer definitivamente nella leggenda”.

Cari lettori di Ubitennis, e in questo caso mi rivolgo a quelli critici di sempre, stringiamoci la mano a rete come dopo un match di tennis tra amici – spero mi consideriate tale se venite spesso su Ubitennis – ma scusatemi se ve lo dico, stavolta in materia di giornalismo, di titolazione, di foto da pubblicare, noi di Ubitennis abbiamo proprio stravinto. Spero accettiate con fair-play la sconfitta.

Era una cosa così evidente per me quando ho scritto, nel poco tempo intercorso fra lunghe conferenze stampa e ancor più lunghe attese (soprattutto degli svizzeri che sono andati giustamente a ringraziare i loro tifosi, scolando insieme a loro già non so quante bottiglie di champagne…sembravano davvero un po’ brilli quando sono finalmente arrivati da noi, oltre che superallegri e quasi incapaci di rispondere…salvo che in un momento di grande lucidità di Wawrinka quando ha detto che per giorni e giorni i francesi sembravano pronti alla guerra e sembrava che nel loro quartiere tutto filasse alla perfezione, mentre in casa svizzera sembrava al contrario che tutto andasse malissimo), che non ho avuto il minimo dubbio sul fatto di aver individuato il tema che sarebbe prevalso su tutti i media.

Il personaggio Federer, con i suoi 33 anni e mezzi, con il suo palmares orfano di Davis, con il suo mal di schiena e una resurrezione impensabile dopo quanto visto venerdì contro Monfils, si sarebbe impossessato della scena, dei titoli, di quasi tutto.

Io sono perfettamente convinto che Wawrinka meriterebbe dieci in pagella perché ha giocato due match fantastici, demolendo nell’importantissimo match d’abbrivio il n.1 francese e l’unico dotato di un minimo di carisma e personalità (anche se handicappato dal male al gomito), e dando così a Federer la possibilità di svolgere un proficuo allenamento sui tre set, dopo che a seguito di 4 giorni di assoluto riposo, aveva giocato una ventina di minuti senza disputare un punto. E poi risultando, Stanimal, di gran lunga il migliore nel doppio.

Federer invece ha perso l’unico punto ceduto dagli svizzeri, quindi non meriterebbe più di 7 o 8…epperò ero certo – proprio come successe mille volte per Panatta nei confronti del Calimero, il pulcino nero sfortunato Barazzutti – che tutti avrebbero scritto e osannato lui, quasi dimenticando Wawrinka.

E, credetemi, se questo è quello che hanno fatto tutti i giornali del mondo – cui si sono aggiunte le immagini di tutte le tv (non un dettaglio da poco: i filmati mostravano solo i colpi più straordinari di Roger, da dritti imprendibili a volee fantastiche al drop-shot finale) – la percezione dell’opinione pubblica non potrà non esserne influenzata.

Per la gente comune, non solo la celeberrima massaia di Voghera o mia suocera, questa Davis è la Davis vinta da Roger Federer. E tale rimarrà, lo vogliate o no, sia giusto o no. Sono il primo a sapere che non è giusto. Ma è mio dovere far capire perché si affermerà ciò che non è giusto.

Agli addetti ai lavori non sfugge di certo che Wawrinka ci ha messo tanto del suo, forse più di Federer (io stesso nelle mie abbozzatissime pagelle a lui do 10 perché è stato perfetto, mentre a Federer non do più di 7 o 8 …perché all’inizio del doppio non era stato irresistibile e perché nel primo singolare era stato da 4), e Stan è stato decisivo ai fini di questo trionfo svizzero soprattutto quando a) ha vinto l’Open d’Australia dimostrando di essere molto più di una spalla, ma un top-player, b) ha telefonato a Federer per convincerlo a giocare contro la Serbia, facendogli quel discorso chiaro che sarebbe toccato al pavido Severin Luthi (figurarsi!).

Ma gli addetti ai lavori sono una minima parte rispetto ai non addetti ai lavori, alla cosiddetta opinione pubblica.

E a chi si rivolgono i media, soprattutto gli sponsor? Su chi contano i promoter organizzatori di esibizioni e tornei (con i famosi ingaggi): a pochi eletti o alla massa?

La domanda è retorica. Se nelle 12/24 ore successive al trionfo svizzero, tutto fa credere alla massa che questa sia stata la grande impresa di Roger Federer, e non quella di Stan Wawrinka, secondo voi fra qualche anno, la gente comune cosa si ricorderà? E i giovani che fra 10/20 anni andranno a leggere i risultati delle vecchie finali di Davis – così come quelli di oggi possono andare a rileggere gli albi d’oro degli anni 70 vedendo che Panatta portava a casa il punto decisivo anche se aveva perso un singolare da un giocatore dal quale Barazzutti non avrebbe perso se solo avesse potuto affrontarlo – secondo voi diranno: “Eh…ma fu quel tal Wawrinka a giocare meglio il doppio!”?

Cari amici lettori avrei la grande tentazione di dirvi che forse dovreste fidarvi un tantino più di me. Ma so bene che se lo facessi la maggior parte dei miei inflessibili critici reagirebbe come i miei figli quando gli faccio notare che forse ho avuto ragione io. Una scrollatina di spalle e via, “che palle papà!”.

E allora continuate pure a pensare che anziché la foto di Roger Federer avremo dovuto mettere in apertura quella della squadra svizzera con la Coppa sollevata in aria. E aggiungere nel sottotitolo: Federer avrebbe dovuto ringraziare Wawrinka.

Nel pezzo l’ho fatto capire più di una volta, ma i titoli, le foto, sono un’altra cosa. I titoli li si fanno perché la gente legga, commenti e dica la sua. Magari sbagliando.

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