Feliciano Lopez: "Anno meraviglioso. Federer è come Jordan"

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Feliciano Lopez: “Anno meraviglioso. Federer è come Jordan”

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Feliciano Lopez (foto FABRIZIO MACCANI)
 

TENNIS – Il 2014 di Feliciano Lopez è stato il migliore della sua carriera. Titolo ad Eastbourne, riserva alle ATP Finals e posizione numero 14 del ranking. Il nativo di Toledo racconta il suo meraviglioso anno in una lunga intervista su TENNISTOPIC

Come ogni anno, Feliciano Lopez ha fatto il sunto della sua stagione, brillante, con la solita verve che lo contraddistingue anche in campo. Lo spagnolo, malgrado i 33 anni, è stato capace di issarsi fino alla posizione numero 14 del mondo, suo best ranking, e di essere chiamato come riserva per le ATP Finals. Inoltre, è stato uno dei migliori sull’erba, vincendo il torneo di Eastbourne ed arrivando in finale al Queen’s.

A Londra, durante il Master, ha parlato con TENNISTOPIC circa il peso della propria vita privata dentro il circuito, i giovani e la data di “scadenza” di Roger Federer.

“Essere stato chiamato come sostituto al Master è stato bellissimo – dice lo spagnolo – Mi ha permesso di vivere questo torneo dal dentro e credo che possa considerarlo come un premio per la brillante stagione.” Feliciano, come detto, ha raggiunto per la prima volta questo grande obbiettivo, riuscendo a giocare un buonissimo tennis grazie, soprattutto, ad una buona condizione mentale. “Influenza tantissimo. Se stai bene, vai a lavorare più contento, più concentrato e fai le cose meglio. E nel tennis, sport individuale, è anche così. Se hai un problema, devi cercare di risolvertelo da solo. Non hai nessuno che ti aiuta, sei solo in campo, non puoi chiedere aiuto a nessuno. E non c’è alcun dubbio che se sei felice fuori dal campo, le tue prestazioni migliorano e giocherai meglio.”

Indubbiamente, il periodo migliore del 2014 del nativo di Toledo è stato quello sull’erba: “È stato fondamentale aver giocato a buoni livelli per tutto un mese. Questa è la maggior difficoltà di questo sport: un giorno giochi una finale e il lunedì o martedì successivo, giochi un torneo totalmente differente. In quel caso era sempre erba, però si giocano tantissimi tornei diversi. Dopo Eastbourne, andai a Wimbledon e giocai di nuovo molto bene. In quel periodo, sentivo di poter giocare ad alti livelli e questo mi ha sicuramente aiutato per tutto il resto della stagione.”

Ovviamente, una delle cose che ha maggiormente sorpreso, è stata la capacità di giocare così bene ad un’età in cui si dovrebbe cominciare a pensare al ritiro. “Non mi aspettavo di giocare così bene, a quest’età soprattutto. Ho fatto uno sforzo per prolungare la mia carriera, prendendomi cura del mio corpo, del mio fisico. Inoltre, la fortuna influisce, non ho avuto alcun problema. Per quanto si possa stare attenti, è possibile che capiti qualche contrattempo, mentre io sono stato e sto bene. Ed è questo che mi permette di giocare ancora: la consapevolezza del mio stato fisico. I ragazzi di oggi non sono messi tanto meglio rispetto a me, anche se hanno 10 anni in meno. Questa è la mia più grande motivazione; i tennisti smettono perché hanno qualche lesione muscolare o qualche altro problema; io, ad oggi, sto benissimo.”

A proposito dei giovani, poi, Feliciano prova a fare un sunto della stagione: “Gente come Dimitrov, Raonic o altri ragazzi hanno fatto passi avanti in questa stagione. Il problema è che lì, quei quattro, non rendono il compito facile. Si parla di quattro giocatori, tre in particolare, che si scambiano la prima posizione al mondo continuamente. Per un giocatore come Dimitrov, giocare contro Federer, a 33 anni, è ancora molto difficile e questa è la realtà odierna. Nishikori ha fatto un gran salto quest’anno, ma continuiamo a parlare di quattro giocatore che mantengono il proprio status. Per “spodestarli” ci vorrebbe un altro Federer. Solo che non arriverà.

Impossibile, a questo punto, non soffermarsi sulla grandezza dei big-three del circuito: “Da quando ho cominciato a giocare, ne ho visti tanti tennisti bravi. Ma nessuno come loro. È una fortuna immensa averli tutti e tre nella stessa generazione. Quando si ritireranno, ci sarà il vuoto. Quando Federer si ritirerà, sarà come quando si ritirò Michael Jordan nel basket, perché Federer è come Jordan. E accanto a lui c’è Nadal, che quando tornerà sarà però totalmente diverso. Stiamo comunque parlando di 17 e 14 titoli del Grande Slam. Ci sarà un vuoto enorme nel circuito. Sarà diverso da ora, completamente. Non so se peggio o meglio, ma diverso sicuramente.”

Su Federer, Lopez parla a lungo, sottolineando quanto ingiusto sia stato il processo nei suoi confronti durante il 2013: “Hanno massacrato Federer, come si fa sempre quando un campione non riesce a vincere tutto. Lo hanno fatto anche con Djokovic e Nadal. Ma io non ho mai avuto la sensazione che Roger fosse finito come si diceva, ma non ho neanche pensato potesse tornare numero 1 come qualcuno pensava. Si devono contestualizzare le cose ed analizzarle per quelle che sono. Ha avuto una carriera lunghissima, e lo scorso anno è stato il più difficile di questa. In tanti tornei del 2013, era difficile pensare che stesse giocando ad un livello più basso del suo standard, si pensava fosse già finito, mentre io sapevo che si sarebbe ripreso. L’unico imprevisto sarebbe stato qualche altro problema alla schiena, ma per fortuna non è arrivato. La gente, prima di parlare, dovrebbe pensare a quello che dice; il processo a Federer è stato assolutamente ingiusto.”

Infine, lo spagnolo conclude parlando dei diversi stili che aleggiano sui campi da tennis, ultimamente molto criticati perché tutti molto simili: “Si può perdere giocando solo in difesa e andando avanti solo come uscita d’emergenza. Ci sono però diversi stili nel tennis. È il bello di questo sport. Ed è bello per lo spettatore, che guarda giocatori gli uni differenti dagli altri. C’è stato un periodo in cui era un po’ noioso, tutto molto veloce, soprattutto nei campi coperti. Invece, gli Slam sono belli perché sono tutti diversi tra loro, ognuno ha la sua peculiarità. Quello che non va bene è che oggi si gioca sempre nello stesso modo, che sia cemento, erba, argilla, terra o altro. Tutti giocano da fondo campo. Ognuno con il suo stile e le sue varianti, ma alla fine sempre con la stessa idea.”

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