Australian Open interviste, Bouchard: “Sono pronta a lasciare tutto sul campo pur di vincere”

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Australian Open interviste, Bouchard: “Sono pronta a lasciare tutto sul campo pur di vincere”

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Australian Open: E. Bouchard b. A. Friedsam 6-2 6-4. L’intervista del dopo partita ad Eugene Bouchard 

É una sensazione positiva iniziare un torneo dello Slam con una bella vittoria come questa?
Be’, certo, voglio dire, il primo turno è sempre un momento delicato, soprattutto se si è all’inizio della stagione. Perciò sono molto contenta di avere iniziato in maniera così solida. Penso che lei abbia giocato piuttosto bene, il che era qualcosa che credo dovessi aspettarmi. Succede sempre più spesso che le giocatrici “ci provino” contro di me mostrando un buon livello di tennis. Sono felice di essere rimasta serena e di aver giocato in maniera piuttosto sicura.

Cosa pensi della Margaret Court Arena?
Molto bella. E’ una struttura molto carina e piccola. Penso ci sia stata una bella atmosfera in campo. Ti fa giocare con un’atmosfera molto più divertente. Non so se i fan si siano divertiti, ma certamente noi giocatrici sì.

Senti sempre di avere il controllo della situazione quando sei in campo?
Be’, ero solamente attenta a rimanere concentrata su ogni punto. È stata una battaglia più dura nel secondo set, ma io ho cercato di rimanere calma sapendo che nel caso avessi avuto una chance avrei cercato di coglierla, ed è proprio quello che ho fatto alla fine del secondo set. Ho cercato di resistere alla tempesta quando lei serviva bene o cercava il vincente. In un paio di occasioni ha davvero fatto dei bei punti.

Considerando che anche tu hai una gemella, quando eri una junior, che cosa dicevi delle sorelle Pliskova? Hai mai pensato a come sarebbe se la tua gemella giocasse fosse  come te nel tour?
Prima di tutto, tutto ciò mi riporta in mente il presentatore. Quando ero in campo e lui ha citato la mia gemella, Beatrice. E’ stato veramente bizzarro. Ha anche parlato del Principe Andrea e di altre cose. Ho pensato: “sono io che sono fra le nuvole o ha appena nominato il Principe Andrea? Cosa c’entra con la mia carriera?”. Non so di cosa si parlasse, ne parlerò con loro. Non so. (sorride). Però sì, mia sorella iniziò con me quando avevo cinque anni e smise a sei. Non c’è mai stata l’occasione di pensare a come sarebbe stato se, ma sarebbe molto “cool” se potessimo viaggiare insieme con il tour, ma per lei tutto ciò è terminato molto presto. Però penso che sia veramente bello avere in una sola famiglia così tante persone di successo. Penso anche, però, che sarebbe dura nel momento in cui dovessi giocarci contro. Penso alle sorelle Williams, e non so se sarei capace di fare altrettanto. È difficile competere contro qualcuno che vorresti veder vincere quanto vorresti vincere tu. Non so, penso sia meglio che lei non giochi a tennis.

E sarebbe anche brutto essere comparate l’una con l’altra?
Be’, direi che già ora veniamo paragonate una all’altra, ed è già abbastanza, quindi se facessimo lo stesso lavoro non potrebbe che andare peggio. Penso che lei odierebbe questa situazione allo stesso modo in cui la odierei io. Siamo già messe in confronto a sufficienza.

Non so se lo sai già, ma ci sono un buon numero di teste di serie nella tua parte di tabellone che sono state eliminate nel corso della giornata: come ti senti sapendo ciò?
Non lo sapevo affatto. Non ho controllato il tabellone dopo il mio match, ho solamente chiesto al mio coach chi fosse la mia prossima avversaria. Che importa ha sapere con chi giocherò il quarto turno? Sono ancora al secondo. E non è che debba forzarmi particolarmente per non guardare il mio tabellone nei possibili turni successivi, è che proprio non m’interessa.

Giocando contro di lei oggi, hai avuto flashback relativi all’ultima volta in cui l’avevi affrontata?
No, era così tanto tempo fa – e io ho una pessima memoria – che non avevo ricordi di ciò. Sapevo di affrontare una giocatrice aggressiva, che tenta il colpo, e così è stato. Ma sai, a questo punto del torneo si tratta più di essere pronti ad affrontare tutto ciò. Sapevo di essere in grado di cavarmela anche quando lei stava giocando bene. ogni qual volta si è presentata una chance, penso di averla colta. In generale sono stata molto solida, credo.

Quanto meglio ti senti mentalmente rispetto agli scorsi U.S. Open?
Penso di essere una giocatrice più esperta. Certamente più fresca mentalmente, direi. Non ho giocato nessun match ufficiale negli ultimi due mesi e mezzo, e questo dà veramente un break alla tua mente, e, personalmente, mi rende estremamente desiderosa di ricominciare a giocare. Mi sento molto bene sul campo, sono pronta a combattere e lasciarvi tutto quello che ho. Non sono stanca per niente. È positivo avere l’off-season, ma ora sono molto eccitata per la nuova stagione.

Cosa sai della tua prossima avversaria?
So poco di lei, non le ho mai giocato contro. Non so molto, davvero. Chiederò al mio coach.

Molto è stato detto del taglio di capelli di Milos Raonic? L’hai visto? Cos’hai da dire a riguardo?
Non l’ho visto. Ma l’ho preso in giro per il suo taglio l’anno scorso. Non so quanto sia differente ora. Penso solo che passi troppo tempo a preoccuparsi dei suoi capelli.

Più di te?
Sì, certo! (Ride)

Come valuteresti il tuo servizio nel match odierno?
Non è stato buono come avrei voluto, questo è sicuro. Lei rispondeva bene; io facevo altrettanto. Così, non ero molto soddisfatta di non riuscire ad avere punti diretti con la mia prima di servizio. ma ho dovuto affrontare un paio di palle break più volte nel corso del match, e sono stata capace o di tirar fuori un buon servizio o di lottare duramente per il punto. Alla fine probabilmente il servizio è anche migliorato, ma rimane qualcosa che dovrà progredire nel corso del torneo.

La velocità della palla era sensibilmente più alta rispetto all’anno scorso. Non era un giorno particolarmente caldo oggi.
È sicuramente una situazione migliore rispetto all’anno scorso, e vorrei che fosse sempre così. Penso che possa migliorare ancora molto.

Hai parlato dei crucci di Milos: se potessi avere meno pensieri per qualcosa, cosa sarebbe?
Si tratta di una domanda molto profonda. Non so cosa rispondere. (Ride.)

Non ti preoccupare della risposta
Sto cercando di pensare a quali sono le cose per cui mi creo dei problemi. Lo shopping, i vestiti. Ma quelli non sono davvero dei problemi; quella è una buona cosa, per me. Ci penso e poi torno da te con una risposta.

Comparando i tornei dello Slam, qual è la differenza tra gli AO e gli altri? L’anno scorso hai ottenuto un grande risultato: c’è un’atmosfera particolare? Come razionalizzi l’esperienza che hai in questo major?
C’è sicuramente un’atmosfera molto distesa qui. Le persone sono estremamente amichevoli, ma allo stesso tempo partecipano con entusiasmo e passione. Credo che gli australiani siano dei tifosi molto eccezionali. È uno slam rilassato. È il primo dell’anno, e tutti i giocatori non vedono l’ora di scendere in campo. Mi è sempre piaciuto tantissimo venire qui. L’Australia è il mio paese preferito. Fuori dal campo adoro il clima caldo; anche se ci sono 45°, io mi sento benissimo. È un bellissimo torneo.

Cos’hai pensato l’anno scorso quando hai incontrato per la prima volta la Genie’s Army sul campo n. 15 scoprendo che sono solamente un gruppetto di studenti di Melbourne?
Sono rimasta sorpresa quando, entrata sul campo 15, che è il più lontano dal Centrale, ho sentito questa gente urlare e cantare. Pensavo qualcosa del tipo:  “che succede?”. Ho guardato in giro e ho visto queste persone con le magliette con la scritta GENIE. In realtà mi ha reso un po’ nervosa, dovevo vincere per loro. Loro mettono così tanta passione che tu non puoi perdere al primo turno. Ho avuto un match duro, sono stata contenta di avercela fatta. È stato bello vedere tutto quel tifo per me, così ben organizzato. Anche se sto giocando male, loro sono lì e cantano, tifano. Sono più positivi di me. Penso che siano un bel gruppo di ragazzi.

Avverti il tifo quando sei in campo o sei concentrata solo sul tuo gioco?
Credo di accorgermi, vagamente, di cosa sta capitando attorno a me, ma non molto. Ma se cantano qualcosa di speciale, me ne accorgo più facilmente perché è qualcosa di inaspettato. Sento i loro cori, almeno un po’. Mi fa ridere ai cambi di campo.

Uno di questi che ti piace particolarmente?
Quello in cui loro dicono “Genie’s hot, hot, hot” (ride).

Cosa pensi dei tornei che si disputano la settimana precedente a un Grande Slam? Pensi che sarà qualcosa che farai andando avanti nella tua carriera?
Be’, credo di aver giocato un torneo prima di ogni slam nel 2014, e le cose che ho fatto in ogni torneo di preparazione erano in qualche caso diverse eppure i risultati negli slam sono sempre stati buoni, perciò non penso ci sia una formula magica. Quest’anno volevo prendermi, per questo torneo, un po’ più di tempo per prepararmi al meglio, ed è stato quello che ho fatto. Sono arrivata a Melbourne una settimana prima. Ma penso che dopotutto dipenda molto da come mi sento, non ho delle regole precise, capita un po’ come capita.

Hai apprezzato la settimana di allenamenti qui?
Fino a ora, sì. Mi sono presa del tempo per stare un po’ di più sul campo. Non hai fretta, soprattutto se la settimana prima hai fatto bene. Ma è anche capitato che perdessi al primo turno la settimana prima e avessi così la settimana intera per prepararmi. Sono particolarmente flessibile, non sono così interessata ad avere una routine specifica.

 

Traduzione a cura di Maurizio Riguzzi

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