Federer-Djokovic-Nadal: analisi tecnico-stilistica della loro rivalità

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Federer-Djokovic-Nadal: analisi tecnico-stilistica della loro rivalità

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Seconda parte dell’analisi di Carl Bialik del sito FiveTirthyEight.com, che ha analizzato le rivalità tra i tre maggiori protagonisti del tennis moderno, indicando in Federer-Djokovic quella più avvincente. In questo articolo il giornalista analizza le rivalità focalizzandosi sull’aspetto tecnico e su quello stilistico:

Qui la prima parte dell’articolo.

CONFRONTO TECNICO
Al confronto di tipo statistico dell’autore di FiveThirtyEight.com, è interessante affiancare un confronto di carattere tecnico. La battaglia tra i top 3 è rappresentabile geometricamente da un triangolo scaleno, nel senso che ogni lato (ogni rivalità) che unisce due vertici (i protagonisti della rivalità) è diverso dagli altri, essendo caratterizzato da diverse situazioni tattiche e soluzioni di gioco, in ognuna delle quali ogni giocatore è in teoria in vantaggio su uno degli altri due e in svantaggio sull’altro. Analizziamo la situazione per ogni vertice del triangolo.

Roger Federer:

  • svantaggiato contro Nadal: il suo rovescio a una mano soffre molto il dritto a uscire con top estremo di Rafa, che da sempre lo costringe a colpire sopra la spalla, favorito dal suo essere mancino, che gli consente di dominare la diagonale dritto mancino contro rovescio destro a una mano. Un modo sempre poco adottato da Roger per non farsi chiudere da questa soluzione di gioco è ridurre il tempo degli scambi ricorrendo a un gioco aggressivo a rete. Qui, nonostante i sensibili progressi dello svizzero iniziati con Annacone e proseguiti con Edberg, la grande solidità di Nadal dal fondo ha spesso consentito al maiorchino di trafiggere lo svizzero con passanti perfetti, che hanno sempre di più scoraggiato il campione di Basilea a ricorrere a questa soluzione tattica.
  • avvantaggiato contro Djokovic: le chiavi per scardinare il gioco di Nole si ritrovano nel repertorio di Federer. Il rovescio a due mani di Novak, così efficace contro i topponi di Nadal, può essere limitato dalla varietà dei colpi dello svizzero, che alternando colpi in top e back liftati e accorciando gli scambi con le discese a rete concede all’avversario molti punti di riferimento in meno rispetto al gioco più uniforme del campione spagnolo. La bellissima semifinale del Roland Garros 2011, con la quale il rossocrociato ha interrotto la striscia di 43 vittorie consecutive e spento le possibilità del campione di Belgrado di realizzare il Grande Slam, è esemplificativa delle capacità di Federer di variare il gioco e limitare la solidità e le grandi risposte di Djokovic. Altro esempio può essere la finale di Wimbledon 2011 dominata da Djokovic su Nadal, che non aveva alternative alla situazione venutasi a creare, mentre Federer avrebbe potuto ricorrere, tra le varie soluzioni, al back di rovescio che sull’erba rimbalza basso e che Rafa è spesso riuscito bene a rialzare mentre Novak ha sofferto molto di più.

Novak Djokovic:

  • avvantaggiato contro Nadal: l’arma che ha fatto la fortuna di Djokovic nelle sfide con Nadal (in riferimento alla statistica citata da Bialik, 15 vittorie del serbo nelle ultime 24 sfide) è stato senza dubbio il rovescio a due mani che consentiva al numero 1 del mondo di avventarsi sui dritti alti arrotati di Nadal, neutralizzando così l’arma numero 1 del mancino di Manacor negli head to head contro Federer.
  • svantaggiato contro Federer: oltre all’aspetto tecnico di questa rivalità, descritto sopra parlando del vantaggio di Federer, Novak non gode dei problemi psicologici che il vincitore di 17 titoli dello Slam avverte nelle sfide contro Rafa: il gioco del maiorchino, che sembra fatto apposta per mettere in difficoltà lo svizzero, contribuisce a minare le sue certezze, portandolo a rinunciare spesso alle armi che potrebbero dargli qualche possibilità (ad esempio le discese a rete). Non è così contro Djokovic, che non mette a nudo altrettanto efficacemente i punti deboli di Federer, come invece riesce a fare con Nadal.

Rafael Nadal:

  • avvantaggiato contro Federer: vale quanto detto sopra, ovvero che la consapevolezza di poter dare il massimo proprio contro il giocatore da inseguire in passato nel ranking e ora soprattutto nel numero di vittorie (specie nei Major), avendo il gioco ideale per mettere in crisi le certezze dello svizzero, consente a Rafa di scendere in campo contro Roger con la certezza di esprimersi al meglio, cosa da sempre riconosciuta (talvolta quasi lamentata) dal primatista Slam (celebre la frase amara a caldo dopo la vittoria di Nadal nella semifinale dell’Australian Open 2012: “contro di me Rafa gioca sempre al meglio delle sue possibilità”).
  • svantaggiato contro Djokovic: oltre alle chiavi tecnico-tattiche citate, nel 2011 era evidente la sofferenza mentale di Rafa nelle sfide col serbo. Dopo l’anno di grazia di Novak, lo spagnolo ha saputo prendere le contromisure ribadendo la sua superiorità sulla terra, ma la tendenza generale degli ultimi anni, da quando Djokovic ha raggiunto il livello “Fab Four” sembra supportare questa chiave di lettura (15 vittorie a 9 per Djokovic da Agosto 2009).

Questo triangolo, dato dal vantaggio di ognuno dei tre con uno degli avversari e dello svantaggio con l’altro antagonista, non è perfettamente equilatero, come fino ad ora sembrerebbe, ma appunto scaleno, a causa delle “irregolarità” (sempre in termini geometrici, non certo di legittimità delle situazioni) che lo caratterizzano:
la maggiore eta’ di Roger rispetto agli altri due (33 primavere contro le 28 di Rafa e le 27 di Novak), che gli riduce le possibilità di recupero fra un match e l’altro, specie negli Slam, e lo ha portato negli ultimi anni ad avere un tennis più completo ma a giocare meno bene rispetto al passato i punti più importanti: il minore killer instinct rispetto agli anni del dominio assoluto si riflette inevitabilmente nel numero di Slam vinti: 12 dal 2003 al 2007, 5 dal 2008 a oggi.
i ripetuti infortuni di Rafa, che ne fanno un avversario part-time, con tutto quello che ne consegue in buona parte nel male (è costretto a giocare meno e a continui stop and go) e in minor misura nel bene (arriva più fresco sia atleticamente che mentalmente agli appuntamenti in cui è presente).
– l’assenza di problemi di questa entità per Djokovic, che non ha gli alibi di Roger e Rafa. Raggiunta la piena maturità, è quello dei tre che sembra avere davanti il futuro con meno ostacoli: ha più tempo davanti rispetto al primatista Slam e vanta un fisico meno usurato di quello del miglior terraiolo di sempre. Le insidie che possono parargli innanzi possono venire dalle nuove leve (Kyrgios, Dimitrov, Raonic, Nishikori, che devono per motivi diversi ancora fare l’ultimo e definitivo salto di qualità come top player), da Wawrinka, Cilic e l’eventuale ritorno di Murray, che al momento è uscito dai Fab Four ma ha le qualità per rientravi o per lo meno per fare da costante mina vagante per chiunque. Tutti avversari che peraltro si pareranno innanzi al cammino del serbo come a quelli dello svizzero e dello spagnolo. È dunque legittimo aspettarsi di più da Djokovic rispetto a Federer e Nadal: il serbo ha la grande occasione, nei prossimi 4-5 anni che può ancora giocare al massimo, di ridurre il gap che lo separa dagli altri due in termini soprattutto di vittorie nei Major.

CONFRONTO DI STILI
Dopo aver analizzato le tre rivalità in termini numerici, sotto diversi punti di vista, e tecnici, sulla base dei colpi migliori e dei punti deboli dei tre campioni, il confronto può estendersi alla parte stilistica.

La rivalità Federer-Nadal è amata anche per questo, e il fatto che il giocatore dallo stile più fisico e meno vario e talentuoso prevalga non fa che alimentare il fascino della sfida: da una parte chi sostiene che il tennis non è solo eleganza e classe, ma anche solidità e forza mentale, dall’altra chi non accetta l’evoluzione del tennis moderno verso una maggiore fisicità, imputando ad essa un appiattimento tecnico del gioco.
La rivalità Djokovic-Nadal, da questo punto di vista, costituisce il confronto tra i due migliori interpreti del tennis moderno, il classico dei classici del XXI secolo, la battaglia fatta di scambi a volte infiniti e di continui logoramenti dell’avversario, che ha avuto il picco forse irripetibile nella storica finale di Melbourne 2012, al termine di quasi 6 ore di una sfida a tratti pugilistica.
Federer-Djokovic ha saputo dare vita a grandi capovolgimenti di fronte e finali al cardiopalma, con colpi di grande classe tra cui svettano il tweener di Roger che fulminò Nole nella semifinale di Flushing Meadows 2009 e la demivolee giocata in avanzamento in seguito al servizio con cui ha annullò al serbo una pallabreak sul 4-3 del quinto set della finale dell’ultimo Wimbledon.

CONCLUSIONE
Sono talmente tante le variabili di questa strepitosa trilogia, in termini numerici, tecnici, psicologici, stilistici e molto altro, che diventa davvero difficile designare una rivalità superiore alle altre due. È naturale che ognuno ne preferisca una in base agli aspetti cui attribuisce personalmente maggior valore. Lo scopo di questo articolo non voleva essere decretare la migliore rivalità ma offrire diversi punti di vista, a partire dai quali alimentare la discussione fra voi lettori, nella speranza che siate voi stessi a far emergere altri fattori di analisi per approfondire sempre di più un’epoca d’oro del tennis che, quando finirà, lascerà dietro di sé un’interminabile scia di ricordi, emozioni e rimpianti.

(2-Fine)

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