WTA Ranking, 2013 e 2014 a confronto

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WTA Ranking, 2013 e 2014 a confronto

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Serena Williams, US Open 2014 (foto ART SEITZ)
 

TENNIS WTA RANKING – Come è cambiato il tennis femminile nell’arco dell’ultimo anno? Serena Williams sempre n.1, ma Azarenka è in crisi e Li Na non c’è più. Vediamo quali sono tutte le novità.

La stagione si è conclusa ed è tempo di bilanci. Come è cambiato l’assetto del tennis femminile da un anno a questa parte? L’osservatore superficiale potrebbe dire: non molto, Serena Williams, a 33 anni, è sempre la n.1. Tuttavia, dietro l’americana, le novità sono molte. Vediamole.

LA TOP TEN

Il confronto tra le classifiche di fine stagione del 24 novembre 2014 e di fine 2013 mostra una top ten parzialmente modificata, con quattro nuovi ingressi. Le debuttanti assolute sono Halep, Bouchard e Cibulkova, ma non mancano i piacevoli ritorni (Ivanovic, al n.5). Azarenka (n.31) e Li (ritirata), rispettivamente n.2 e n.3 nel 2013, sono ovviamente le grandi assenti. A loro si affiancano Errani e Jankovic, precipitate intorno alla 15a posizione.

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Alcuni numeri:

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Serena Williams ha terminato la stagione in top ten 13 volte in carriera, quattro al n.1. La miglior striscia è stata dal 1999 al 2004 quando restò tra le dieci per sei anni di fila. L’altra atleta a condividere con Serena il prestigioso traguardo di n.1 a dicembre è Wozniacki: le è riuscito per ben due anni di fila, nel 2010 e nel 2011. Né Ivanovic né Sharapova (le altre due ex n.1 in top ten) hanno avuto questo privilegio. L’americana, inoltre, è stata eletta per la sesta volta migliore giocatrice dell’anno battendo la concorrenza di Simona Halep, Maria Sharapova, Petra Kivitova, Ana Ivanovic e Li Na.

Sono sei le atlete che negli ultimi tre anni sono state una costante in top ten a fine stagione: Williams (da 3 anni), Sharapova, Radwanska e Kvitova (4), Wozniacki (6), Kerber (3). La tedesca è l’unica del gruppo a non aver fatto almeno una finale Slam ma la continuità di risultati l’ha portata a restare ininterrottamente in top ten dal 21 maggio 2012, con picchi fino al n.5 prima di assestarsi in posizioni dalla 6 alla 10.

Tra le nuove entrate, quella che ha scalato maggiori posizioni è senz’altro Bouchard, tant’è che è stata premiata dalla WTA come “Most improved player”. La canadese a fine 2013 era n.32, oggi si trova al n.7, con un best ranking di n.5. La classifica di Eugenie è frutto, sostanzialmente, di tre semifinali nei primi tre slam dell’anno, contrariamente a Cibulkova, che deve il suo n.10 più che altro alla sola finale agli Australian Open (1300 punti dei 3052 ottenuti).

Ana Ivanovic è un gradito e inaspettato ritorno a alti livelli. Dopo due anni in cui sembrava già un miracolo averla recuperata in posizioni di media classifica (n.13 nel 2012, n.16 nel 2013), credo che nessuno avrebbe scommesso di rivederla addirittura in top5 nel 2014. Ana non ha entusiasmato negli Slam (a parte i quarti raggiunti agli Australian Open, sconfiggendo Serena) ma è comunque reduce da un anno decisamente positivo, con 4 tornei vinti (Tokio, Birmingham, Monterrey, Auckland), due finali (Cincinnati e Stoccarda) e altrettante semifinali (Pechino e Roma).

Halep, invece, non può essere considerata una sorpresa: già nel 2013 si era fatta notare con 6 vittorie in altrettante finali e il n.11 a termine della stagione, tanto da essere indicata fin da allora come una delle probabili protagoniste del 2014, cosa che si è puntualmente avverata.

E nel 2015 cosa ci aspetta? Gli interrogativi sono sempre gli stessi. Chi sarà la n.1? Si riconfermeranno Halep, Bouchard o Ivanovic? Chi entrerà in top ten? Vecchie conoscenze come Pennetta o Petkovic? Oppure Muguruza, Pliskova? Chi uscirà? E quale sarà il destino di Azarenka? Impossibile fare previsioni attendibili. Possiamo solo avanzare congetture che restano nel campo delle sensazioni personali, eventualmente mutuate dalla circostanze attuali.

LE POSIZIONI DALLA 11 ALLA 20

La top 20 è profondamente mutata. Con Halep e Ivanovic migrate in ben più alte posizioni, Errani e Jankovic in preoccupante discesa, Suarez Navarro è l’unico nome presente tra le venti sia nel 2013 che quest’anno. E non è una nota positiva per la spagnola. Dopo essere passata dal n.34 al n.17 in dodici mesi, era attesa a un ulteriore salto di qualità (che non c’è stato) nel 2014. A onore del vero, bisogna ricordare che Carla ha raggiunto il suo best ranking (n.14) a settembre. È davvero questo il massimo al quale può aspirare? O il talento della spagnola la destinerà a ben altre posizioni? Personalmente la vedrei bene in una posizione dalla 8 alla 12, ma temo che tale traguardo sia strettamente connesso a un miglioramento della tenuta mentale.

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Vediamo nel dettaglio chi sale e chi scende. La più grande delusione è sicuramente Stephens. In un anno è crollata di 24 posizioni, fino al n.36. Nel 2014 l’americana non ne ha azzeccata una: 8 uscite al primo turno, il 4° turno in Australia e a Parigi sono stati i migliori risultati Slam, negli altri tornei è arrivata al massimo ai quarti in due occasioni, a Indian Wells e a Birmingham.

A parte Stosur (-4, n.22), che resta comunque in contatto con le migliori, e Bartoli, ritirata, anche tutte le altre top20 del 2013 perdono moltissime posizioni. Vinci segna -33 posti (n.47), Flipkens -25 (n.45), Lisicki -11 (n.26) e soprattutto Kirilenko, complice un infortunio, si ritrova catapultata dal n.19 al n.190. Di queste, la tedesca è forse l’unica con reali possibilità di riavvicinarsi alla top 20 in breve tempo: dopo Wimbledon è precipitata dal n.19 al n.33, ma è riuscita a risalire fino al n.24 in settembre per poi assestarsi intorno al n.26.

Delle nuove top20, sono solo 2 quelle davvero mai viste in posizioni così alte: Makarova (n.11), e Muguruza (n.20). La spagnola è quella che ha fatto più strada in assoluto: ben 43 posizioni in più rispetto al 2013 e risultati rimarchevoli, come i quarti al Roland Garros e gli ottavi in Australia, la vittoria a Hobart partendo dalle qualificazioni, la finale a Florianopolis e le semifinali a Sofia, Tokio e Marrakech. Muguruza ha un bilancio di vittorie/sconfitte pari a 3/5 contro le top ten (tra cui spicca lo scalpo di Serena Williams a Parigi) e di 7/2 contro le top20, a dimostrazione che contro le migliori (di seconda fascia) difficilmente si fa sorprendere. La classifica di Makarova è la conseguenza soprattutto degli ottimi risultati negli Slam (semifinale a New York, quarti a Londra, 4° turno in Australia). La russa però, ha la possibilità, se riuscirà a far rispettare le gerarchie nei tornei di inizio anno, di entrare a breve in top ten.

Tutte le altre sono atlete già viste a questi livelli se non addirittura in posizioni ben più alte: Safarova (n.16) aveva già terminato al n.17 il 2012, Pennetta (n.12), Petkovic (n.13) sono ex top ten, Venus Williams (n.18) non ha certo bisogno di presentazioni e Cornet (n.19) è stata n.11, seppur nel lontano 2009.

Anche in questo caso, i dubbi sono quelli più scontati e riguardano i destini delle atlete ormai da anni nel Tour, come Pennetta e Venus Williams, o in crisi (Jankovic, Errani), oppure i nomi delle prossime rivelazioni.

LA TOP 100

Per le atlete dalla posizione 21 alla 100, l’analisi che ho deciso di condurre riguarda le nuove entrate, le atlete che hanno lasciato la top100, i progressi più evidenti e le conseguenti retrocessioni. Per semplicità, riporterò delle tabelle che sono più indicative di mille parole. Lascio a ciascuno di voi andare a controllare la sorte della favorita.

Hanno salutato la top100 25 atlete. Queste sono:

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Rimarco, brevemente, gli scivoloni di Hampton (-301), Robson (-885) e Medina Garrigues (-355), davvero clamorosi. Al loro posto ci sono:

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Di queste, però, solo 12 sono per la prima volta in carriera in top100: Bencic, Diyas, Smitkova, Rogers, Siniakova, Diatchenko, Friedsam, Konjuh, Brengle, Gibbs, Zheng e Mestach.
Ecco le 30 atlete che hanno guadagnato più posti:

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È lapalissiano che entrare in top100 da posizioni molto svantaggiate sia sinonimo di grandi balzi in avanti. Non stupisce che nei primi 18 posti ritroviamo le atlete della tabella precedente. Se però confrontiamo le due liste, facendo un lavoro di sottrazione, vediamo che:

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Giorgi è la seconda giocatrice ad aver fatto più progressi in un anno tra quelle già presenti in top100 a fine 2013. Al primo posto c’è una sorprendente Zahlavova Strycova, al 3° Pliskova, al 4° Muguruza e al 9° Bouchard. Pennetta è 12a.
Ecco invece le atlete che ne hanno perso più posizioni, pur restando in top100:

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In questa tabella spiccano le già citate Azarenka e Stephens, ma anche i nomi di tutte le italiane, ad eccezione di Giorgi e Pennetta: Schiavone, Vinci, Knapp e Errani.

LE GIOVANI

Si potrebbe dibattere sull’accezione del termine “giovane” applicato al tennis. Nelle mie analisi del ranking, l’ho sempre identificato con le giocatrici al di sotto dei 20 anni di età. Tuttavia, in questo specifico contesto, ho voluto comprendere nel gruppo anche le atlete nate nel ’93 e nel ’92, in modo da avere una visione d’insieme del movimento che fosse più completa possibile.

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Salta subito all’occhio che Keys è l’unica rappresentante del ’95 in top100 (che ci sia una sorta di buco generazionale?). Anche le atlete del ’97 e del ’96 non sono molte ma Konjuh, Bencic (“Newcomer of the year”) e Siniakova sono quelle che hanno marcato i progressi più evidenti nell’annata (come dimostra la tabella successiva), mentre Vekic è una conferma, essendo già il secondo anno che termina in top100.

tab10Il numero totale di giovani al di sotto dei 22 anni resta lo stesso: erano 30 sia nel 2013 sia quest’anno. La differenza sta nella quota di coloro che sono tra le cento per la prima volta. Nel 2014 sono 10, cinque in meno rispetto a dodici mesi fa.

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È logico parlare di un rallentamento del ricambio generazionale? Questa sensazione è avvalorata dall’età media delle top100, che nel 2014 si alza lievemente (25,05) rispetto al 2013 (24,81).

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Ma se si va a vedere la media dell’età nei primi posti, la tendenza cambia:

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Abbiamo infatti una top ten più giovane di quasi un anno e nel complesso anche l’età media della top50 si abbassa, seppur impercettibilmente, ad indicare che il flusso delle nuove leve verso le zone alte della classifica non si è interrotto.

LE NAZIONI

Da un anno a questa parte abbiamo perso in “diversità”: nel 2013 erano 37 le nazioni nella top100 mente quest’anno sono scese a 33. Sono rimaste indietro Israele, Tailandia, Argentina, Brasile e Taipei, ma abbiamo ritrovato la Bulgaria di Pironkova (n.38). Gli Stati Uniti sono la nazione più rappresentata (12 atlete), seguite da Repubblica Ceca (8), Russia e Germania (7), Italia (6). Le prime 5 in termini numerici coincidono con i vertici del Nation Ranking visto durante tutto l’anno.

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USA, Russia e Romania  guadagnano una giocatrice in più, ma il loro ranking medio si alza. Peggiorano leggermente Italia e Serbia. Mentre la Serbia ha una top ten e una top15, benchè non più giovanissime, e può contare su nuove leve che avanzano (Jovanovski, n.57, Krunic, n.102, Jaksic, n.130), il problema dell’Italia è proprio legato al ricambio generazionale. L’età media delle top100 italiane è approssimativamente di 29 anni e solo Giorgi è del ’91. Dietro di lei, le prime “giovani” sono Barbieri (’91, n.204) e Burnett (‘92, n.240).

Migliorano il ranking medio la Germania, pur assestandosi a 7 atlete in top 100 anche nel 2014, la Francia e la Spagna, che perdono una giocatrice ciascuna, e la Repubblica Ceca.

Quest’ultima è in grande crescita: ha tre atlete in più rispetto all’anno scorso e abbassa il ranking medio di quasi 10 punti. Considerato che due dei nuovi ingressi in top 100 sono le giovanissime Siniakova e Smitkova, saranno loro la prossima superpotenza del tennis mondiale?

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