Recensione e test della ZUS Tennis, la racchetta come la vuoi

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Recensione e test della ZUS Tennis, la racchetta come la vuoi

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Zus tennis, ovvero racchette su misura create secondo le tue richieste. Basta adattarsi alla tanta offerta in commercio: ora puoi costruire la tua racchetta. Come? Basta andare su www.zustennis.it, scegliere forma, peso, bilanciamento, rigidità, schema corde, manico e poi aspettare qualche giorno che il corriere te la consegni. Noi lo abbiamo fatto

Da bambino, fu grande la delusione nell’apprendere che i tennisti professionisti non usavano le racchette che, noi piccoli agonisti, sceglievamo e compravamo per il solo gusto di imitarli. Ovviamente, i pro usavano e usano dei telai fatti su misura, identici ai nostri solo nell’aspetto esteriore. Nel corso degli anni il proliferare dei modelli disponibili sugli scaffali ha di fatto soddisfatto le esigenze più disparate dei giocatori di club. Ma, da frequentatori di circoli quali siamo, sappiamo benissimo dell’esistenza di appassionati che vogliono qualcosa di più della racchetta marchiata uscita da una qualsiasi catena di montaggio cinese. Da qualche tempo esiste quindi una nuova frontiera per il tennista da circolo esperto di materiali: costruire la racchetta scegliendo una per una tutte le caratteristiche del telaio.

Comprando un abito elegante, anche delle migliori marche, si corre il rischio che questo non ci cada a pennello. Farselo fare su misura è il vero lusso. È così anche per le racchette da tennis, visto che semplicemente andando sul sito www.zustennis.it è possibile configurare la racchetta dei nostri sogni. Ci colleghiamo sul sito, e non resistiamo: andiamo subito nella sezione configuratore. Scegliamo il piatto corde, propendendo per una 95 pollici larga 20mm invece della piatto 100 con profilo 21mm. Successivamente scegliamo il reticolo delle corde, cliccando su 18×20, che preferiamo al 16×19 per il maggior controllo. Come livello di rigidità, fra i due proposti, scegliamo quello con valore 62RA (minor vibrazioni e maggior controllo), e non abbiamo dubbio alcuno nello scegliere il colore nero, quello definitivo per le racchette da tennis. Abbiniamo al nero della nostra Zus anche il nero del Grommet, il passacorde, mentre scegliamo 27 pollici (68,5cm) come lunghezza della racchetta (5 i valori a disposizione). Arriviamo poi ad una chicca per versi esperti: il manico. Ci sono tre opzioni, tutte di forma ottagonale, ma di dimensioni diverse. Il grip cambia molto a seconda della scelta. Optiamo per la forma con l’ottagono più largo e meno regolare, misura 3 e ovviamente con cuoio Fairway, il top del settore. Arriva poi una scelta chiave: peso e bilanciamento. Rimaniamo sul peso a noi congeniale, 320 grammi (che sono 320 grammi veri, senza i limiti di tolleranza delle altre case produttrici) e bilanciamento a 31cm, leggermente verso la testa. L’ultima scelta ci permette di personalizzare il modello inserendo il nostro nome o ciò che si preferisce. Finalizziamo, paghiamo (279 euro per un telaio, 249 l’uno se ne ordini due) e aspettiamo fiduciosi.

Dopo pochi giorni il corriere me la recapita: è magnifica. È stata creata a Boca Raton, in Florida, nell’unico sito produttivo ZUS e, a differenza del resto delle racchette, questa qui è fatta di grafite vera. È nera, di un nero opaco molto eleagante e presenta pochi abbellimenti sul telaio tanto da assomigliare ad un prototipo. Poche le scritte sul nero: “Zus” nella parte alta e centrale del telaio, “Created by Sven Groth” su una delle estremità del cuore, il numero “95” sul ponte destro e una Z stilizzata su un lato. Su uno dei due lati del cuore c’è inoltre la scritta “Custom”. La meticolosità della preparazione della racchetta è impressionante. Infatti, a differenza di tutti i modelli  commerciali delle altre marche, le racchette Zus pesano veramente quanto dichiarato. Avete la vostra coppia di racchette? Provate a pesarle su una bilancia di precisione e vedrete che potrebbero differenziarsi di peso anche di 15 grammi (!), un delta che un qualsiasi discreto tennista noterebbe sul campo. Difatti le racchette commerciali hanno, alla voce peso, il classico margine di oscillazione (+ o – 10 grammi di solito). Con Zus questo non avviene perché la racchetta pesa effettivamente quanto scelto, con gli ingegneri che scelgono il cuoio Fairway da applicare sul manico (fatto di materiale naturale e quindi soggetto a variazione di peso) in base al peso definitivo da ottenere. Una precisione assurda. In soldoni: scegliendo due Zus, avrete due racchette identiche.

TEST SUL CAMPO
Ci accorgiamo subito che questa Zus è fatta di grafite vera non appena cominciamo a scambiare da fondo campo. Lo “swoosh” di questa Zus è il suono più bello mai ascoltato su un campo da tennis. Un suono sordo, ovattato, delicato, generato da un attrezzo nero spesso venti millimetri che fende l’aria dolcemente. Con le corde la racchetta pesa 344 grammi, è bilanciata leggermente in testa e quando il movimento è eseguito con fluidità la palla prende velocità facilmente. Il modello creato secondo le nostre preferenze ricalca la racchetta che usiamo di solito, una Wilson Blade Tour piatto 93, pesante anche questa 345 grammi e dal profilo fisso a 22 millimetri. Proviamo subito ad arrotare in top spin con il diritto e la racchetta ci fa capire subito che per avere i risultati migliori non bisogna esasperare. O meglio, per come è stata costruito questo modello, il top spin leggero ci consente di avere risultati perfetti, con la pallina che esce in maniera pulita e potente. Il basso valore di rigidità rispetto all’altro scelto peggiora un po’ le nostre esecuzioni più strappate, dove una maggiore rigidità aiuterebbe. Ad ogni modo questa configurazione del telaio richiede spinta e movimenti fluidi, considerato che abbiamo teso la Zus a 23kg, un kg meno del solito. Il massimo in termini di sensazioni si ottiene con il rovescio in backspin, un colpo che esce in maniera meravigliosa tanto che andrebbe ridefinito il concetto di impatto applicato alle racchette da tennis. È un piacere assoluto tagliare la palla con questa Zus, aiutati dal profilo stretto che aiuta nell’imprimere la rotazione all’indietro e tenere la palla bassa. Non è piaggeria: mai eseguito dei backspin di rovescio con questa qualità, neanche con la racchetta di Federer di qualche modello fa. Sottorete sentiamo tutto il peso della racchetta in termini di maneggevolezza, ma sentiamo anche che non si piega anche contro passanti scagliati con forza grazie al valore di inerzia, non alto. Al servizio il bilanciamento leggermente pronunciato fa sì che con il movimento giusto si possa colpire di piatto trovando ottime velocità, meglio che con la simile Wilson Blade. Notiamo infine l’ultimo miglioramento, sempre grazie al bilanciamento: in fase di recupero estremo, quando cambiamo la presa della racchetta per guadagnare centimetri in estensione per colpire di solo polso, la Zus fa tutto da sola. Alcuni recuperi in back spin di diritto, à la Federer in spaccata, sono entrati veramente da soli contro le nostre aspettative.  In generale la sensazione è quella di avere per le mani un attrezzo di qualità superiore, che giustifica ampiamente il prezzo visto che è stato creato con materiali allo stato dell’arte e secondo le nostre disposizioni – altrimenti da Boca Raton non avrebbero spedito questo telaio.

LA STORIA DEL MARCHIO ZUS
Ma come è stato possibile tutto ciò? Questa storia nasce nel 2012, quando Sven Goth ed Edward Earle decidono di fare partnership creando Zus Tennis. Goth è stato buon tennista. Ottimo juniores, ha cercato fortuna in America prima di veder sfumare il suo sogno per un infortunio. Ha lavorato poi presso la Bosworth, che altro non è che l’azienda più famosa al mondo per la customizzazione delle racchette da tennis. Earle è semplicemente un uomo di marketing, un genio del settore a quanto pare visto il suo infinito curriculum. I due assieme fondano la Zus Tennis, con lo scopo di fornire a tutti gli appassionati delle racchette assolutamente perfette secondo le caratteristiche richieste.  L’approdo in Italia arriva grazie ad Alessandro Sarra, giocatore di classifica seconda categoria alta, che insegna tennis proprio in Florida e mette in contatto Sven Goth e Mirko Di Giacomo, proprietario di TennisWorld.it, uno dei negozi più forniti di Roma e situato in zona Anagnina. I due si stringono la mano e TennisWorld.it diventa distributore italiano di Zus, realizzando il sito che ci ha permesso di ottenere la nostra racchetta. Tennisworld.it organizza delle giornate demo nei circoli, mettendo a disposizioni numerose configurazioni di telai, come in occasione degli Internazionali d’Italia di Roma. Nella Capitale sono già diversi i tennisti che adottano le Zus personalizzate, la nuova frontiera dei tennisti che non si accontentano dei telai made in Cina.

Certo il prezzo non è dei più accessibili, ma, considerato che in generale i prezzi delle racchette reclamizzate dai professionisti (dalla Babolat di Nadal alla nuova Wilson di Federer) si avvicinano sempre di più ai 200 euro per ogni singolo telaio, calcolato inoltre che questi telai sono tutti prodotti perlopiù in Cina (e quindi non soggetti a controlli standard come ad esempio quello del peso), non varrebbe forse la pena spendere qualcosina in più e farsi la propria racchetta su misura?

https://www.youtube.com/watch?v=s2d7zdGcHUY&feature=youtu.be

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