Serve una nuova Li Na per il futuro del tennis in Cina?

Rubriche

Serve una nuova Li Na per il futuro del tennis in Cina?

Pubblicato

il

 

TENNIS FOCUS – Abbiamo contattato Liu Rienje, editore per Sina.com, una delle principali società di comunicazioni della Cina, per cercare di fare il punto sul futuro dell’espansione del tennis in Cina. Il punto focale è uno: gli sponsor; ma la questione poi passa ad essere un’altra: chi sarà la nuova Li Na?

 

La Cina aspetterà. Gli sponsor no. È tutto qua il futuro del tennis cinese. Un grande punto interrogativo aleggia nell’aria e nessuno sa rispondere. Li Na ha abbandonato in un momento forse decisivo. Ha lasciato un vuoto? Come si comporterà la WTA? Il capo esecutivo, Stacey Allaster, ha lanciato un chiaro segnale: spostare il Master B a Zhuhai per i prossimi 5 anni allargando la cerchia dei tornei femminili presenti sul territorio cinese vuol poter dire solo una cosa. La Women Tennis Association è ancora intenzionata ad investire in una nazione che ha tanto da poter dare al futuro del tennis, già solo in termini di infrastrutture e di capitale. Il vero problema è quindi dall’altro lato del tavolo delle trattative: la palla passa alla Cina. Come reagirà il pubblico, ora che la loro eroina, emblema di questo sport, equiparabile a quello che per noi è stato Alberto Tomba, ha appeso la racchetta al chiodo? E di converso, gli sponsor saranno convinti ad investire in un territorio dove magari il tennis non ha più la stessa presa di prima?

“Non so. Non saprei proprio dirti” mi ha risposto Liu Renjie, un giornalista cinese editore per Sina.com, una delle più grandi società di comunicazioni della Cina, che ho contattato per cercare di fare chiarezza sulla questione.

“Io stesso sono ancora scioccato dalla scelta di Li Na di ritirarsi dopo aver vinto un altro Grande Slam. La decisione è però giunta in un momento sbagliato? Io credo di no.
Per lei, è stato un grande momento per celebrare la sua carriera, vincendo lo Slam che sognava di più, salendo fino al n.2 della classifica mondiale con persino una chance di togliere la corona a Serena. Sono grandi, grandi conquiste per qualsiasi tennista.”

“Sul futuro del tennis come sport in Cina, il grande successo di Li Na può essere solo un incoraggiamento per le future generazioni: tutte le giovani giocatrici che ho intervistato durante la tournée asiatica la citano come un modello a cui guardare, e ora le motivazioni sono anche più forti dopo il suo ritiro, perché sentono di potercela fare, se ce l’ha fatta anche lei. È solo una questione di osar sognare, lavorare duro, e credere in se stessi. Per non parlare del fatto che ci sono moltissimi ragazzi che hanno preso in mano una racchetta perché Li Na ha vinto il Roland Garros tre anni fa. Quindi credo che il futuro del tennis in Cina non sia affatto distrutto, può solo crescere in termini di numeri e ampiezza. Come per l’economia cinese: il governo dice che il boom economico è svanito, ora vogliamo solo una più lenta ma ferma e salutare crescita, che sia buona per il lungo periodo.”

E in effetti l’economia cinese sta avendo un brusco stop. A quanto riporta Euronews.com, mai si è andati così male negli ultimi tredici anni per investimenti e produzione industriale. Non credo sia un buon segnale nemmeno per il tennis, seppure Liu Renjie abbia voluto minimizzare la questione. Sembra essere d’accordo con lui il presidente della cina, Xi Jinping, che ha detto recentemente che una volta teso l’arco, la freccia non può essere rimessa nella faretra. Forse questa è anche la metafora del momento del tennis in Cina. E la freccia ancora vola, a sentire Liu Renjie:

Per quanto riguarda il pubblico, l’influenza c’è ancora, certamente. Nel futuro prossimo perderemo qualcosa negli ascolti sicuramente, e già lo puoi vedere. Il numero dei visitatori del sito del China Open è calato del 7% rispetto all’anno scorso, anche il traffico web della mia compagnia (Sina.com) non è stato buono, e la CCTV (China Central Television), l’unico canale nazionale di sport in chiaro, trasmetteva solo repliche notturne del tennis maschile; non stanno trasmettendo nessun match di tennis femminile da due anni ormai, a causa di un maggior prezzo per il broadcast. Come puoi vedere, è abbastanza triste”

Scontato dirlo, ma serve una nuova Li Na. Ma esiste una nuova Li Na? Non può essere forse Peng Shuai, la semifinalista degli US Open?

Personalmente, vedo Peng come una buona top30. Magari può tirare fuori la sorpresa, come agli US Open, ma non è abbastanza continua per competere con Li Na. Ci sono sempre state aspettative nei suoi confronti, lei era una buona giocatrice fino dal 2005, ed ovviamente ha un grande talento e un gioco da cemento, ma il suo atteggiamento può essere un gran problema quando deve competere con le top ten. Le manca la determinazione per vincere a volte e usa sempre gli infortuni come scusa dopo le sconfitte, non è una cosa positiva se vuoi giocare competitivamente sette match e vincere un Grande Slam. Non vedo ambizione, non ti dà mai una risposta decisa.”

Ma Peng non è da sola. Magari lei non risponderà alle caratteristiche della campionessa, ma tra le seconde linee c’è già chi sta scalciando per prendere il posto vacante lasciato da Li Na. Abbiamo selezionato con il contributo di Liu Renjie tre nomi, quelle che più hanno saputo farsi notare nella tournée asiatica e nel finale di stagione, e che sicuramente potremo vedere protagoniste già a partire dai prossimi anni.

 

Una su tutti Zheng Saisai, classe 1994, classificata attualmente appena sotto la top100 (5 titoli ITF). Indossa gli occhialetti alla Samantha Stosur. Rovescio bimane, destrorsa. A soli 20 anni è stata nominata Wta Rising Star per il continente asiatico, attraverso una votazione popolare, e ha giocato un’esibizione a Singapore assieme a Monica Puig, Zarina Diyas e Shelby Rogers, arrivando addirittura in finale, perdendo solo al supertiebreak del terzo set dalla portoricana. Ha debuttato nel circuito nel 2013. Alcuni l’avranno notata quest’anno per la semifinale raggiunta al torneo International di Tianjin, persa poi dalla futura vincitrice Alison Riske, e per aver battuto nel cammino una giocatrice del calibro Jelena Jankovic, per di più in due set. Altri l’avranno notata agli US Open, dove ha esordito dopo aver superato le qualificazioni e, giunta al secondo turno, ha dato filo da torcere a Lucie Safavora. La ceca aveva dominato il primo set, ma è stata letteralmente mandata in confusione dall’avversaria nel secondo, quando la cinese, per resistere alla potenza dei colpi nemici, aveva tatticamente alzato le traiettorie costringendo Safarova o all’errore, o ad accorciare.

Zheng Saisai rappresenta una rarità nella nuova generazione di tenniste cinese, una vera e propria novità nel panorama asiatico. Ha un gioco fantasioso, estremamente tattico e lucido; non offre mai una palla uguale all’avversaria: backspin, topspin esagerati (cosiddetti moonball), attacchi in controtempo e palle corte per togliere ritmo e giostrare il match. Il servizio debole, anche se vario, è il vero tallone d’Achille di questa giocatrice. Alcuni potrebbero definirla una pallettara, altri invece preferiscono definirla tatticamente superba. Una ventata fresca in un circuito sempre più dominato dalla fisicità delle atlete e dalla potenza dei colpi.

Un buono scorcio del suo gioco lo si può avere guardando il supertiebreak contro Puig a Singapore. (Video 123)

 

Altra giocatrice interessante è Qiang Wang, classe ’92, dal rovescio bimane e destrorsa. Ha iniziato a giocare a tennis a 9 anni, quando fu selezionata dal programma del Tennis National Centre di Tianjin, dove è nata, e dal 2007 svolge i tornei Futures, dei quali ne ha già vinti 9. Nel territorio cinese è stata per molto la migliore della sua annata; ha vinto i campionati cinesi under16 e quelli under18; poi ha deciso di trasferire la propria base in Giappone ed allenarsi là. Ha impressionato anche ai giochi asiatici, dove, alla prima partecipazione, ha conquistato l’oro nel singolare, battendo Luksika Kumkhum. Nelle precedenti due edizioni a vincere la medaglia d’oro erano state Peng Shuai e Zheng Jie, giocatrice quest’ultima che la Wang ha ammesso di ammirare molto. Qiang è’ una giocatrice da superfici dure: molto veloce, ha un buon servizio (che lei stessa definisce come l’arma migliore) e un rovescio che sente fluido. L’anno scorso ha sconfitto Caroline Wozniacki al Malaysian Open. Ha debuttato quest’anno agli US Open dopo aver vinto le qualificazioni. È riuscita ad arrivare al secondo turno e, dopo aver battuto Paula Kania, ha poi perso da Casey Dellacqua. Attualmente chiude le top100.

Qui la si può vedere in azione nel tiebreak contro Luksika Kumkhum ai Giochi Asiatici.

Et dulcis in fundo.

“Il mio obbiettivo per il futuro è diventare numero 1 al mondo e vincere uno Slam prima dei vent’anni”. Bastano queste parole a presentarla? Se Peng non ha l’atteggiamento giusto, questo non sembra mancare a Xu Shilin, questa giovanissima tennista nata a Shantou, solo sedicenne. A buon ragione potrebbe essere la CiCi Bellis di Cina.

Dagli 8 ai 13 anni si è trasferita e allenata in America, ora è tornata a Shenzen. A soli 16 anni è diventata la prima tennista cinese ad essere la numero uno del ranking junior,  e miglior giocatrice asiatica nei due anni precedenti. Ha una delle più alte posizioni nel ranking WTA per le Under18, e avrebbe scalato ulteriormente la classifica se non avesse un numero limitato di tornei a cui partecipare, causa l’età. Ha recentemente esordito nel circuito WTA nella città natale di Li Na, a Wuhan, con una wildcard. Molti l’hanno vista in quell’occasione giocare con un tape al ginocchio sinistro, proprio come era solita Li Na, e questo ha scatenato l’istinto premonitore di tutti i media coinvolti. Allora costrinse Alison Riske, una solida top50, ad arrivare al tiebreak del terzo set, salvo poi dover ritirarsi per un infortunio dovuto al caldo. Ha poi ricevuto un’altra wild card per il torneo di Pechino, dove è riuscita a strappare un set a Sabine Lisicki (qui un video dei punti migliori).

Xu Shilin è alta e slanciata, possiede un dritto bimane molto particolare,perché ha un finale di movimento più esagerato, dove stacca la mano, che al limite può ricordare un’uncinata.

“Credo non sia ancora matura tecnicamente. Per ora non scommetterei su di lei. Ha ancora tre anni per dimostrare se il sogno del Grande Slam non sia soltanto una bolla di sapone.” – mi ha detto in suo proposito il redattore di Sina.com – “Avrebbe bisogno di un vero coach per lavorare a fondo, non di un padre molto appassionato..”

A dispetto di queste parole, si vede che, anche per lui, Xu Shilin rappresenti la più concreta speranza per la Cina di avere una giocatrice di vertice. Ed indicativo però come Liu Renjie abbia posto l’accento su un particolare: oggi giorno non basta il talento per affermarsi, ma bisogna avere, tra le altre cose, una preparazione tecnica alla spalle, un grande team. Il fatto che solo ora Zheng e Wang (rispettivamente 20 e 22 anni) si stiano affacciando alla top100 conferma che nel tennis moderno si matura relativamente tardi e non si raggiungono risultati con la stessa velocità con la quale era possibile già solo 30 anni fa. I bambini-prodigio sono sempre più rari, ed anzi è più facile vedere grandi tennisti raggiungere grandi traguardi nel finale di carriera, basti solo pensare a Li Na. Così anche la Cina, dovrà pazientare se vorrà avere una nuova star del calibro di quella appena ritiratasi. E la Cina può aspettare. Ma gli sponsor?

Twitter: @fedele_giulio

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement