Djokovic: "Il caffè di Serena può aprire un nuovo capitolo del regolamento". Ma quanto sarebbe legittimo?

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Djokovic: “Il caffè di Serena può aprire un nuovo capitolo del regolamento”. Ma quanto sarebbe legittimo?

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Novak Djokovic è intervenuto, in maniera peraltro simpatica, sull’episodio del caffè preso durante un match contro Flavia Pennetta dalla numero uno del mondo. Niente di male, ma fino a che punto lo stato di forma con cui un atleta si presenta in campo può essere migliorato da un intervento esterno?

Poco prima di affrontare e superare facilmente in tre set Andrey Kuznetsov (6-0 6-1 6-4) nel secondo turno dello Slam australiano, Novak Djokovic si è rapidamente soffermato sull’insolito gesto di Serena Williams di due settimane fa, quando durante il match d’esordio nella Hopman Cup contro Flavia Pennetta, dopo aver subito un imprevedibile bagel dalla brindisina nel primo set, esausta e ancora provata dal jet-lag (era appena giunta a Perth), ha chiesto e ottenuto un caffè per riprendersi. “E’ stato miracoloso” – ha poi scherzato Serena – “Ho chiesto al giudice di sedia e all’arbitro del torneo se fosse regolare, perché non l’avevo mai fatto prima, ma davvero ne sentivo il bisogno. Dovevo tirarmi su”. Ed è quello che è successo, visto che ha ribaltato l’inerzia del match vincendo poi 0-6 6-3 6-0.

Djokovic ha altre idee: ”Il cibo cinese, la birra, il caffè … non amo queste cose, però scommetto, guardando quello che ha fatto Serena, che questo apra un nuovo filone di regole. Forse dovremmo chiederci che cosa puoi esattamente chiedere durante un match. Alimenti come il caffè o altro che ti viene in mente. Certo che è incredibile: alcune persone non possono iniziare la giornata senza un caffè a colazione, per loro aiuta a svegliarsi. Per me le è stato d’aiuto nel match con la Pennetta. A me non aiuterebbe per nulla perché non lo bevo mai”.   

Dalla celeberrima banana di Micheal Chang all’espresso di Serena Williams. È legittimo ordinare un caffè a partita in corso? Ovviamente sì, se pensiamo a tutto quello su cui può contare un tennista oggi, da integratori a interventi fisioterapici a partita in corso. Qualche dubbio può venire dal fatto che il caffè faccia da stimolante, ma così come un integratore consente un rapido recupero di sali un caffè può, eventualmente, consentire un veloce ripresa dell’attenzione quando si hanno alle spalle poche ore di sonno.
Il tema che il numero uno del mondo ha ventilato non è però affatto trascurabile: lasciando perdere il doping, che se comparisse in questo contesto sarebbe ridicolo, fino a che punto un atleta può liberamente fare affidamento su qualcosa che migliora o potrebbe potenzialmente migliorare lo stato di forma in cui si trova? Benissimo gli integratori di sali minerali leciti (se corri per ore su un campo da tennis devi necessariamente recuperare), ma sostanze che aiutano a migliorare l’attenzione o interventi di professionisti che sistemano guai fisici non vanno ad alterare lo stato di forma corrente di un giocatore? Se il tuo avversario si presenta al meglio dall’altra parte della rete, è così legittimo ricorrere ad aiuti che ristabiliscono uno stato psico-fisico che di fatto non hai per tue responsabilità? 

In altri termini, non vale il discorso che quando uno ha il mal di testa prende un’aspirina, qui si parla di due atleti che si sfidano ed è giusto che a prevalere sia quello che giochi meglio e che sia in grado, con lo stato di forma che si è costruito in allenamento e in partita nei giorni precedenti, di essere più performante in termini fisici e mentali, senza contare su appoggi esterni. Gli stessi interventi che poi sono spesso usati da giocatori e giocatrici come espedienti per perdere tempo o interrompere l’inerzia e la concentrazione dell’avversario che in quel momento sta giocando decisamente meglio.

Il discorso è molto delicato: portato all’estremo, questo ragionamento porterebbe alla sospensione di diversi match perché uno dei due contendenti non riesce, appunto con lo stato fisico in cui si trova, a proseguire senza aiuti, con tutto quello che ne conseguirebbe in termini di penalizzazione degli spettatori paganti in tribuna o alla tv. Uno scenario anacronistico? Incompatibile con lo sport moderno e gli sponsor? Probabilmente, per non dire sicuramente, sì, ma forse più equo e rispettoso di chi arriva meglio del proprio avversario a giocarsi un evento sportivo come una partita di tennis.

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