TENNISPOTTING gennaio: Wawrinka e la fine dell'età adulta del tennis - Pagina 2 di 2

Rubriche

TENNISPOTTING gennaio: Wawrinka e la fine dell’età adulta del tennis

Pubblicato

il

Il giorno in cui Wawrinka smise di fallire
 

DELUSIONE DEL MESE
Daniele Vallotto: Trovare una delusione di gennaio è davvero difficile. Federer che perde contro Hewitt ma poi gioca un buon Australian Open? Djokovic che perde contro il miglior Wawrinka dell’anno? Murray che deve ancora ristabilirsi dall’infortunio? Oppure del Potro che si fa battere da Bautista-Agut (ma poi si scoprirà che i problemi al polso lo terranno fuori tutto l’anno)? Perfino Berdych (che ormai può farsi notare solo con gli outfit o con i selfie) ha fatto il suo! Un dato: agli ottavi, delle prime sedici teste di serie, hanno fallito l’accesso Raonic (battuto da Dimitrov al terzo turno), del Potro, Isner che non ha proprio partecipato e al suo posto ci finisce il lucky loser Robert, Haas, pure lui infortunato, e due come Youzhny e Gasquet battuti da due cagnacci come Florian Mayer e Robredo. A spulciare tutta la prima settimana, insomma, il momento più emozionante è stata questa innovativa prima di servizio di Andy Murray.

Claudio Giuliani: Mah, Berdych ha fatto il suo dici. Sono d’accordo. Anzi no. Questa poteva essere una ghiotta occasione per il ceco di centrare un’altra finale Slam dopo quella di Wimbledon (e poi chissà, di nuovo contro Nadal però infortunato questa volta…). Cioè: a New York nel 2012 Berdych perse in semifinale dal poi vincitore, Murray. Ci sta. A Parigi nel 2010 perse da Soderling, che sulla terra era superiore a lui. In quanti hanno temuto che Stan crollasse nel match successivo contro Berdych? Io avevo paura. Tomas però è stato il solito signore, altruista come pochi sul campo da tennis. Deluso quindi? Sì, ma anche no. Alla fine, leggendoti, penso che a gennaio delusioni vere e proprie non ce ne siano state. Federer che perde da Hewitt a Brisbane è un atto di cortesia, come quando si è ospiti in casa d’altri. Il resto dell’anno di Roger lo ha ampiamente confermato.

SORPRESA DEL MESE
Claudio Giuliani: Bisogna sempre dare un’occhiata ai giocatori che arrivano alla finale di uno Slam junior. Sapete chi se l’è giocata a gennaio? Alexander Zverev e Stefan Kozlov. Zverev lo conosceremo bene durante l’estate nel torneo di Amburgo dove raggiungerà la semifinale, battuto poi da Ferrer. Il tedesco, diciassettenne, è uno dei volti nuovi del tennis, una delle scoperte del 2014. Kozlov è americano di origine serba e ha 16 anni. All’Australian Open ha partecipato con la classifica di numero 1080 ATP. Si metterà in luce a fine estate, quando al Challenger di Sacramento, primo torneo diverso da un Future dove entra in tabellone principale, raggiungerà la finale perdendo da Querrey, guadagnando oltre 400 posizioni ATP. Ricordiamoci di questo gennaio 2014 in futuro perché sentiremo ancora parlare di questi due.

https://www.youtube.com/watch?v=TfOaU7UeYjo#t=5059

VIRGOLETTE

Daniele Vallotto: Non aggiungo nulla a quanto hai detto su Zverev e Kozlov (mi aspetto molto dal secondo, quindi sarà il primo, Zverev, a sfondare) per cui mi limito a ricordare forse il momento migliore di gennaio con le parole del pizzaiolo Wawrinka (copyright: Puppo&Semeraro) nella conferenza stampa post-finale. Giornalista: “Quali sono i tuoi piani di stasera?Wawrinka: “C’è una buona possibilità che mi ubriachi”.

ADDENDUM
Claudio Giuliani: A gennaio si è giocata anche la Coppa Davis. Questa manifestazione, appassionante come la replica di una qualsiasi puntata di Sentieri o Topazio quando non ci sono in campo i migliori (tutti i migliori, condicio sine qua non per dare un minimo di senso al tennis a squadre che già senso non ne ha), ha visto disputarsi il primo turno senza che la Spagna schierasse Nadal e Ferrer (1 e 3 del mondo), e con la Serbia che ha fatto a meno di Djokovic (e con Tipsarevic infortunato). Seriamente: possiamo dare credibilità all’edizione 2014 della Coppa Davis? Ah sì, vero, dimenticavo: la vincerà Federer, quindi avrà credibilità. (Già mi sembra di vedere le critiche e allora le prevengo: la storia della Davis, i numeri di questa competizione, e anche l’autorevole parere di Rino Tommasi – vogliamo discutere anche lui ? – hanno confermato che questa gara si può vincere anche con un solo giocatore forte. Tennis a squadre? Non con questa formula. Facciamo quattro singolari e due doppi come in serie A, poi ne riparliamo).

Daniele Vallotto: Giuliani e il colpo di coda su Federer. Dovevo aspettarmelo, eri stato troppo buono fino ad ora. Fondamentalmente sono d’accordo con te anche se c’è qualche ma. Innanzitutto la questione avversari: non è certo colpa dei vincitori se ci sono degli assenti. Vale per chiunque e vale anche per la Coppa Davis. Ci sono stati degli anni in cui la Davis è stata più competitiva, sicuro, ma ciò non toglie che chiunque la vinca non se la sia meritata. Su Federer e la Davis è stato detto di tutto: quest’anno ha deciso di partecipare, lo ha fatto anche rinunciando un po’ ai suoi obiettivi (per me avrebbe giocato la finale del Masters se non ci fosse stata la Davis la settimana successiva) e quindi non gli si può rimproverare nulla, compresa l’assenza dei migliori. Personalmente credo che la Davis non aggiunga nulla alla carriera di Federer e lui in qualche modo l’ha detto nella conferenza stampa post vittoria: “L’ho fatto per la squadra, non per me: ho vinto abbastanza nella mia carriera” sottintendendo che l’impegno non è stato certo profuso per soddisfare la propria voglia di successi. E del resto il Federer che vinceva tutto non ha praticamente mai giocato in Davis per non compromettere la preparazione. Tuttavia Federer ha dimostrato che la Davis può ancora accendere gli appassionati: il clima a Lille era molto suggestivo e finalmente si è tornati a respirare l’aria di una volta. Anche questo è un risultato mica da ridere. Insomma, era forse l’ultimo treno rimasto e da buon svizzero Federer è stato puntuale. Non ingigantiamo il suo valore, d’accordo, ma nemmeno bolliamo questa vittoria come qualcosa di scontato.

Claudio Giuliani: Scusa ma a passare subito da bastian contrario con pregiudizio sul grandissimo Roger Federer non ci sto. Dici che sei d’accordo con me in risposta. Poi dici che gli assenti hanno sempre torto. Poi dici che chi vince una competizione la vince meritevolmente. Bravo Daniele, il premio #GAC (locuzione romana) del mese di gennaio è tuo. Cordialità.

MOMENTO “OCCHI DEL CUORE”
Claudio Giuliani: Non capita tutti i giorni di entrare in campo con lo speaker che dice di fronte a migliaia di spettatori: “Ladies and gentleman, would you please welcome, to his own arena, Mr Rod Laver”. Laver entra in campo in pantaloncini e con un gilet sopra la polo. Gilet color panna, manco a dirlo. Lo accoglie Roger Federer, che gli stringe la mano mentre la folla si alza in piedi ad applaudire. I due sono microfonati e iniziano a palleggiare, con Laver che cerca subito la diagonale sul rovescio di Roger. Vecchio marpione. Poi va nella sua zona di campo, la rete  (“Maybe i’m better up here” dice), dove palleggia con Roger visibilmente emozionato. Tutti in piedi per queste due leggende del tennis, momento veramente da ricordare.

TWEET DEL MESE
Daniele Vallotto: Ringraziando Claudio per aver incluso anche me tra i premiati di questa fantastica kermesse, chiuderei il primo mese dell’anno con la prosa surrealista di Andy “Breton” Murray, sempre molto attivo e creativo su Twitter. Un po’ come quando gioca, insomma.

Pagine: 1 2

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement