TENNISPOTTING febbraio: il ritorno dello Jedi Federer

Rubriche

TENNISPOTTING febbraio: il ritorno dello Jedi Federer

Pubblicato

il

Roger Federer al Dubai Duty Free Tennis Championship
 

TENNIS TENNISPOTTING – Gennaio, per l’appassionato di tennis, è forse troppo. Un mese e mezzo di astinenza, poi un paio di esibizioni, un paio di 250 e poi boom, il primo Slam dell’anno. Un contentino che in realtà è un contentone che ti stende. Una parmigiana di melanzane dopo un mese e mezzo di bacche e radici. Ed è per questo che l’attenta dieta dell’appassionato deve osservare un mese di rilassamento calorico, con tornei poco grassi e ricchi di fibre. Febbraio serve a digerire per evitare l’indigestione, insomma. Questo delirio gastronomico serve a giustificare delle scelte che saranno per forza di cose difficili. Febbraio è un mese in cui si può ricadere nel panico di dicembre, nell’astinenza che costringe l’appassionato a cercare disperatamente nuovi fenomeni anche dove ce ne sono, a scovare spettacolo là dove c’è ombra, a predire una stagione che deve ancora dire tutto. Ci sono dodici tornei, ma al pubblico generalista ne interessa solo uno: il 500 che si crede un 1000, il Dubai Duty Free Tennis Championship

A cura di Claudio Giuliani e Daniele Vallotto

TENNISTA DEL MESE
Daniele Vallotto: Troppo facile dire Roger Federer? Sì, forse, o forse no ma insomma il tennis che mostra lo svizzero a febbraio, nel primo torneo dopo la severa lezione nella semifinale degli Australian Open, è tutt’altro che facile e dà l’idea di quello che sarà il resto della stagione del vecchietto. Per cui scelgo lo svizzero, che a Dubai torna a battere Djokovic sul cemento dopo un anno e mezzo e lo fa in rimonta, come mai gli era accaduto. Poi in finale Roger doma Berdych in una partita nient’affatto scontata, ancora in rimonta, e torna a vincere un torneo che gli ha sempre dato grandi soddisfazioni. È il primo torneo che vince nel 2014 e i suoi tifosi cominciano a ben sperare per il resto dell’anno: da Dubai in poi il 2013 sembra soltanto un brutto ricordo. Al di là di Federer, si potrebbe parlare di Cilic, che torna a farsi vedere nei piani alti della classifica. Marin però vince tornei minori e soprattutto deve ancora farci vedere il meglio che può offrire. Per me febbraio è il mese che ci ha ridato Roger Federer e scusate se è poco.

Claudio Giuliani: Sì, Daniele troppo facile. Non stiamo qui a fare il riassunto della scuola elementare, in cui bastava ricordare che tizio era andato a fare la spesa e aveva portato a casa cinque mele per prendere un bel buono, se non c’erano orrori d’ortografia. Cerchiamo di essere più profondi. (Sono certo che troverai modi e tempi lungo questa nostra antologia per restituirmi il “rimprovero”). Io dico Fabio Fognini. Dapprima avevo scelto Cilic, perché vincendo a febbraio due tornei (a Zagabria in Croazia, per fare bella figura davanti il pubblico di casa e sul cemento americano di Delray Beach, dove ha battuto Anderson e Isner, due che sul cemento all’aperto io personalmente non vorrei mai incontrare) si era rifatto sotto in classica, portandosi alla posizione numero 25. Però poi ho riflettuto: premiare uno come Cilic che torna al n. 25, lui che è stato top 10? No. Ha fatto meglio Fabio Fognini, vincitore del torneo di Vina del Mar e poi finalista a Buenos Aires, dove si è arreso a Ferrer sulla terra. C’è cosa più onorevole che perdere da Ferrer sulla terra quando Nadal non è in giro? Fognini a febbraio è diventato numero 14 del mondo e io ero under 16 quando Gaudenzi e Camporese frequentavano quelle zone di classifica. E allora, anche per una captatio benevolentiae nei confronti dei suoi tifosi, noi che siamo fra i pochi a non essere teneri con Fabio quando si produce nei #FognaMoments, io dico che Fognini è il giocatore del mese di febbraio.  Tu dici che febbraio è noioso, io dico invece che febbraio è il mese della libertà del tennista. Febbraio è uno dei pochi mesi in cui i giocatori possono sbizzarrirsi nella programmazione: giocare sulla terra se amano la terra, riscaldarsi al freddo dei tornei indoor o sudare fino alla morte in America.

Daniele Vallotto: Giuliani sciovinista dovevo ancora conoscerlo, bene così. No, Fognini per me non merita il primo posto. Bravo a vincere un torneo non banale ma Almagro e Leonardo Mayer sono fin troppo alla sua portata. Avesse vinto Rio allora poche chiacchiere, ma la stesa piuttosto severa – al di là del punteggio e di questo magnifico punto – che gli riserva Ferrer è di quelle dure da mandar giù. E comunque io nei temi delle elementari non ho mai preso meno di distinto, tsk.

DELUSIONE DEL MESE
Claudio Giuliani: La mia delusione di febbraio per me ha il nome di Paolo Lorenzi. Ma non per lui, bravissimo ad arrivare in finale a San Paolo battendo anche Tommy Haas fra gli altri, ma per come è finito il torneo. Ha affrontato l’argentino Delbonis in finale, affamato come l’italiano di vittorie nell’ATP visto che entrambi avevano uno zero alla casella titoli. Ci ha perso al terzo set. Mi ricordo che lessi la tua cronaca e ci rimasi proprio male. Io poi ho proprio la passione per i tennisti della categoria “metallurgici”, quelli che si devono impegnare il doppio degli altri che hanno ricevuto il talento in dote. Gli ricapiterà di avere un’altra occasione? Non credo, ma neanche gli scommetto contro.

Daniele Vallotto: Anche qua il compito è difficile e ingrato perché i tornei sono quello che sono. Ma scelgo Murray perché a inizio anno perde tutte le partite più equilibrate che deve giocare, a Rotterdam con Cilic e ad Acapulco con Dimitrov. In Coppa Davis porta la Gran Bretagna ai quarti e riesce a perdere un set con Querrey. Il 2014 di Murray sarà più o meno su questa linea: una continua attesa di rinascita, puntualmente rimandata. Da Wimbledon 2012 agli US Open 2013 gioca tutte le finali degli Slam a cui ha partecipato, nel 2014 gioca una sola semifinale Slam, peraltro perdendola in maniera netta al Roland Garros (a sottolineare quanto sia stato difficile il suo anno). Peggio di così aveva fatto solo nel 2009, il primo vero anno da incompiuto. La separazione con Lendl conta molto, l’infortunio pure ma i segnali che manderà nel resto dell’anno terranno particolarmente in ansia i suoi tifosi durante l’off season.

PARTITA DEL MESE
Claudio Giuliani: Per giudicare per bene bisognerebbe averle viste tutte e a febbraio questo è anche difficile. Ho seguito però, e lo ricordo bene perché ne ho scritto essendo mattiniero, del torneo di Acapulco dove ha vinto Dimitrov e in tabellone c’era Murray. Il bulgaro ha battuto l’inglese in un match durato quasi 3 ore, finito al terzo set quando l’ora locale segnava le 2 e 30 del mattino, con un’umidità pazzesca.

Daniele Vallotto: Qua sono d’accordo con te. Sono tutt’altro che mattiniero quindi la partita l’ho rivista il giorno dopo ma è stata di qualità davvero alta. Un po’ perché Murray è ancora convalescente, un po’ perché Dimitrov ha giocato piuttosto bene, sta di fatto che il gap che ci dovrebbe essere tra i due non si vede per niente. Non nomino Federer-Djokovic a Dubai perché secondo me Nole ha un po’ staccato quando ha perso il secondo set e questo ha reso più facile facile il compito di Federer. Loro possono fare di meglio e infatti lo faranno.

COLPO DEL MESE
Claudio Giuliani: Io dico Roger Federer. Federer fa un punto a Dubai contro Djokovic annullando un set point che è la summa del suo ritorno in questo 2014. Giocano da fondocampo i due, Novak è aggressivo ma Roger non ha difficoltà a reggere il ritmo folle del serbo. Sta con i piedi vicino alla linea di fondocampo, impatta di controbalzo dal lato del rovescio ed è leggero e leggiadro mentre si sposta in anticipo sul lato destro, leggendo i colpi dell’avversario in anticipo conquistandosi il tempo per chiudere il movimento del diritto con un finale che restituisce sempre potenza e profondità al colpo. Che è fisicamente tornato a essere sano se ne ha la prova quando è chiamato a difendersi, la fase che meno preferisce del suo gioco. Se poi c’è da fare pallonetto e volée stoppata, be’, fin troppo facile per lui no?

Daniele Vallotto: Quei punti in cui Federer riprende tutto e poi si permette pure di finirti con una volée smorzata sono una gioia per gli occhi, davvero difficile non scegliere quel punto. Però ce ne sono stati parecchi, di bei colpi, a febbraio. E allora io prendo, dopo faticosa cernita, il colpo del mese dalla partita del mese, cioè Dimitrov-Murray ad Acapulco. È un punto rocambolesco, dove succede un po’ di tutto, con Murray che paga la sua proverbiale incapacità di uccidere il punto e che per due volte non scende a rete quando potrebbe. Dimitrov, dal canto suo, si esibisce in tre spaccate che ci si aspetterebbe dal miglior Djokovic e invece no, è proprio Dimitrov a giocare quell’incredibile lob dopo che la pallina lo aveva già superato.

ADDENDUM DEL MESE
Di Cilic abbiamo già parlato, ma attenzione perché a febbraio c’è un altro protagonista – che poi ritroveremo a più riprese nel corso dell’anno – di cui parlare: Ernests Gulbis. Il lettone tutto soldi, letture dotte e lingua glabra quando rilascia dichiarazioni, batte Tsonga in Francia – quindi non propriamente una cosa facile – ed entra per la prima volta nella top 20, al numero 18. Pare che quest’anno Ernests abbia voglia di sudare in allenamento per fare poi bella figura in campo. Ne riparleremo.

COLPO BASSO DEL MESE
Se vi siete mai chiesti come dev’essere ricevere una pallata da Philippousis, con questo video potete farvi un’idea (da varie angolazioni, per giunta).

TWEET DEL MESE
Che cosa hanno in comune Tommy Haas e Ivo Karlovic? Apparentemente nulla ma esistono persone che li possono scambiare uno per l’altro. Meglio assecondarle, comunque, ché un autografo non lo si nega a nessuno.

Indice della rubrica:
TENNISPOTTING gennaio: Wawrinka e la fine dell’età adulta del tennis

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement